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Home»Spunti»SI PUO’ ESSERE “AMICI DELLA POLITICA”? A TREPPIO DI SAMBUCA SI
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SI PUO’ ESSERE “AMICI DELLA POLITICA”? A TREPPIO DI SAMBUCA SI

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini16 Settembre 2024Updated:16 Settembre 2024Nessun commento5 Mins Read
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Tre persone, due maschi una femmina, da poco diventati, nel pistoiese, sindaci in altrettanti Comuni di piccole dimensioni attraverso un percorso che alle forze politiche ha sostituito la forza della civicità. Tre sindaci eletti con liste “civiche”. Hanno hanno animato un incontro voluto da una associazione pistoiese che porta un nome controcorrente: “Amici della Politica”.

Anna Trassi, medico, è diventata sindaco nel Comune di Lamporecchio (un tempo in lizza con un altro Comune del profondo Nord come territorio “più rosso d’Italia”. Marco Breschi, docente universitario a Sassari in demografia, ha vinto nel suo microscopico (ma non certo come territorio) comune di nascita: Sambuca Pistoiese. Federico Bruschi, insegnante, da due anni è sindaco di un altro piccolo (per numero di abitanti) comune sui monti pistoiesi: Marliana.

Intervistati dal giornalista Alberto Vivarelli, direttore della testata online Report Pistoia, si sono confrontati sul senso “civico” delle liste civiche che li hanno sostenuti e sulle contraddizioni, luci e ombre, del “civismo” applicato alla politica e alle istituzioni.

Una mattinata interessante svolta in un luogo particolare (l’assai accogliente casa di spiritualità “Mater Dei” delle Suore Mantellate) in un contesto emblematico: la vera, lontana, periferia di Treppio, frazione di Sambuca, immersa nel verde e nel silenzio di una estate ormai terminata. Poche decine – oggi – di residenti in una periferia che potrebbe diventare centro. Perchè lì ci stanno tanti problemi, ma anche non poche potenzialità per una vita, tutto sommato, a misura d’essere umano.

Un primo turno sul perchè, presentandosi agli elettori (pure – tutti e tre – non nascondendo idealità di centro sinistra), hanno scelto di scegliere la via della lista civica.

Crisi dei partiti politici e loro assenza sul territorio, in particolare in queste zone di cosiddetta “periferia”; caduta della partecipazione dal basso; scontentezza fra le persone; tradimento, da parte della politica, di ciò che sul serio la Politica dovrebbe essere (“uscirne insieme”, dai problemi, avrebbe detto don Lorenzo Milani), lontananza dei piccoli centri (ma non solo di questi) dai luoghi in cui si prendono le decisioni; crisi della democrazia e conseguenti pericoli a livello globale … Tutto questo, e altro, è stato analizzato dai tre primi cittadini e nel successivo confronto.

Non è mancato chi ha ricordato come, negli anni Ottanta del secolo scorso, una fra le prime liste civiche d’Italia alle elezioni comunali nacque proprio su questi monti: a San Marcello Pistoiese. Chiamandosi, come chiaro segno di radicamento al territorio, proprio come il frutto capace di dare cibo in momenti difficili: la castagna.

In apertura una analisi, svolta da Alessandro Paci, sulla caduta di affluenza alle elezioni di ogni tipo: politiche ed europee, ma anche comunali. In pratica si è perso e si sta perdendo, ogni decennio, un dieci per cento di cittadini che avrebbero diritto al voto ma alla fine, per motivi anche diversi, scelgono di non votare.

Le liste civiche – hanno concordato i tre sindaci – non sono certo “la” soluzione ma sono comunque un termometro capace di misurare la febbre di un malessere assai grave per la tenuta della democrazia. E’ anche da loro, dai motivi per cui ci si affida alle liste civiche, che si può partire per, forse, ripartire con la Politica. Eviitandole le secche, i pericoli, delle varie forme di populismo.

Nella seconda tornata di interventi, i tre sindaci si sono confrontati sulle difficoltà, grande ovunque ma enormi nei territori di montagna, a governare sapendo di non poter dare risposte ai tanti bisogni di una popolazione numericamente rarefatta e debole su territori molto vasti.

“Ho solo sei dipendenti – ha sintetizzato il sindaco di Sambuca – con un Comune grande come lo Stato di San Marino, mentre i suoi abitanti hanno un reddito 48 volte minore rispetto a quello dei sanmarinesi. Ho frazioni dove, al massimo, vivono 4 persone. Risorse poche per bisogni tanti”).

Vivace il dibattito con i numerosi presenti. A proposito della crisi dei partiti e dell’importanza di una partecipazione dal basso sono anche state presentate due proposte di legge d’iniziativa popolare. Elaborate dalle ACLI è possibile firmarle anche a distanza, con SPID o Carte d’identità elettronica. Riguardano la riforma dei partiti politici (in attuazione dell’articolo 49 Costituzione) e nuovi strumenti di partecipazione popolare.

“Amici della Politica” con Luca Bernardi e Alessio Colomeiciuc, hanno poi occupato il pomeriggio facendo il punto su un argomento per il quale, nei mesi passati, l’associazione pistoiese si è fatta sentire: passato, presente e futuro del Museo pistoiese intitolato a Marino Marini con la Fondazione oggi sottoposta a commissariamento. Una doppia relazione, con analisi e proposte, è stata svolta da Claudio Rosati e Gabriele Magrini.

L’obiettivo è ricostituire un organo di amministrazione in modo da garantire efficienza e stabilità basate in primis sul requisito della massima trasparenza. Molto interessante, ricco di notizie, sulla vicenda non priva di opacità, di quel museo, l’intervento di Samuele Bertinelli già sindaco di Pistoia.

Città che – partendo da quando, nel lontano 2017, fu riconosciuta “capitale italiana della cultura” – a distanza di qualche anno si sta ancora interrogando attorno al suo ruolo. Sulla cultura e sull’economia. Un po’ su tutto. Fra luci di potenziali nobilità e ombre di ordinarie miserie.

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