Una occasione interessante – per chi fra noi, nonostante tutto, continua ancora a nutrire una sana passione per la Politica – oggi in quel di Montemagno (frazione bella sulle colline di Quarrata, immersa fra vigne e ulivi). Dalle ore 18:00 di questo giovedì 12 settembre ci ritroviamo, nel circolo ACLI, per parlare di partiti politici e di partecipazione.
Il “pretesto” lo offre una iniziativa nazionale ACLI: una raccolta di firme (ne occorrono, in tutta Italia, 50 mila) su due proposte di legge d’iniziativa popolare. La prima per dare concretezza a un articolo della Costituzione (il 49) fino ad ora mai trasformato in legge circa “il metodo democratico” che deve caratterizzare la vita di partiti e movimenti politici. La seconda in materia di partecipazioone civica per istituire “assemblee partecipative” e modificare gli attuali, deboli, istituti di partecipazione dal basso.
L’iniziativa è di ACLI (circolo di Montemagno e struttura provincial) insieme a diocesi di Pistoia (Ufficio per la pastorale sociale). Dopo i saluti introduttivi, la parola a due giuristi: Leonardo Bianchi docente di Diritto Costituzionale all’Università di Firenze e Valerio Martinelli consulente giuridico dei vescovi italiani e, in ACLI nazionale, membro del gruppo di lavoro che ha promosso le due proposte di legge. Proposte sulle quali, durante l’inconto, sarà possibilòe apporre le firme di chi, ovviamente, è sensibile al tema e concorda sull’urgenza di avere nuovi strumenti. Per una Politica (e una cittadinanza) migliori.
Quanto sia urgente la riforma dei partiti politici, e anche del loro finanziamento, è sotto gli occhi di tutti: salvo lodevoli eccezioni, la forma che da tempo si sono dati i partiti italiani (e i movimenti politici) è sempre più “personale”, assai poco “democratica”, poco “partecipata”, per nulla “trasparente”, parecchio “opaca”. Molti gli esempi, in ogni schieramento, di forze politiche ormai decisamente “padronali”, con tutto quello che ciò, in negativo, comporta.
Per non parlare del finanziamento, troppo spesso separato da reali trasparenze, da effettive rendicontazioni, da serie forme di vero controllo. Urge porre rimedio, ma purtroppo fra partiti e movimenti, fondazioni e gruppi di pressione (interni ed esterni) la sensibilità su questi profili è molto debole e troppo spesso conviene lasciare tutto com’è. Opacità comprese. E, troppo spesso, autentiche forme di corruzione.
Anche la questione della partecipazione dei cittadini al dibattito pubblico è (per meglio dire: dovrebbe essere) questione centrale. Ma troppo spesso, in un contesto ispirato sempre più a varie forme di vecchio e nuovo populismo, la questione è trascurata.
L’iniziativa si svolge alla vigilia della stagione congressuale aclista. Nell’anno dell’80mo compleanno.