“Investire no carbon, valorizzare il nostro ruolo di consumatori critici, sostenere le aziende che tutelano ambiente e lavoro, difendere la bellezza dei nostri territori”. Invitare in cattedrale Leonardo Becchetti, economista ormai famoso nell’ambito degli studi verso una economia “altra”, è stata una mossa giusta da parte della diocesi di Pistoia: e il prof. Becchetti non ha certo mancato nel suo ruolo di stimolatore con una serie di inviti, molto concreti, anche a un mondo cattolico che dalla sua avrebbe i fenomenali input di una enciclica recente (la “Laudato Si” di Papa Francesco) che ha fatto molto parlare ma che purtroppo non pare altrettanto acquisita nella mentalità ordinaria.
Proprio del rapporto tra finanza, economia e scelte ambientali si è parlato in un recente forum, ospitato qui in Toscana, su iniziativa di Greenaccord. Fra i relatori che mi hanno colpito, il presidente di Fondazione Banca Etica, Andrea Baranes con un invito e un esempio: l’invito, coerente con quello di Becchetti, a esercitare pressioni dal basso affinché economia e finanza imbocchino strade diverse smettendola con il sostegno all’economia “carbon” (che tanti danni, danni enormi, ha fatto e sta facendo al nostro clima) e passando invece a sostenere energie “rinnovabili”, più pulite. Sostenibili.
L’esempio di pressioni dal basso per disinvestire dalle energie fossili passando alle rinnovabili, Baranes lo ha preso da piccoli gruppi di suore statunitensi: loro, e altri movimenti religiosi, acquistano azioni, poche azioni, di grandi società in modo da poter intervenire nelle assemblee portando lì la loro voce sul rispetto dell’ambiente, sull’intreccio fra responsabilità e sostenibilità. Voce flebile, si dirà: inutile esempio di pura testimonianza, romanticismo o poco più. Sicuri?
A giugno scorso ha fatto scalpore, negli USA di Trump e non solo, la notizia che la maggioranza degli azionisti di ExxonMobil (la più grande multinazionale petrolifera al mondo) ha votato a favore di una mozione che chiede alla compagnia di “riferire su come la sua attività sarà influenzata dagli sforzi in corso in tutto il mondo per combattere i cambiamenti climatici”. Fra i presentatori, molti i piccoli azionisti (quelli, appunto, di minoranza: i “romantici”) motivati dalla fede in Gesù Cristo: piccoli Davide, hanno convinto il 62,3% degli azionisti della Exxon (!) a votare per una transizione graduale verso un’economia a low carbon.
Interessante a tale proposito anche il lavoro di una “rete” interreligiosa (la ICCR) che negli USA si batte – al suono di “Ispirati dalla fede, impegnati nella azione” – per un mondo diverso. E intrigante quanto accaduto pochi mesi fa, in luglio, a Lancaster (Pennsylvania) dove un gruppo di combattive suore cattoliche ha costruito una piccola cappella all’aria aperta per protestare contro un oleodotto su un campo agricolo.
AAA suore (ma anche credenti laici) cercasi, anche qui da noi, per questo tipo di impegni concreti, utopici e insieme realistici, in favore di madre terra. “Illumina i padroni del potere e del denaro perché non cadano nel peccato dell’indifferenza, amino il bene comune, promuovano i deboli e abbiano cura di questo mondo che abitiamo“. Lo scrive, nella preghiera finale della sua enciclica sui “poveri” e sulla “terra”, Papa Francesco. Ma perché lo scrive? E per chi lo scrive?