• Home
  • Giornalismo
  • Cultura
  • Chiesa
  • Territorio
  • Politica
  • Viaggi
  • Spunti
  • L’autore
  • Contatti
Facebook Twitter Instagram
La Trebisonda Blog
  • Home
  • Giornalismo
  • Cultura
  • Chiesa
  • Territorio
  • Politica
  • Viaggi
  • Spunti
  • L’autore
  • Contatti
La Trebisonda Blog
Home»Chiesa»LA CHIESA DI POGGIO (E LA TEGOLA DI STALIN)
Chiesa

LA CHIESA DI POGGIO (E LA TEGOLA DI STALIN)

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini9 Febbraio 2019Nessun commento5 Mins Read
Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
Share
Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

“Una comunità cristiana, viva e giovane, non ha paura del futuro”. Lo scrive un parroco di una fra le tre parrocchie di Poggio a Caiano (provincia di Prato ma diocesi di Pistoia) nella introduzione a un piccolo libro scritto da Luigi Corsetti sulla storia della chiesa (“Santa Maria del Rosario”) riferita a quella parrocchia che poi è, fra le parrocchie del paese, quella centrale e certo la più numerosa.

Don Fiorenzo Battistini è il quarto fra i sacerdoti che in quasi 120 anni (l’anniversario tondo sarà nel 2023) hanno servito questa chiesa consacrata il 27 settembre 1903: la pubblicazione di Corsetti – appassionato conoscitore di vicende locali. I proventi del libro, in vendita presso la chiesa, andranno per migliorare il riscaldamento della chiesa – traccia le vicende di un edificio voluto da tutta la comunità.

La prima data utile risale alla metà dell’Ottocento: per la precisione a quel 23 luglio 1855 quando la Madonna raffigurata in un tabernacolo posto su un ponte (il ponte del Mulino) che traversa il fiume Ombrone in direzione Prato “aprì gli occhi” e da questi sgorgarono “lacrime”. Per la devozione popolare, nonostante la saggia prudenza del vescovo, quello fu subito un evento miracoloso e furono non pochi i doni, le offerte, gli ex voto anche preziosi donati dal popolo di Poggio: popolo che non aveva una sua chiesa, in quanto la parrocchia esistente era posta, a distanza dal paese e non facilmente raggiungibile dagli anziani, sul colle di Bonistallo.

Da qui parte la storia raccontata da Corsetti – tramite l’associazione culturale “Ardengo Soffici” con il contributo di Comune e Misericordia – presentata nelle Scuderie Medicee in un affollato incontro che testimonia l’attaccamento dei poggesi verso la loro parrocchia.

Qualche anno dopo il “miracolo”, tutti i capifamiglia si riunirono il Comitato. Obiettivo? Costruire una chiesa. Ex voto e donazioni furono la base per acquistare il terreno e per porre – nell’ottobre 1889 – la prima pietra. Nel teatrino locale, il “Fortini”, si susseguirono fiere, lotterie, spettacoli per raccogliere fondi. Denari arrivarono dal vescovo. Arrivò anche un cappellano, giovane e assai determinato, don Marino Borchi.

Superando avversità di ogni tipo fra cui un terremoto (e forse qualche ostilità da qualche esponente massonico locale), la chiesa venne consacrata. Fu una suora poggese fondatrice di un importante istituto religioso (le “Minime del Sacro Cuore”) poi diventata Beata, Margherita Caiani, a donare una piccola medaglia con l’effige della Madonna. La medaglietta fu messa nelle fondamenta.

La storia prosegue fino agli anni Trenta. Ci furono problemi con il campanile: neppure una trentina di anni dopo fu dovuto abbattere (troppo pesanti le campane, troppo instabile il terreno) e ricostruito ex novo (1938) anche grazie all’aiuto di un altro personaggio locale famoso: quell’Ardengo Soffici cui non mancavano, con il regime, conoscenze dirette.

Una storia semplice, quella raccontata da Corsetti. Termina con la costruzione del circolo parrocchiale, con grande cinema, l’Ambra, voluta da don Ruggero Risaliti a metà anni Sessanta.

Storia di un popolo che alla sua chiesa ci teneva e, viste le tante persone presenti alla presentazione del volume, ci tiene anche in un oggi certamente immerso nei fenomeni di una post secolarizzazione che le chiese, in genere, le svuota. Belle, a questo proposito, le considerazioni del vescovo Fausto Tardelli, intervenuto riportando il famoso pensiero di Giorgio La Pira sui luoghi fondamentali nella esistenza di una città: il luogo per abitare, quello per lavorare, lo spazio per apprendere e quello dove curarsi, ma anche il luogo – la chiesa, appunto – in cui pregare.

Ed ha colto l’occasione, il vescovo Fausto, per esprimersi non solo sulla importanza della memoria (“bene prezioso”) ma soprattutto sull’obbligo di vivere il tempo, anche difficile, che ci è dato vivere (“Una sfida che non è detto si vinca ma che come comunità cristiana viva e non chiusa dobbiamo accettare riuscendo a essere chiesa in uscita, non ristretta come in una eutanasia”). Ha anche dato, in un inciso, una possibile notizia sul futuro dell’organizzazione ecclesiale in questo fazzoletto di terra pratese/pistoiese: le parrocchie odierne, che ieri erano una sola, non è detto potranno restare … tre.

Intriganti, nella presentazione del volume curata da una storica, Barbara Taverni, anche le parole del giovane sindaco poggese, Francesco Puggelli, cui non è mancato il ricordo del ruolo svolto proprio dalla parrocchia e dal parroco Battistini per educarlo anche all’interesse civile nei confronti di una comunità che Soffici, nel battere cassa per la ricostruzione del campanile, definiva “buona e nobile”. E pure il sindaco ha notato l’importanza di comunità che abbiano voglia di tenere sempre “porte aperte” non temendo il futuro.

Il rapporto fra Misericordia e parrocchia è stato affrontato dal presidente della Confraternita poggese, Sergio Campanelli, che ha donato al parroco alcuni disegni originali: Campanelli, insieme ad altri suoi cugini presenti in sala, è un discendente di Settimio, il muratore poggese che quella chiesa costruì.

E a proposito di muratori, dal volume (“Pentalinea”) emerge una piccola chicca. Fu con i restauri del 1990 che cadde una tegola: sopra portava inciso un “W Stalin” che qualche muratore di evidente fede comunista aveva voluto mettere lassù in alto durante lavori precedenti attorno al 1948. La “tegola comunista” fece scalpore: la piccola storia finì sulle agenzie e fu ripresa anche fuori Italia.

Da allora la tegola è sparita: chissà dove sarà e chissà se potremo mai rivederla. L’unica cosa certa è che la medaglietta con l’immagine di Maria fatta inserire da suor Caiani sta ancora laggiù. Stalin è crollato da un pezzo, ma le “divisioni” della Madonna erano evidentemente assai più … robuste.

Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
Mauro Banchini
  • Facebook
  • Twitter

Informazioni biografiche a questo link

Related Posts

SULL’APPELLO DEL VESCOVO FAUSTO A RISCOPRIRE LA POLITICA

31 Gennaio 2021

PADRE NOSTRO, NON CI ABBANDONARE

29 Novembre 2020

Natale: quella Messa in carcere

28 Novembre 2020
Loading Facebook Comments ...

Leave A Reply Cancel Reply

Cerca
Categorie
  • Chiesa
  • Cultura
  • Giornalismo
  • Politica
  • Senza categoria
  • Spunti
  • Territorio
  • Viaggi
Archivi
  • Novembre 2021
  • Maggio 2021
  • Febbraio 2021
  • Gennaio 2021
  • Dicembre 2020
  • Novembre 2020
  • Ottobre 2020
  • Marzo 2020
  • Febbraio 2020
  • Gennaio 2020
  • Dicembre 2019
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Luglio 2019
  • Giugno 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Marzo 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Luglio 2018
  • Giugno 2018
  • Maggio 2018
  • Aprile 2018
  • Marzo 2018
  • Febbraio 2018
  • Gennaio 2018
  • Dicembre 2017
  • Novembre 2017
  • Ottobre 2017
  • Settembre 2017
  • Giugno 2017
  • Maggio 2017
  • Aprile 2017
  • Marzo 2017
  • Febbraio 2017
  • Gennaio 2017
  • Dicembre 2016
  • Novembre 2016
  • Ottobre 2016
  • Settembre 2016
  • Luglio 2016
  • Giugno 2016
  • Maggio 2016
  • Aprile 2016
  • Marzo 2016
  • Febbraio 2016
  • Gennaio 2016
Tag
Appennino banche Barbiana Berlusconi cattolici chiesa cinema comunicazione Costituzione cultura democrazia don Milani elezioni fede firenze Francesco Gerusalemme Gesù giornalismo giornalisti guerra informazione Italia lavoro Messa misericordia montagna Natale Palestina papa Francesco Pistoia Poggio a Caiano politica populismo Prato Quarrata referendum Renzi Resistenza Salvini San Marcello San Marcello Pistoiese scuola Ucsi Vangelo
Blog Amici

blog.rinnovabili.it/author/amasullo
ilsismografo.blogspot.it
www.lineefuture.it

Siti che mi piacciono

www.ucsi.it
www.lastampa.it/vaticaninsider/ita
www.perunaltracitta.org/la-citta-invisibile/
www.toscanaoggi.it
www.greenaccord.org
www.toscana-notizie.it
www.aiart.org
www.nexteconomia.org

IN BREVE
IN BREVE

Città di confine sul mare, luogo di scambi, invito a non perdere la rotta. Ma anche memoria che nel mio paese di montagna c’è un luogo che, chissà perché, si chiama proprio così: Trebisonda.

[feedburner user="asad" heading="Subscribe to our newsletter:" label="Email Address" button_text="SUBMIT"]

I social de la Trebisonda
Visit Us On TwitterVisit Us On FacebookVisit Us On Linkedin
Dona

Magari potrà essere utile, in futuro, per raccogliere denari. Utili a qualche buona pratica.

Facebook Twitter Instagram Pinterest
© 2022 ThemeSphere. Designed by ThemeSphere.

Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.