Chissà cosa muove a rubare quella Madonnina, con in braccio il Bambino che sta per nascere, in un luogo così freddo. Lo hanno fatto, per la terza volta, in quella ghiacciaia nella valle del Reno (il fiume emiliano che nasce sui monti pistoiesi) e ogni volta il bravo scultore dal cognome simpatico (Begliomini) l’ha rimodellata.
E subito dopo gli abitanti del paese (Le Piastre) l’hanno ricollocata: in quell’antico residuo dove dal Settecento fino a metà secolo scorso, accanto al fiume, in un’area freschissima, si produceva un ghiaccio poi spedito in mezza Italia.
Oggi resta un bel manufatto, intitolato alla “Madonnina”, dentro un intrigante Ecomuseo; e resta una Madonnina destinata a essere rubata, chissà perchè, con il suo Bambino.
Chi fa una cosa del genere, ma oggi anche chi si diverte a polemizzare sull’orario della Messa di mezzanotte, possiede un cuore davvero di ghiaccio. Magari la forza di quel Bambino e l’amore di quella Madre finiranno per scioglierli, quei cuori, freddi e intristiti.