News buona numero uno. Andare a Messa nella mia parrocchia la domenica mattina significa anche imbattersi in un ragazzo nero. Sta alle scalette che dal posteggio portano in chiesa. Sorride a chi gli passa davanti (in genere senza ottenere neppure un cenno). Non chiede, anche se è chiaro che una monetina la accetta volentieri.
Stamattina, salendo le scalette, sento una bambina che grida soddisfatta per aver trovato 50 centesimi. Accompagnata dal babbo (che evidentemente ha altro da fare che restare a Messa con la piccola), scende le scalette tornando dal catechismo della domenica mattina per prendere la macchina. Ed è al babbo che la piccola si rivolge, tenendo in mano la monetina. “La do – dice indicando il ragazzo nero – a quel signore”. Rallento: voglio gustarmi la scena. In effetti vedo la bambina che, sorridendo, tende la mano al ragazzo nero che a noi adulti sorride sempre senza chiedere nulla. I 50 cent persi chissà da chi, adesso hanno un nuovo proprietario. Non so perché, ma quella bambina mi ha colpito.
News buona numero due. La leggo su “ToscanaOggi” e riguarda (questo il titolo che il direttore Andrea Fagioli ha dato) “La bella lettera della vedova del turista morto in Santa Croce”.
Ricordiamo tutti la vicenda: il pezzo di pietra caduto, in Santa Croce, sulla testa di Daniel Testor Schnell turista spagnolo morto sul colpo accanto alla moglie. Ed è proprio lei, Maria Cristina Viniegra Garcia, ad aver scritto una lettera che, tramite la Console onoraria di Spagna a Firenze, è stata pubblicata prima da “Repubblica Firenze” e adesso da “ToscanaOggi”.
Maria Cristina ricorda Daniel con l’affetto dei 24 anni di matrimonio festeggiati, in modo purtroppo così tragico, nella basilica di Firenze. Racconta lo “sconforto infinito”, lo “strappo grande”, il “dolore immenso”, il “vuoto improvviso”. Ma non lascia spazio né al rancore né alla recriminazione. In lei parla una grande fede (“Abbracciata alla Croce e alla famiglia dico che la morte non è la fine”) con la certezza che “una luce intensa illumina il nostro cammino e sappiamo verso dove andiamo”. Non so perché, ma quella lettera mi ha colpito.