Betfage, sulla strada per Betania, sta – a Gerusalemme – assai vicino a una parte conosciutissima e molto frequentata nei pellegrinaggi: il Monte degli Ulivi. Da qui, dal villaggio di Betfage, comincia l’ingresso trionfale, che si ricorda oggi domenica delle Palme, di Gesù in Gerusalemme. Erano così tanti quelli che stavano, in modi diversi, per tradirlo e abbandonarlo che davvero in tanti lo osannarono, quel giorno, mentre lui – il Figlio di Dio – cavalcava umile, e consapevole, su un asinello.
Chi guidava il nostro recente pellegrinaggio ha, giustamente, voluto che la visita agli Ulivi cominciasse proprio da Betfage dove i francescani hanno eretto una piccola chiesa oggi assai poco frequentata. Ci va assai meno gente, in quel di Betfage. I pullman dei pellegrinaggi ci arrivano malvolentieri e il luogo del trionfo (apparente) di Cristo e dell’inizio della folla osannante (la stessa che pochi giorni dopo avrebbe “votato” Barabba in quella sorta di referendum fra il Giusto e il Deliquente), è praticamente abbandonato, vuoto, deserto.
Per colpa del muro che taglia, anche in questa parte di Terrasanta, i territori palestinesi da quelli di Israele. Per arrivarci bisogna fare un lungo giro che, nell’economia dei tempi serrati, spesso si preferisce saltare. Ha un che di simbolico, anche qui, il muraglione in cemento armato che è impossibile non vedere. E come davanti a tutte le barriere c’è chi sta “di qua” e chi “oltre”. Le suore di questo convento, e Gesù sull’asinello, stanno oltre.