Leggo che ieri, davanti al San Jacopo di Pistoia (ospedale nella città capitale italiana della cultura), alcuni pacifici manifestanti sono stati bloccati dalla vigilanza (privata?) di quell’ospedale e dalla Polizia di Stato. Stavano distribuendo volantini per invitare a una manifestazione (pubblica) che si terrà domani, sabato 28, a Campi Bisenzio sulla importanza del servizio sanitario (pubblico).
Addetti alla vigilanza e polizia – così leggo in quello che appare un comunicato stampa di chi organizzava il volantinaggio – hanno chiesto di sospendere il volantinaggio e di andarsene “affermando che l’ospedale pubblico in realtà è una proprietà privata e che davanti a esso è vietato diffondere volantini dove si afferma l’importanza del servizio sanitario pubblico efficiente e gratuito”. Spero sul serio sia una bufala.
Non posso pensare che le cose stiano davvero così. Il San Jacopo di Pistoia è certo stato costruito, come altri ospedale identici, con la cosiddetta “finanza di progetto”. A prescindere da questo, un ospedale è spazio pubblico per eccellenza. “In una città – usando le parole del sindaco La Pira – un posto ci deve essere per tutti: un posto per pregare (la chiesa), un posto per amare (la casa), un posto per lavorare (l’officina), un posto per imparare (la scuola), un posto per guarire (l’ospedale)”.
Piacerebbe dunque leggere un comunicato stampa – magari fonte ASL – in cui si precisa che diffondere volantini davanti a quell’ospedale è azione da non sottoporre a limitazioni e a identificazioni da parte della Polizia di Stato. Chiedo troppo? Anche perché, se non sbaglio, l’articolo 21 della nostra Costituzione (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”) è ancora in vigore. O no?