Elezioni, elezioni, ancora elezioni. In quel di Poggio a Caiano (Prato), domenica 10 giugno si vota per l’amministrazione comunale. Nel più piccolo (come territorio) fra i Comuni toscani, si confrontano solo due candidati: il vicesindaco uscente Francesco Puggelli, medico al Meyer di Firenze, e la praticante avvocatessa Diletta Bresci. Assai chiare le rispettive posizioni politiche: leghista Diletta e pd Francesco. Uno scontro diretto, insomma, fra centrosinistra e centrodestra (a guida leghista).
Da notare che i 5Stelle, pure reduci da un discreto risultato alle politiche del 4 marzo (quasi 1.300 voti con una percentuale del 23%), alle amministrative non si presentano: loro stessi hanno confessato la verità, cioè di non aver trovato candidati per sostenere una elezione.
Con oltre 2 mila voti (quasi il 38% la maggioranza dei voti presa proprio dai leghisti) è stata la coalizione di centrodestra a “vincere” in un Comune tradizionalmente, in un passato ormai antico, a trazione “bianca” e da molto governato dal centro sinistra. Va anche notato che, specie nell’ultimo quinquennio, il sindaco uscente con due mandati alle spalle, Marco Martini (un passato nel Partito Popolare, nella Margherita e adesso nel PD sia pure da posizioni non renziane), non ha avuto opposizione di alcun genere: il centrodestra poggese si è, in pratica, dissolto.
Penalizzato non poco dalla candidatura imposta dal Pd (uno come Benedetto della Vedova era chiaro avesse scarso appeal), qui al Poggio il centrosinistra si è fermato, lo scorso 4 maggio, al 32% con neppure 1.800 voti di cui quasi 1.600 per il PD.
Il risultato può certo capovolgersi. E in un Comune dove l’amministrazione uscente non ha certo mal governato (da notare che Poggio è uno dei Comuni fortemente resistenti contro l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola) e dove il centrosinistra ha candidati tutti locali, sarà interessante vedere alle Amministrative il comportamento degli elettori poggesi, specie di quelli che pochi mesi prima alle Politiche hanno votato grillini e destre. Insisteranno in un voto politico “contro” oppure, visto che in ballo è il futuro dell’istituzione più vicina, sceglieranno su altri parametri? E le vicende nazionali (forse il 10 giugno la telenovela del governo Lega/5Stelle sarà terminata. Chissà come) avranno o no un peso nel livello locale?
Da notare una singolare gaffe in cui è incorsa la campagna elettorale leghista. Hanno chiesto che l’ingresso dei residenti poggesi nella Villa Medicea (la villa di Lorenzo: orgoglio e vanto dell’intera comunità) venisse reso gratuito per i residenti. Facile la divertita replica dalla segreteria Pd visto che quell’ingresso è gratuito, per i residenti, ormai da molti anni. “Uno strafalcione – tutta in discesa la risposta pd – che rende bene la misura di quanto queste persone conoscano davvero il territorio”.
E facile anche, dal centrosinistra, l’ironia sulla composizione della lista che sostiene la candidata leghista: Bresci e alleati avevano sostenuto che i loro candidati residenti al Poggio erano 9 ma in realtà – sottolinea il Pd – sono soltanto 7. “Per noi – affonda facile il Pd – non è certo un problema ma riempirsi la bocca di “prima i poggesi” (questo lo slogan del centro destra, ndr) e non trovare nemmeno 12 persone disposte a candidarsi rappresenta proprio una bella contraddizione”.
In effetti sia la rinuncia dei 5Stelle sia la composizione della lista a trazione leghista dimostrano quanto sia difficile trovare, e far crescere, una classe dirigente locale che sia radicata, credibile, preparata, espressione della comunità. Intanto il centrodestra ha chiamato, in un bar proprio davanti alla Villa Medicea, nientemeno che l’ex ministra Mara Carfagna. E i social si sono subito scatenati con l’ironia del “mi raccomando alla Mara non fatele pagare il biglietto d’ingresso in Villa”.