Non riesco ad accettarla. Intendo tutta questa smania per i confronti tv tra politici che si sfidano. In pochi minuti, perchè dopo poco il nostro livello di attenzione frana.
In questo caso il confronto è per guidare la più grande democrazia al mondo (come, per tradizione, siamo soliti dire). Ma, a cascata, il principio vale ovunque.
Ovunque: un mondo che alla complessità della competenza preferisce la banalità della battuta, al fascino della serietà preferisce la seduzione del “fru fru”, alla difficoltà di approcci inevitabilmente complessi preferisce la semplificazione degli slogan.
In sintesi: alla democrazia preferisce il populismo. Alla cittadinanza la sudditanza.
No, mi spiace: proprio non riesco ad accettarlo. Votassi negli USA voterei per Kamala Harris. Non per il livello di brillantezza o di opacità della sua prestazione (o di non prestazione dell’avversario) nell’ultimo confronto televisivo: ma “solo” perchè la sua proposta politica, lontana mille miglia, da quella di colui che attentò al Parlamento, a me pare convincente. Certo assai più di quella, pericolosa per il mondo intero, di Donald Trump.
Ps)- A proposito: guardiamoli questi tre minuti (dal film “Quinto potere”). Sempre nuovi, intramontabili. Con tecnologie sempre più potenti e sfide sempre nuove. Sul rapporto politica/media/cittadini. Un film che sta per compiere 50 anni.