FUGA CONTINUA – Un altro dipendente comunale che sceglie di andarsene. Sarà certo un caso; tutti quelli (e sono numerosi) che dal maggio 2023 hanno preferito andare via, avranno certo avuto i loro ottimi motivi. Non certo perché spaventati dalla fragilità della giunta Palandri. Ma la vicenda, in effetti curiosa, merita di essere conosciuta.
Da poco se n’è andato il comandante PM (nonostante la enorme, e costosa, sede che il sindaco ha scelto per la polizia municipale. In pochi ci stanno davvero molto larghi): “no problem – si è subito minimizzato – solo la voglia di questo lavoratore di avvicinarsi al suo luogo di residenza“.
Adesso se ne sta andando un altro (ultimo giorno di lavoro giovedì 14 novembre). Un “funzionario tecnico“. Assunto il primo agosto 2023, all’inizio della giunta Palandri, dopo neppure un anno e mezzo ha comunicato di volersi dimettere “per prendere servizio presso altro Ente”. E così farà da venerdì 15.
Di lui non si sa il nome (determina 143 del 6 novembre) ma solo il numero di matricola. Pare, salvo smentita, sia il capo Ufficio Tecnico. Un altro pezzo da novanta che, dopo pochi mesi, se ne va.
NON PIU’ CAPOFILA – Da notare poi che la segretaria comunale ha ridotto del 20% la percentuale del suo servizio presso Poggio. Fino a ora, da un anno, era “a mezzo” con il Comune di Rignano. Essendo Poggio più grande di Rignano, la prevalenza (il 60%) del tempo a disposizione fra i due Comuni era da lei riservata a Poggio.
Dal primo novembre non c’è più la vecchia convenzione. Ne è stata fatta una nuova: fra i Comuni di Poggio e Calenzano. Essendo però Calenzano più grande del Poggio, la percentuale adesso si inverte.
Al Poggio tocca solo il 40% del tempo messo a disposizione dalla segretaria. Poggio non è più “capofila”. La nuova convenzione scadrà a giugno 2028, a fine mandato del sindaco Palandri.
COMANDANTE PM CERCASI – Novità anche per il comando della PM. Uscito il vecchio comandante (“nessun problema – hanno spergiurato tutti dal Palazzo – si è solo avvicinato a casa”), al Comune è toccato cercarne un altro o un’altra.
E’ stato pubblicato un avviso di mobilità esterna “per un posto a tempo pieno e indeterminato di Funzionario di Polizia Municipale”. Alla selezione hanno partecipato in 13. Uno di loro è risultato vincitore. Qui l’esito della selezione.
Qualcosa però sembra essere andato storto. Pare che il vincitore abbia rinunciato. Se è così, avrà accettato la seconda in graduatoria? Come andrà a finire? Anche per il posto di comadante PM continua la grande fuga? Vedremo.
In attesa del nuovo comandante PM, per ricoprire tale ruolo era stato dato un incarico “ad interim” ed era stato dato proprio a quell’altro dirigente che però ha deciso di dimettersi e presto non sarà più dipendente del Comune di Poggio.
LO “STIPENDIO” DEL SINDACO (E DEGLI ALTRI) – Interessante una determina comunale del 31 ottobre sulla “indennità di funzione” per gli amministratori di Poggio. E interessante il suo allegato. Il tema è quello che in modo inesatto viene definito “lo stipendio” di sindaco, vice e assessori.
Determina e allegato riguardano il 2023, l’anno a cavallo fra due amministrazioni diverse: i primi 4 mesi e mezzo guidati dalla giunta Puggelli/Mari e i restanti 7 mesi e mezzo dalla giunta Palandri/Bresci.
Sindaco e assessori (e dall’ultimo mese 2023, qui al Poggio, anche il presidente del Consiglio Comunale. Figura fino a quel momento inesistente ma fortemente voluta dal destra-centro) hanno, ovunque, diritto a una indennità mensile.
Gli importi sono fissati a livello nazionale e sono riferiti alle fasce (per popolazione) dei Comuni. La nostra fascia è quella compresa fra i 5.001 e i 10 mila abitanti). Tutto regolare e lecito. Compreso il fatto che ogni componente di giunta (sindaco e assessori) ha una indennità dimezzata se, lavoratore dipendente, non ha chiesto l’aspettativa.
QUATTROMILA AL MESE – Da notare che in base a una norma nazionale, tali indennità – nello scorso triennio – sono state incrementate di anno in anno. Adesso, dal 1 gennaio scorso, sono a regime.
Da quella data, ad esempio, i sindaci dei Comuni nella fascia del nostro prendono ogni mese – se a tempo pieno – 4.000 euro lordi, i vicesindaci 2.000 e ciascun assessore 1.800 euro. 400 euro, sempre lordi, li prende ogni mese la (eventuale) figura di presidente del Consiglio Comunale: nel nostro caso Mauro Mazzoni.
Nel 2023 le indennità erano di minore importo rispetto a questo 2024. Ma erano comunque aumentate rispetto al “previgente” 2022.
Per fare solo il caso del sindaco: la sua indennità “previgente” (cioè nell’anno 2022) era di 2.509 euro mensili mentre quella dell’anno 2023 era già salita a 3.525 euro sempre mensili (per salire ancora, appunto dallo scorso primo gennaio, a 4.000 euro mensili).
LA DESTRA RADDOPPIA – La citata determina, che prende in esame le indennità poggesi 2023, ci fa sapere che sindaco e vicensindaco di centrosinistra (Puggelli e Mari) erano entrambi, come lavoratori dipendenti non in aspettativa, al 50% e dunque ciascuno di loro prendeva, ogni mese, la metà dell’importo massimo spettante. A sindaco e vicesindaco della destra, al contrario, evidentemente perchè lavoratori autonomi, si applica il 100%.
Questo significa che, sommate fra loro, le indennità mensili di Puggelli e Mari, se i calcoli sono esatti, arrivavano (nel 2023 per il periodo di loro governo) a 2.643 (1.762 per il sindaco e 881 per il vice).
Il sindaco Palandri e la sua vice Bresci hanno preso, ogni mese nel loro mandato 2023, esattamente il doppio: la somma mensile delle loro indennità arrivava a 5.287 euro (3.525 per Palandri e 1.762 per Bresci). Tutto regolare, ci mancherebbe: come lavoratori autonomi.
CONTI E TRASPARENZA – Interessante anche il calcolo per gli altri tre assessori. Nella giunta di centrosinistra solo un assessore su tre stava al 100% della indennità (dunque prendeva 1.586 euro ogni mese) mentre gli altri due erano al 50% (ciascuno di loro prendeva 793 euro ogni mese).
Situazione rovesciata nella giunta Palandri/Bresci: solo uno di questi assessori ha l’indennità ridotta al 50% (appunto 793 euro al mese) mentre gli altri due prendono l’indennità intera (ciascuno di loro – nel 2023 – 1.586 euro ogni mese).
Il conto globale è facile. Nel 2023 sindaco Puggelli e i quattro membri della sua giunta hanno preso, per ciascun mese di loro responsabilità, la cifra complessiva di 5.815 euro.
Nello stesso anno il sindaco Palandri e i quattro membri della sua giunta, sempre per ciascun mese di loro responsabilità, sono saliti a 9.252 euro (circa 69.400 euro per il complesso dei sette mesi e mezzo di governo effettivo nell’anno 2023).
A questi vanno sommati i 352,46 euro presi (ma nel solo mese di dicembre 2023) dal neo presidente del Consiglio Comunale Mauro Mazzoni. Ciò nel 2023.
E dal primo gennaio 2024, come detto, il livello delle indennità mensili è salito ancora (ogni mese il sindaco prende 4.000 euro lordi e la vice 2.000 mentre ciascun assessore ne prende 1.800 e il presidente del Consiglio Comunale 400. Sempre lordi e sempre se lavoratori autonomi).
NO ALLA DEMAGOGIA – Va detto a scanso di equivoci (ciò vale per ogni amministratore, a prescindere dal colore) che queste sono cifre lecite: previste da norme nazionali.
Fare il pubblico amministratore (specie se lo si fa bene e se si ottengono risultati) è un servizio prezioso e faticoso. Nobile. Come cittadini sarebbe errato esercitarsi in pericolose demagogie.
Un servizio per il bene comune, non solo di chi ti ha votato. E’ in ogni caso giusto, per trasparenza, che tutti i cittadini siano informati anche sui livelli delle indennità prese ogni mese da chi li amministra.
Per questo è utile far conoscere il citato allegato di quella determina (atti pubblici. Tutti possono scaricarli dall’Albo). Un utile esercizio di democrazia.
PIAZZA XX SETTEMBRE: VARIANTE DOPO LO STOP AL CANTIERE – A proposito di piazza XX settembre (i lavori sono ripresi e la minoranza consiliare ha svolto una affollata assemblea), continua a colpire un passaggio nella lunga (30 pagine) determina (130 del 27 settembre).
E’ l’atto che approva la variante voluta dalla giunta Palandri nonostante il netto parere contrario della Soprintendenza.
Quei lavori sono stati fermi per mesi, a causa della scelta – fatta dalla giunta Palandri – di voler cambiare il progetto iniziale della giunta Puggelli.
Lavori nella primavera 2023, dopo un regolare iter procedurale, affidati a una impresa edile lucchese (“Panza srl“): impresa che – da presumere senza sua grande gioia visto l’intuibile danno da essa subito – è stata costretta a fermare, per lunghi mesi, un cantiere così importante che avrebbe dovuto essere chiuso un anno fa, entro il Natale 2023.
In simili casi, parlando in generale, è infatti molto forte il rischio di un contenzioso legale fra chi commissiona i lavori e chi li esegue. Così come, sul fronte della PA,e sempre in generale, sono possibili ipotesi di danno erariale.
PIAZZA XX SETTEMBRE: UN PASSAGGIO NELLA DETERMINA – Adesso la citata determina, firmata dal dirigente comunale che si è appena dimesso, al punto 12 del dispositivo porta un passaggio proprio sui rapporti fra Comune e impresa.
E’ in ballo (si legge nella assai complicata determina) “la ridefinizione al ribasso (non proporzionale) dei cosiddetti pacchetti di miglioramento” rispetto all’offerta iniziale. Viene dunque modificato il “patto” a suo tempo raggiunto con l’impresa e da questo – si assicura al punto 11 – “non derivano danni di natura economica/erariale per l’Ente“.
Ballano, a disposizione del Comune, “maggiori somme” (cioè, grazie alla variante, si spende meno) ma tali maggiori somme – si assicura in determina- “non daranno luogo a una immediata riduzione dell’impegno assunto a favore dell’impresa Panza“.
Si preferisce – mette nero su bianco la determina – recuperare quelle somme “in fase di chiusura dei lavori, quando sarà stato verificato che dette economie non siano meglio utilizzabili per l’esecuzione di altri e diversi lavori, anche complementari, non preventivati o previsti dal progetto approvato“.
PIAZZA XX SETTEMBRE: E LA SFIDA? – Questo passaggio, qualunque cosa voglia dire, è stato al centro di osservazioni critiche nell’assemblea organizzata dall’opposizione.
Assemblea durante la quale è stata anche avanzata l’idea di un confronto a due, all’americana, fra sindaco Palandri e capogruppo di minoranza Puggelli. Un confronto a due sulle contrapposte “verità” circa quel progetto e quella variante. E un confronto, magari, anche su questo passaggio tecnico/politico inserito in un atto pubblico.
Le possibilità che quel confronto si faccia sembrano molto basse per non dire nulle, ma forse non sarebbe male, confronto a due o meno, se qualcuno spiegasse bene almeno il punto 12 della citata determina: Anche per chiarirne in modo trasparente e certo, la sua natura e il suo scopo.
RISCHIO IDROGEOLOGICO: CONSIGLIO APERTO – Su richiesta della minoranza, accolta da sindaco e maggioranza, questo lunedì 11 novembre si svolge un Consiglio Comunale tutto dedicato al “rischio idrogeologico“. La seduta è sotto forma “aperta” (cioè potranno prendere la parola non solo gli enti invitati ma anche i cittadini).
Sono stati invitati – per le rispettive competenze – Publiacqua, Consorzio di Bonifica, Provincia di Prato e Regione Toscana. “Una occasione preziosa – spiega la minoranza – per tutti i cittadini di fare domande all’amministrazione comunale, esprimere le proprie opinioni su un argomento di primaria importanza, approfondire le misure di prevenzione e protezione del territorio”.
Chi scrive sa che ciò richiede, nei lettori, attenzione e tempo. Due presupposti oggi rari: specie on-line dove tutto deve essere sintetico, facile, addomesticato. Qui, al contrario, si scrive per dare notizie, e aiutare il giudizio, su complicate questioni locali. Stavolta due: la piazza e le indennità. Ma si scrive anche su altro: la “grande fuga”, che prosegue, di dipendenti comunali. E il Consiglio sul rischio idrogeologico. (mb)
POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini, 8 novembre 2024 n. 71