Si chiamava Olinto e con sua moglie Teresa, avendo già un sacco di figli e figlie (fra l’Otto e il Novecento si usava così), un annetto dopo l’appello di don Luigi Sturzo ai “liberi e forti“, pensò bene di concepire l’ultima figlia: Nerina. Che poi una trentina, e più, di anni dopo pensò bene, con il suo Eugenio, di concepire me.
Mi è tornato in mente proprio oggi, Olinto. Proprio oggi: 18 gennaio 2019, a un secolo esatto da quell’appello di quel prete che dette vita al Partito Popolare Italiano. Sui monti di Pistoia, attorno a San Marcello, mio nonno fu uno dei fondatori locali di quel partito.
Pensando di prenderli in giro, avversari socialisti e massoni li chiamavano con un nomignolo (“pipioni“) di cui loro, tutto sommato, andavano virilmente fieri. E un secolo dopo io sono fiero di aver avuto come nonno quell’Olinto che morì quando ero piccolino e nei suoi ultimi respiri di vita mi volle accanto a lui, sul letto, per dirmi “ricordati sempre del tuo nonno che ti ha voluto tanto bene“.
Me lo ricordo così, Olinto, operaio e “pipione” di San Marcello Pistoiese e dintorni. E spero che da Lassù, insieme a tanti altri, faccia il tifo perché qualcuno, fra i cattolici e le tante persone di buona volontà di un oggi così politicamente deprimente e pericoloso, non si scordi di essere sia “libero” che “forte”. Ciao, nonno Olinto.