• Home
  • Giornalismo
  • Cultura
  • Chiesa
  • Territorio
  • Politica
  • Viaggi
  • Spunti
  • L’autore
  • Contatti
Facebook Twitter Instagram
La Trebisonda Blog
  • Home
  • Giornalismo
  • Cultura
  • Chiesa
  • Territorio
  • Politica
  • Viaggi
  • Spunti
  • L’autore
  • Contatti
La Trebisonda Blog
Home»Politica»TASSA PIATTA E “CAMBIAMENTO”
Politica

TASSA PIATTA E “CAMBIAMENTO”

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini8 Giugno 2018Nessun commento4 Mins Read
Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
Share
Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

Lungi da me passare per uno che ci capisce. In realtà nulla ci capisco, nelle questioni economiche e tantomeno in quelle fiscali. So solo, a proposito di tassa, che, da dipendente, ho sempre pagate tutte le tasse e che, oggi da pensionato, continuo a pagarle tutte: un po’ perché credo nel dovere civico di pagarle, le tasse; e un po’ per la mia condizione di pagatore anticipato.

Non mi sono neppure estranei i ragionamenti circa l’elevata (la troppo elevata) e complicata (troppo complicata) imposizione fiscale in un Paese dove peraltro (ecco il punto vero) l’evasione è altissima e la politica è assai “disattenta” su questo fronte.

Oggi, con il governo “del cambiamento” e con la cosiddetta “pace fiscale”, sento tornare in voga una “soluzione” (il vecchio condono) cui non credo basti mutare il nome per renderla giusta. Ma soprattutto sento parlare di “tassa piatta”, che però partirebbe avendone già tradito il presupposto di base (l’aliquota unica).

Ho ascoltato, in radio, una trasmissione che ha contribuito a radicalizzare ancor di più la mia contrarietà. Veniva commentata la frase, poi parzialmente rettificata, di uno dei due vicepresidenti del Consiglio (quello leghista): per lui, non a caso alleato non solo con i 5Stelle ma soprattutto con Berlusconi, con la tassa piatta “tutti ci guadagnano” perché se uno “fattura di più e paga di più, reinveste di più e crea lavoro in più”.

Insomma: se benestanti e ricchi pagano meno tasse, questo loro indubbio vantaggio finirebbe per aiutare, in una sorta di trascinamento, anche le fasce più basse di reddito.

Si tratta, come mi hanno fatto capire alla radio, di una teoria economica chiamata del “trickle-down” o, in italiano, “gocciolamento dall’alto verso il basso”. Si basa – leggo su Wikipedia, ma credo sia corretto – “sull’assunto secondo cui i benefici economici elargiti a vantaggio dei ceti abbienti (in termini di alleggerimento dell’imposizione fiscale) favoriscono necessariamente, e ipso facto, l’intera società, comprese la middle class e le fasce di popolazione marginali e disagiate”.

Ripeto: non ci capisco nulla. Un esperto “di destra” (sono affezionato a categorie del genere) potrà certo dimostrare la validità, applicata all’Italia, di una teoria che a me (anche senza aver consultato esperti “di sinistra”) pare comunque ingiusta, immorale. Perfino non costituzionale.

A me questa tipo di tassa, non a caso in voga negli USA, puzza di filantropia. E a me la filantropia, nè quella ottocentesca nè quella rivestita da panni moderni, proprio non piace.

L’idea che dalla sfarzose pieghe del vestito del ricco, aiutato dallo Stato a essere sempre più ricco, possano scendere (pochi) centesimi in favore di un povero quasi obbligato, per questo, a ringraziare umilmente il ricco, proprio mi pare antica e offensiva. Offensiva, questa sorta di elemosina, anche per la dignità del ricco non solo per quella del povero.

Il Vangelo di Cristo – da cui secoli di sapienti hanno derivato un importante pensiero sociale e su cui, in campagna elettorale ha “giurato” (sic) Matteo Salvini – mi indirizza verso altre frontiere. Che volete farci? “La giustizia è la prima via della carità“, ricordava, nel solco di un pensiero davvero lungo, Benedetto XVI nella sua “Caritas in veritate“.

E la Costituzione del 1948 fa mi conferma, con l’articolo 53, che il “concorrere”, da parte di “tutti” (nessuno escluso) alle “spese pubbliche” (ospedali, scuole, welfare …) deve avvenire in base alle “capacità contributive” di ciascuno. In un sistema tributario non a caso “informato a criteri di progressività”. Se i Costituenti avessero voluto altre strade, oggi capaci di sostenere impostazioni “filantropiche”, avrebbero scritto ben altre parole.

In un contesto mondiale dove (Oxfam) l’1% della popolazione possiede l’82% della ricchezza e in un contesto italiano dove il 5% dei più ricchi possiede il 21,5% della ricchezza nazionale netta, un “cambiamento” è certo obbligatorio. Ma attenzione a cosa si cambia e a come lo si cambia.

Costituzione filantropia tassa Vangelo
Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
Mauro Banchini
  • Facebook
  • Twitter

Informazioni biografiche a questo link

Related Posts

Pediatra cercasi per bambini di montagna

6 Novembre 2021

SULL’APPELLO DEL VESCOVO FAUSTO A RISCOPRIRE LA POLITICA

31 Gennaio 2021

UNA “PATRIMONIALE” CHE CERTO NON SI FARA’.

30 Novembre 2020
Loading Facebook Comments ...

Leave A Reply Cancel Reply

Cerca
Categorie
  • Chiesa
  • Cultura
  • Giornalismo
  • Politica
  • Senza categoria
  • Spunti
  • Territorio
  • Viaggi
Archivi
  • Novembre 2021
  • Maggio 2021
  • Febbraio 2021
  • Gennaio 2021
  • Dicembre 2020
  • Novembre 2020
  • Ottobre 2020
  • Marzo 2020
  • Febbraio 2020
  • Gennaio 2020
  • Dicembre 2019
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Luglio 2019
  • Giugno 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Marzo 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Luglio 2018
  • Giugno 2018
  • Maggio 2018
  • Aprile 2018
  • Marzo 2018
  • Febbraio 2018
  • Gennaio 2018
  • Dicembre 2017
  • Novembre 2017
  • Ottobre 2017
  • Settembre 2017
  • Giugno 2017
  • Maggio 2017
  • Aprile 2017
  • Marzo 2017
  • Febbraio 2017
  • Gennaio 2017
  • Dicembre 2016
  • Novembre 2016
  • Ottobre 2016
  • Settembre 2016
  • Luglio 2016
  • Giugno 2016
  • Maggio 2016
  • Aprile 2016
  • Marzo 2016
  • Febbraio 2016
  • Gennaio 2016
Tag
Appennino banche Barbiana Berlusconi cattolici chiesa cinema comunicazione Costituzione cultura democrazia don Milani elezioni fede firenze Francesco Gerusalemme Gesù giornalismo giornalisti guerra informazione Italia lavoro Messa misericordia montagna Natale Palestina papa Francesco Pistoia Poggio a Caiano politica populismo Prato Quarrata referendum Renzi Resistenza Salvini San Marcello San Marcello Pistoiese scuola Ucsi Vangelo
Blog Amici

blog.rinnovabili.it/author/amasullo
ilsismografo.blogspot.it
www.lineefuture.it

Siti che mi piacciono

www.ucsi.it
www.lastampa.it/vaticaninsider/ita
www.perunaltracitta.org/la-citta-invisibile/
www.toscanaoggi.it
www.greenaccord.org
www.toscana-notizie.it
www.aiart.org
www.nexteconomia.org

IN BREVE
IN BREVE

Città di confine sul mare, luogo di scambi, invito a non perdere la rotta. Ma anche memoria che nel mio paese di montagna c’è un luogo che, chissà perché, si chiama proprio così: Trebisonda.

[feedburner user="asad" heading="Subscribe to our newsletter:" label="Email Address" button_text="SUBMIT"]

I social de la Trebisonda
Visit Us On TwitterVisit Us On FacebookVisit Us On Linkedin
Dona

Magari potrà essere utile, in futuro, per raccogliere denari. Utili a qualche buona pratica.

Facebook Twitter Instagram Pinterest
© 2023 ThemeSphere. Designed by ThemeSphere.

Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.