Oggi, 29 novembre, non ci sono giornali. Ieri era sciopero dei giornalisti: anche per difendere l’informazione di qualità. Sempre maggiori, anche in sede locale, attacchi e minacce contro giornalisti rei di voler fare solo il loro lavoro e di non volersi ridurre a soldatini obbedienti al potere di turno. Tra potenti che amano solo le propagande e non rispondono alle domande scomode, sfruttamenti di colleghi malpagati, fake e querele temerarie (quelle che tentano di impaurire e imbavagliare giornalisti ancora dotati di coraggio), la libertà di informazione – bene prezioso – è a rischio. Idem il diritto dei cittadini a essere informati. Idem la democrazia. (mb)

MASSONI: NO ALLA TRASPARENZA – Chi, fra i consiglieri e gli assessori di Poggio (e fra i dirigenti), fosse #massone (attivo o in sonno) potrà continuare a non dichiararlo in pubblico.
La maggioranza ha bocciato un odg della opposizione che impegnava il sindaco a chiedere a tutti la dichiarazione di appartenenza a logge #massoniche.
Si è sviluppato, in aula, un acceso dibattito. Per motivare il si, il gruppo di centrosinistra ha fatto valere le ragioni della trasparenza. Ha notato che fra tale dichiarazione e rispetto della privacy non c’è contrasto.
Nulla in contrario a chi aderisce alla #massoneria, nessuna “caccia alle streghe“: ma – hanno detto dall’opposizione – chi ha ruoli pubblici dovrebbe, per trasparenza, renderlo noto.
Esattamente come esiste l’obbligo di rendere note molte informazioni sulla vita privata di chi, svolgendo ruoli pubblici, ha – per sua scelta – una privacy attenuata.

MASSONI: CACCIA ALLE STREGHE? – Ciò che dunque conta, per il centrosinistra poggese, è che chi amministra la cosa pubblica dichiari tutte le sue appartenenze associative (dalla mitica “bocciofila” in su. Nessuna esclusa. Dunque anche eventuali appartenenze massoniche) in omaggio al diritto dei cittadini di conoscere. E per limitare i conflitti di interesse.
Da destra si è invece risposto picche. Si sono lamentati “tratti inquisitori” e “sospetti preventivi” (Bresci), “violazione della privacy” (Breschi), “assenza di obbligo” per quel tipo di dichiarazioni (Guazzini e Mancini).
Per Francesco Ricciarelli (Poggio Insieme) non è “caccia alle streghe” ma trasparenza. Interessante la posizione di Fabrizio Campanelli (eletto con la maggioranza ma da mesi assai critico).
Per lui chi ha incarichi pubblici non dovrebbe essere iscritto a logge massoniche e, se aderente, dovrebbe, ma in modo spontaneo, rendere pubblica questa aderenza.
I consiglieri del centrosinistra hanno presentato le loro dichiarazioni sulle appartenenze: nessuno di loro aderisce alla massoneria. Anche Chiara Guazzini ha precisato di non far parte di logge.

MASSONI: ODG RESPINTO – L’odg è stato respinto. Favorevole l’opposizione. Contraria la maggioranza. Astenuto Campanelli.
L’esito in effetti un po’ stupisce e non solo per quanto avvenuto a Prato. Stupisce perché nessuno ha messo in dubbio il diritto di ciascuno a iscriversi a una loggia regolare (siamo, peraltro, in terre di logge radicate e potenti. Il supercitato Filippo Mazzei era un noto massone).
Ciascuno, in democrazia, e a patto che la legge sia rispettata, è libero di iscriversi dove preferisce. Ci mancherebbe altro.
Cosa diversa, rispetto ai semplici cittadini, è chi ha incarichi pubblici: per questi, solo per questi, l’opposizione proponeva di rendere obbligatoria quella dichiarazione.
La maggioranza ha detto no. Mai sapremo, al Poggio, se il sindaco o un consigliere o un assessore o un dirigente sono massoni. Nulla di male a esserlo, ma perché nascondersi?
Nulla di male farebbero, se lo fossero, ad esserlo. Ma perché, così come per l’adesione alla “bocciofila” o al circolino parrocchiale, non rendere pubblico un tale dettaglio?

VILLA E BIGLIETTO: UNANIMITA’ – Tutti d’accordo, i consiglieri poggesi, nel chiedere al sindaco di battere qualche pugno su qualche tavolo giusto per far tornare gratuito, ai poggesi, l’ingresso al giardino e alla Villa Medicea.
Come noto, infatti, quello che per tutti (poggesi o meno) era da sempre gratuito, da ottobre è stato messo a pagamento. Per entrare, tutti – residenti o meno – devono pagare un biglietto (8 euro).
La decisione, politica, è del MIC (Ministero della Cultura). Dovrà dunque essere il ministro Alessandro Giuli, non certo i funzionari locali, a divenire l’interlocutore del sindaco.
La richiesta – così recita la mozione unanime del Consiglio – è far restare “gratuiti (tali ingressi) per i residenti di Poggio e per tutti gli studenti delle scuole situate sul territorio di Poggio”.

VILLA E BIGLIETTO: E IL MINISTRO GIULI? – Da notare che la seconda parte della richiesta (la gratuità per gli studenti) è singolare perché … già in vigore: già adesso, infatti, chi non ha compiuto i 18 anni (studente o meno) può entrare gratis nei musei di tutta Italia e dunque anche dentro i cancelli esterni della Villa poggese.
Sarà invece interessante vedere se Roma accetterà l’altra richiesta: la gratuità per i poggesi maggiorenni.
Giuli (Fratelli d’Italia) dovrebbe già essere a conoscenza della questione perché poco prima delle regionali, in un tour politico, fece un salto anche dentro la Villa di Lorenzo con tanto di selfies. Poche settimane prima lo stesso salto, con selfies regolamentari, l’aveva fatto la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni.

VILLA E BIGLIETTO: PALANDRI A ROMA – Non dovrebbe dunque essere difficile per il sindaco Riccardo Palandri farsi ricevere a Roma per un appuntamento con un ministro dello stesso colore politico che già conosce la vicenda.
Nella mozione è dato correttamente atto di due antefatti. Il primo politico poggese a dichiararsi subito contrario al pagamento, per i poggesi, di un biglietto fu il dem Marco Martini.
Viene altresì dato atto al sindaco Palandri (all’inizio favorevole a far pagare il biglietto) di aver “modificato la sua posizione accogliendo l’invito del consigliere Matteo Bonfanti”.
Sapremo dunque presto non solo quando Palandri avrà portato (o inviato) a Roma la mozione unanime, ma soprattutto come avranno reagito dal Ministero.
Sapremo presto se i poggesi – per entrare dentro quei cancelli, fermarsi nel giardino o, anche, entrare in Villa – dovranno continuare a pagare il biglietto oppure no.

TRAFFICO: NO AI TRENTA ALL’ORA? – Come fare per aumentare, al Poggio, la sicurezza stradale e diminuire la velocità del traffico?
Interessante, nell’ultima seduta di Consiglio, una mozione di Alessandro Mancini (era in “Noi moderati”, il partito di Lupi. Ne è uscito).
Approvato a maggioranza, il documento impegna la Giunta a disporre (ma non si indicano i tempi) una “valutazione tecnica preliminare” per poi definire “interventi mirati di moderazione della velocità”.
Da notare un dettaglio su una modalità (il limite di velocità, in alcune strade, a 30 km orari) fondamentale per limitare sul serio il numero degli incidenti gravi.
Questo limite – oggi presente in alcune strade poggesi – non piace all’assessora Diletta Bresci. Per lei potenziare questo limite è “follia pura”.

TRAFFICO: UN SERVIZIO CHE GIA’ C’ERA – Un altro documento sul traffico, presentato da Mancini insieme a Matteo Bonfanti (FdI), ha originato un confronto singolare.
I due chiedevano alla giunta notizie sul servizio di “pulizia e ripristino post incidenti stradali” e proponevano di assegnarlo “in concessione”.
E’ toccato all’assessora Bresci spiegare, con un certo imbarazzo, che quel servizio, affidato a una azienda specializzata, esiste già e da tempo.
Dall’opposizione i consiglieri Campanelli e Ricciarelli non hanno mancato di evidenziare una certa assurdità nella proposta di Mancini/Bonfanti.
I due di maggioranza sono infatti sembrati non a piena conoscenza che il servizio già funzionava: l’azienda interviene sempre, da tempo, per ripulire la strada dopo un incidente che abbia reso necessario questo intervento.
Si tratterà, nel caso, soltanto di fare, con questa azienda, una convenzione. Era questa la richiesta del duo. Però tutti, alla fine, hanno concordato che il servizio esiste già. Da tempo.
POGGIO (A CAIANO) E BUCA n. 128 del 29 novembre 2025
