“L’indignazione”. Mi ha risposta così Flora Gestri Greco, splendida 97 enne, quando insieme a un amico, Gabriele, siamo andati ieri, nella sua abitazione di Pistoia, a trovarla per parlare di una fra le iniziative, che la riguarderà, nella rassegna LetterAppenninica dal 5 al 7 agosto prossimi.
Scrive da una vita, Flora, originaria di San Marcello Pistoiese (nata nel 1920) e scrive di storia sociale al femminile: scrive di donne. L’ultimo volume lo ha dedicato a una femmina particolare: Maria, madre di Cristo. Prima, ricevendo numerosi riconoscimenti, si è dedicata alle donne nell’antica Roma e, solo per citare un altro lavoro, alla tragica vicenda di Ipazia: donna, matematica e filosofa egiziana, vissuta nel 4 secolo dopo Cristo, massacrata dal fanatismo di cristiani.
Il termine, forte, l’ha usato per rispondere a una mia domanda (“Ma perché lei, da una vita, scrive di questione femminile?”) e non è difficile da comprendere: indignazione per come, la donna, è stata trattata – e spesso ancora lo è – con umiliazioni e violenze da maschi impauriti.
Ci ha consegnato, Flora, una sua particolare interpretazione anche sul “caso” Adamo ed Eva sostenendo che Eva era, semplicemente “una curiosa” (e che la curiosità sta sempre alla radice della scienza. E non solo: direi, per fare un esempio, anche del giornalismo) mentre Adamo era di sicuro “un vigliacco” (pronto a scaricare tutte le colpe sulla sua compagna).
Non so quanto questo tipo di spiegazione possa reggere studi biblici, teologie e quanto altro: so però che Flora, assai soddisfatta davanti a ciò che in tv vede dire e fare da Papa Francesco, con queste sue parole dimostra assai meno dell’età anagrafica. Oppure che molti fra noi, più giovani come compleanni, quanto a vecchiaia la battono. E non poco.