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Home»Territorio»IN MEMORIA DI UMBERTO
Territorio

IN MEMORIA DI UMBERTO

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini28 Novembre 2016Nessun commento4 Mins Read
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Ieri, prima domenica di questo Avvento 2016, su a San Marcello Pistoiese è stata ricordata una persona morta proprio 20 anni fa. A me, causa altri impegni veri, non è stato possibile esserci e – sono sincero – un po’ mi è dispiaciuto: conoscevo bene quella persona, conosco la moglie (una signora che, anno più anno meno, ha l’età che oggi avrebbe avuto mia mamma e che sta invecchiando con una serenità e una pace interiore che le si leggono in volto). E sono amico dei figli, uno dei quali – il maggiore – è stato compagno di scuole elementari e medie nonché anche vicino di casa quando su, a San Marcello, abitavamo nel “Poggiolo”.

Quel ricordo è avvenuto, ieri, anche in chiesa. Nella chiesa “propositurale” caratterizzata, in alto, da una scritta che in latino ci ricorda la necessità di “temere Dio” (un “temere” che io ho sempre interpretato come “amare”). E non poteva essere altrimenti visto che la persona era, come si dice, “uno di Chiesa”: credente in Cristo che non aveva timore a mostrarsi in quanto tale; efficace organizzatore di attività parrocchiali; catechista capace di usare mezzi per allora (fine anni Cinquanta. Secolo scorso) all’avanguardia (le famose … “filmine” della San Paolo); animatore di un volontariato autentico.

E qui bisogna farci una riflessione: già, perché non sempre le attività di volontariato, anche oggi, risultano “autentiche” essendo spesso mescolate con “rimborsi” o finalità anche comprensibili ma spesso estranee a un concetto “puro” di volontariato (fare qualcosa per gli altri, specie i più fragili, mettendosi a loro servizio in modo disinteressato e dunque senza aspettarsi ricompense. Anzi: dovendo pure rimettersi “di tasca” o finendo per prendersi ironie se non offese).

No: questa persona – diciamo mezzo secolo fa – era un volontario, e un organizzatore di volontariato, autentico. Con una Caritas ai primi passi, inventò strumenti di presenza fra i più deboli che ancora oggi colpiscono quanto a modernità di impianto. Ricordo, ad esempio, il gruppo ogni giorno impegnato presso il piccolo ospedale locale (quello oggi chiamato con una sigla incomprensibile – PIOT – che comunque rimanda a un sostanziale ridimensionamento) per aiutare i ricoverati impediti, e privi di parenti, nelle azioni più elementari partendo dal mangiare una minestra o bere un bicchiere d’acqua. “Cucchiaio teso”: così, scherzando e riferendosi al movimento delle “mani tese”, qualcuno definiva questa attività così semplice e umile ma così pratica ed essenziale.

Ma ricordo anche come lui, per una vita bancario, si fosse inventato un sistema tanto efficace quanto anonimo per aiutare le persone e le famiglie in difficoltà: chi voleva, poteva aderire a un “fondo” economico alimentandolo, ogni mese, con quote che poi venivano utilizzate per assai concrete finalità solidaristiche e civili.

Era, questa persona ieri ricordata a San Marcello, molto efficace anche come organizzatore di quelli che oggi si chiamerebbero “eventi”: dalle processioni (che allora si facevano, con grande presenza di popolo) alle mitiche gite parrocchiali. E ciò in un contesto decisamente lontano da un certo “vuoto”, in primis di valori, che tutti noi respiriamo in un oggi dove al massimo, la domenica, in processione si va, tutti ordinati, in qualche centro commerciale.

Un uomo di fede e di azione che è stato giusto ricordare. Non sono mancate proposte per intitolare a questa persona una via, o un tratto di via, significativa per la piccola comunità di San Marcello Pistoiese. Mi permetto di unirmi anche io a questa richiesta: se da un lato ciò contrasta con il “nocciolo duro” della persona di cui sto parlando (faceva ciò che faceva a prescindere da possibili riconoscimenti. Anzi, nel suo “fare” erano più le ironie da mettere in conto che non gli applausi), dall’altro lato è comunque giusto che una comunità non perda la memoria di suoi personaggi comunque significativi.

Dunque vediamo se chi ha questo potere riterrà di muoversi in questa direzione che non è certo la più importante, ma può comunque essere “un segno” di piccola, condivisa, memoria locale.

Ho voluto anche io unirmi, sia pure da lontano, nel ricordo di Umberto Arcangeli.

chiesa memoria ricordo San Marcello Pistoiese Umberto Arcangeli volontariato
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