Quando ero chierichetto. Ricordo bene le Messe di mezzanotte, su a San Marcello: quelle di Natale e Pasqua. Don Luigi, il parroco, era bravissimo a calcolare i tempi: entrambe le Messe, solenni, iniziavano un quarto d’ora prima in modo che i 24 rintocchi iniziassero, esatti, proprio al momento del Gloria.
Il Vaticano II doveva ancora nascere. E tutti, in una chiesa zeppa, si biascicava preghiere oscure in un latino improbabile (“suscipiatte dominumme …”). Nessuno capiva un tubo, in quelle litanie, ma Gesù era il primo a fregarsene: Lui nasceva comunque, così come comunque a Pasqua risorgeva. E nasceva perfino in quelle chiese dove il parroco, il tempo del Gloria, lo sforava in eccesso o in difetto.
Trovo delirante, emblema di un Paese davvero singolare, tutto questo inutile caos sull’orario di avvio delle Messe nella notte del Natale 2020. Fra l’altro sono decenni che quelle Messe le vedo iniziare, per motivi anche pratici, a orari anticipati. Chi ora si lamenta, forse la chiesa la frequenta pochino.