Anche al Poggio, come in tante altre città e paesi qui vicini, Natale significa ghiaccio. Più o meno naturale. E pista per, più o meno, pattinare. Evviva e auguri di successo. Ma certi scivoloni – di cui qui si scrive – non riguardano il ghiaccio fabbricato da un macchinario energivoro. Riguardano il fango. Riguardano la piazza. Riguardano le donne.
Il fango di cui al Poggio non si parla più: come se non ci fosse stato, come se nessuno avesse avuto danni, come se un sindaco potesse permettersi – a differenza di tutti i suoi colleghi, di comunità alluvionate, impegnati a fare il loro dovere – di ignorare il post alluvione. A scivolare, il sindaco Riccardo Palandri – “civico” di destra, in imbranato pattinaggio doppio con l’assessore Leonardo Mastropieri (lavori pubblici), coppia di fatto – è anche riuscito sulla piazza.
E una bella scivolata, sull’universo femminile, l’ha fatta subito anche Mauro Mazzoni, neo presidente del Consiglio Comunale. Buona lettura.

PIAZZA 1: AGORA’ O ROTONDA? – Quella piazza, rifatta in quel modo secondo un progetto iniziatio dal centrosinistra, la destra poggese non l’ha mai voluta. Tutti ricordiamo ferocissime polemiche, anche attraverso social amici, in particolare su Aria Nuova, per l’intera campagna elettorale. Polemiche anche sgangherate, come quella sui rischi che avrebbe corso il fin allora ignorato (dalla destra) monumento ai caduti.
Qualcuno ricorda una intervista (La Nazione 5 marzo 2023) al candidato “civico” Palandri. “Uno dei nostri primi impegni appena insediati alla guida del Comune – disse con lodevole chiarezza – sarà presentare una variante al progetto”.
Fin da allora erano chiare, sul rifacimento della piazza, due visioni opposte. Il centrosinistra da un lato con una piazza “agorà”: dunque spazio civico per aiutare i cittadini, già sconvolti dal traffico caotico e dall’inquinamento, a stare insieme in una piazza contenitrice di iniziative, incontri, occasioni anche per aiutare i piccoli negozi di prossimità.
Dall’altro lato la destra con una piazza ridotta a “rotonda automobilistica” da cui scappare veloci verso altre mete di cittadinanza e di commercio: da qui le polemiche sui costi esagerati. Perché, come normale secondo quella visione, una rotonda è solo una rotonda.
===
PIAZZA 2: LA REALTA’ E’ DIVERSA – Ridotta all’osso la polemica sulla piazza è tutta qui. “Agorà” per far stare meglio i cittadini o “rotonda” per far correre più veloci le auto?
Vinte (sia pure per poco) le elezioni, Palandri e il suo “esperto” Mastropieri si sono dovuti confrontare con la realtà. Hanno tentato di mettere i bastoni fra le ruote. Hanno pensato che il pretesto più facile per farlo fossero le questioni di viabilità e hanno puntato su esse, favoriti anche da una certa complessità (e opacità) tecnico/politica della vicenda.
Non si sono accorti di una cosa: non solo i lavori erano iniziati in perfetta regola (e non poteva essere altrimenti) ma l’intreccio con la questione traffico non esisteva (il restyling della piazza era neutrale rispetto al traffico: in altre parole non c’era verso alcuno di sospendere quei lavori con la scusa della viabilità. Trattasi di due questioni collegate ma distinte).
===
PIAZZA 3: LA TENTAZIONE DI SOSPENDERE – La tenacia con cui hanno fatto confusione stupisce. Ne hanno tentate di tutte pur di scaricare su altri (partendo dal detto ripetuto “è colpa del Puggelli”) le colpe.
L’atto forte in tale tenacia è una delibera di Giunta: la 79 del 19 luglio. Proposta da Mastropieri e adottata all’unanimità. L’atto scrive una cosa impropria, sia pure sfumandola, come poi dimostrato dai fatti: “le verifiche effettuate dagli enti sovraordinati (Provincia e Regione, ndr) sembrano incidere sull’intero progetto”. Non era vero.
La delibera di Giunta affida al suo Ufficio Tecnico un indirizzo politico preciso: verificare il caso piazza “valutando anche l’opportunità di procedere a una cautelativa sospensione tecnica dell’intervento”. 13 parole importanti che – ecco il punto – indicano anche la possibilità di puntare su una “sospensione”.
===

PIAZZA 4: IL PARERE NEL CASSETTO – In base a tale indirizzo politico del 19 luglio, giustamente l’Ufficio Tecnico comunale, il successivo 11 settembre, chiese un parere legale a un importante studio fiorentino. Parere arrivato il 18 settembre.
Il contenuto del parere adesso è noto, ma per oltre due mesi è rimasto un segreto: sindaco e assessore non ne hanno mai parlato né in Consiglio né sui media. Comportamento grave. Opacità brutta. Mancanza di trasparenza pesante. Un’autentica offesa al diritto dei cittadini di conoscere.
Le 14 pagine di parere legale (chiesto dal Comune e pagato quasi 6 mila euro) davano a sindaco e assessore torto marcio.
In sintesi. Il legale conferma che i lavori della piazza erano stati iniziati e proseguiti a regola d’arte; aggiunge che nulla c’entravano con la viabilità perché una volta terminata la piazza secondo il restyling, tutte le soluzioni viarie restano possibili; avverte la Giunta che interrompere o sospendere quei lavori non è possibile anche perché così si rischierebbe un danno erariale.
Un’autentica debacle per la giunta e per i suoi fedeli mentre nel frattempo i lavori – che dovevano finire entro novembre regalandoci un Natale con la piazza rinnovata – erano stati sospesi: con una Giunta pronta a scaricare su altri (Puggelli, il direttore lavori, la ditta esecutrice …) ogni colpa.
===
PIAZZA 5: I DOPPI SENSI DI RICCARDO – Palandri e Mastropieri, in chiaro marasma fantozziano, pochi giorni fa hanno rifiutato la sfida di Puggelli a un confronto pubblico.
L’opposizione ha diffuso le 14 pagine del parere legale (da essa ottenuto poche ore prima, grazie al diritto di accesso) e adesso i lavori sono ripresi con una situazione kafkiana: chi ha passato mesi a contestare radicalmente il restyling della piazza (la destra) adesso si sbraccia a difenderlo e rimanda a una fase successiva le questioni sulla viabilità.
L’assessore annuncia che i sensi unici torneranno sui due ponti vicini (Mulino e All’asse) per la gioia di chi adesso aveva apprezzato il senso unico su via Vittorio Emanuele II e per la curiosità di chi si chiede quanto “intelligente” sarà il semaforo sul primo ponte; si precisa che su quei ponti potranno transitare soltanto mezzi superleggeri (camioncini o poco più) per la curiosità di chi si chiede quanto tutto ciò sia compatibile con le attività produttive poggesi; si conferma che la visione destrorsa della Piazza XX settembre non è da “agorà” ma è da semplice “rotonda” per auto.
Vedremo come andrà a finire. Anche con i doppi sensi del sindaco. Vedremo la nuova piazza e se accadrà come già accaduto con il nuovo ponte “Manetti” (tante critiche prima e tante lodi dopo per la sua bellezza, anche da chi prima criticava). E vedremo la viabilità secondo Leonardo: non il genio nato a Vinci, ma l’assessore chiamato dal sindaco perché “esperto”.
===

CHI SCIVOLA SUL FANGO E CHI SU ALTRO – Ha stupito il silenzio del sindaco Riccardo, nella prima seduta utile, sul dopo alluvione. Scivolando sul fango, si è limitato a una cronistoria di quanto accaduto in quelle ore, ma ha liquidato il tutto come “vicenda chiusa”. E adesso il Poggio, con cittadini comunque dannegiati e alla ricerca di rimborsi, assiste sconcertata al silenzio del Comune.
Non ha invece stupito il primo scivolone del neo presidente del Consiglio Comunale Mauro Mazzoni. Nella nuova veste, di assoluta garanzia istituzionale, lui sarebbe obbligato a rappresentare non i “suoi” ma l’intero Consiglio, opposizione compresa.
Chi ha visto all’opera Mazzoni in questi mesi, conosce la sua vis polemica e la sua determinazione di parte. E’ sempre intervenuto, e sempre in modo polemico, a sostegno dell’ancora inesperto capogruppo di maggioranza. Non stupisce: Mazzoni ha fatto politica per decenni e certo non nasconde, anzi le esalta, le sue opinioni di cattolico super integralista e iper tradizionalista.
Diffonde le tesi di un’agenzia stampa ferocemente antibergogliana. Ma questo non pare dar noia a un sindaco che pure tolse le deleghe a un altro consigliere perché le durissime posizioni social di quest’ultimo – esempio su vaccini, green pass e mascherine anticovid – mettevano in imbarazzo la Giunta. Campanelli fatto fuori per le sue idee, e Mazzoni promosso per le sue? Funziona così?
===
UN POST RETROGRADO – Eletto da poche ore, Mazzoni ha condiviso, su un social, un post che non è stato difficile definire sessista e retrogrado: una battuta, che forse voleva essere scherzosa, molto critica, nei giorni in cui l’Italia ha provato orrore per un nuovo femminicidio, con le le donne scese in piazza contro una violenza giudicata, spesso, “patriarcale”.
Un gesto che a Mazzoni è costato la pubblica reprimenda da un consigliere regionale che giustamente ha sottolineato l’inopportunità di contestare le donne scese in piazza e accusate, anche da Mazzoni, di aver ottenuto “il possesso della casa dell’ex”, di aver ottenuto “l’assegno di mantenimento” per poi andare “in piazza con il cartello no al patriarcato”.
Un consiglio non richiesto, al presidente Mazzoni: ci stia più attento a ciò che scrive. Adesso che è non più semplice consigliere ma addirittura (e retribuito) presidente del Consiglio Comunale, faccia più attenzione al concetto di “inopportunità”.
===
QUANTO PRENDONO AL MESE? – Un Consiglio silente sul post alluvione, ha però eletto un (per molti inutile) presidente di Consiglio. Il predestinato era il centrista Mauro Mazzoni. Che però ha avuto solo i 9 voti della sua maggioranza (ha dovuto pure votare per sé altrimenti i voti non sarebbero bastati per il quorum qualificato necessario alle prime votazioni).
Contraria alla doppia figura (la presidenza e la vicepresidenza del Consiglio Comunale) giudicata inutile, l’opposizione si è assentata dall’aula. Segnale forte di chiaro dissenso.
Al presidente del Consiglio (figura inutile secondo molti, perfino secondo qualcuno nella stessa maggioranza, bene consapevoli che è solo un “contentino” politico. Come capita in tanti altri Comuni: destra, sinistra, centro), a Mauro Mazzoni spetta una indennità mensile.
Dal primo gennaio 2024 saranno, per Mazzoni, 400 euro lordi, cioè il 10% dei 4.000 euro lordi ogni mese incassati dal sindaco Palandri. Altri 2.000 euro lordi mensili li incasserà la vicesindaco Diletta Bresci e altri 1.800, sempre ogni mese, li incasseranno ciascuno degli altri due assessori: Leonardo Mastropieri e Piero Baroncelli. Tutto regolare e trasparente, ci mancherebbe. Sono cifre previste per norma. In tutti i Consigli delle nostre dimensioni.
===

LA SORPRESA DI CHIARA – Assenti gli oppositori anche alla votazione dopo: quella che ha eletto il vicepresidente del Consiglio Comunale. E qui c’è stata una piccola sorpresa.
Molti si aspettavano che la scelta cadesse su uno dei tre consiglieri rimasti privi di cariche (oltre al già scaricato Campanelli, i due taciturni: Matteo Bonfanti e Alessandro Mancini). Ma è stata invece scelta Chiara Guazzini, consigliera già titolare di una delega (biblioteca) e dunque già beneficiata di una grande fiducia, essendo quello un incarico fiduciario da parte del sindaco. Difficile pensare che chi ha la fiducia del sindaco, con un incarico para/assessorile possa cambiarsi giacca e presiedere in modo imparziale.
A scanso di equivoci: nessun problema; tutto in regola; Guazzini può certo farlo. E oltretutto c’è da credere che saranno poche le volte che Mazzoni sarà assente e che dunque Guazzini dovrà intervenire. In ogni caso anche questa seconda scelta spiega qualcosa rispetto alle difficoltà di questa maggioranza. Difficoltà per adesso tutte bene sopite. Domani chissà.
POGGIO (A CAIANO) E … BUCA di Mauro Banchini – 7 dicembre 2023 – n. 35