“Non intendiamo ritrovarci per ripetere e riascoltare la dottrina sociale della Chiesa, ma piuttosto al fine di tratteggiarne una concreta traduzione e applicazione per l’oggi”. Lo scrivono tre uomini di Chiesa – uno dei quali, il vescovo emerito di Prato, Gastone Simoni, conosco e apprezzo da una vita – in un documento che contiene un invito finale: per un incontro che si terrà a Roma, questo venerdì 6 luglio. Due soli, ma … pesanti e pensanti, i punti all’odg: “analisi delle necessità e delle attese più essenziali della società italiana di oggi; contributi alla elaborazione delle risposte che la politica deve impegnarsi a fare”.
Si tratta – scrivono il vescovo Gastone, il vescovo di Velletri Vincenzo Apicella e mons. Gianni Fusco di LUMSA – di proseguire un certo cammino sul nuovo rapporto fra cattolici e politica in una complessa realtà italiana in modo da concluderlo entro il prossimo inverno (“e certamente prima degli inizi del 2019, allorché sarà celebrato il centenario dell’Appello sturziano ai Liberi e Forti”).
Mossi soltanto dalla “nostra personale passione cristiana per il bene comune nazionale e internazionale”, i tre firmatari hanno deciso di rompere gli indugi: e hanno invitato “alcune persone del nostro laicato” (la riunione è su invito) per “riflettere sul che pensare nell’ora presente”.
Alla base di tutto – in un contesto nel quale da anni non mancano, in varie parti del Paese, rivoli per riprendere un discorso interrotto (l’impegno di cattolici in politica) – le più recenti dichiarazioni in merito da parte del presidente dei vescovi italiani, Gualtiero Bassetti. “Ora è importante che i cattolici abbiano la fantasia e la libertà di vivere insieme questi valori e di vedere come esprimerli” perché – ha aggiunto Bassetti – “nella società di oggi è necessaria la presenza dei cattolici in politica”. Precisando che se questi “non trovano una forma per esprimersi insieme, si rischia di essere inefficaci”.
Si parlerà dunque, a Roma, di tutto questo. E lo si farà con persone non tutte necessariamente appartenenti alla “stessa scuola” di pensiero. Un altro incontro, destinato agli invitati che non possono esserci venerdì 6 luglio, è già previsto per il martedì successivo, 10 luglio. L’idea è quella di coinvolgere, subito dopo, le tante “altre persone esperte che si pongono lo stesso problema e possono contribuire al compito che ci siamo prefissi”.
Non so certo come finirà. E sono curioso, partecipando, di respirare il clima. So però per certo che la dottrina sociale della Chiesa ha una sua freschezza, una sua attualità, una sua applicabilità a non semplici vicende contemporanee, che il tentativo merita attenzione.
Basta osservare ciò che sta accadendo attorno a noi e anche dentro di noi: nei palazzi delle istituzioni e nelle stanze della politica, nel mondo dei media e nei social, nelle strade e nelle piazze di un Paese disorientato. Facile capire come urgente sia il bisogno di persone libere, di persone forti.