Fossi un elettore di Quarrata avrei davvero qualche problema a trovare motivazione sufficiente per andare ai seggi nel prossimo marzo. Nella ripartizione dei Collegi per le elezioni politiche 2018, infatti, per chissà quale meccanismo (la fretta, l’improvvisazione, la cialtroneria …) i quarratini si troveranno inseriti in collegi sempre diversi e sempre fuori dal resto della provincia di Pistoia. Fa davvero effetto vedere, sulle carte, la stranezza di trattamento riservata a Quarrata (che, non dimentichiamolo, con i suoi oltre 25 mila residenti è il secondo Comune, per numero di abitanti, nella provincia di Pistoia).
Vediamo meglio, ringraziando Antonio Floridia di Regione Toscana e il suo “Osservatorio Elettorale“. Nel Collegio uninominale per la Camera (il “Pistoia U6”) tutti i Comuni della provincia di Pistoia stanno, logicamente, insieme: tranne, appunto, Quarrata che finisce inserito nel Collegio “Empoli U4” trovandosi dunque insieme a Castelfiorentino e, più a est, con Greve in Chianti, Rignano sull’Arno e Figline. Da notare che i quasi 20 mila elettori di Montecarlo e Altopascio (Lucca) finiscono non con Lucca ma sono inseriti con Pistoia.
Cosa diavolo c’entri Quarrata non dico con Vinci (con la patria di Leonardo almeno ci confina, grazie al Montalbano) ma con il Chianti, Dio solo lo sa.
Ancora: nei Collegi plurinominali per la Camera, Quarrata non sta nel numero 1 (dove invece sono inseriti tutti gli altri Comuni pistoiesi) ma nel numero 3 insieme a un sacco di altre realtà che, anche in questo caso, con la comunità quarratina c’azzeccano assai poco.
Per il Senato. Mentre i territori provinciali di Pistoia e Prato stanno – logicamente – tutti nel Collegio uninominale “U03”, quello di Quarrata è inserito nel Collegio “U02”: in un grande collegio che comprende, ad esempio, Marradi e Loro Ciuffenna. Anche nel plurinominale, sempre per il Senato, Quarrata sta nel “P02” mentre tutto il resto di Pistoia sta nel “P01”.
Una anomalia, quella quarratina, che balza evidente. Nel mercato dei Collegi quei 25 mila abitanti sono stati trattati non da cittadini ma da numeri finendo qua e là a seconda di equilibri e alchimie da Frankenstein. Già la legge con cui voteremo (il “Rosatellum“) darà vita a un Parlamento fatto, in prevalenza, non di “eletti” ma di “nominati”: ma almeno la forma, per quei povericristi di quarratini, potevano salvarla. O no?
Fretta, superficialità, calcolo politico o errore che sia stato, c’è ora verso di modificare, in zona cesarini, il pasticcio di Quarrata?