Con le cronache dal Comune (punti di vista personali. Ma basati su fatti), qui non ci si annoia. Un “si” alla conferenza sulla Fiamma e un “no” al concerto antimafia. E poi soldi persi sul Montiloni, aumenti nelle tariffe scolastiche, scaricabarili, silenzi sui ponti malati, sulla sede PM, sui costi della “Visitazione”. E il titolo, facile intuirlo, rimanda a due film: rimanda ai Taviani e a Nanni Moretti. Ma anche a Pirandello.
NO AL CONCERTO ANTIMAFIA CON “LIBERA” – Stupisce il mancato sostegno del Comune a una bella iniziativa dell’Ottava nota. Si svolgerà domenica 24 marzo (ore 21) nel teatro “Galli” di Carmignano. Ma si doveva svolgere al Poggio. E’ il concerto per la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.
La scuola di musica guidata da Andrea Tasselli è aiutata, in questa lodevole iniziativa, dal presidio mediceo di Libera, dal Comune di Carmignano e dalla Pro Loco di Carmignano con quella del Poggio. E’ il quarto concerto per la Giornata antimafia e avrebbero dovuto essere coinvolti soprattutto i due Comuni in una alternanza (un anno Carmignano, un anno Poggio) significativa. Ma non è andata così.
Il concerto 2024 è dedicato al giovane musicista napoletano Giovanbattista Cutolo (“Giogiò”) ucciso per strada e insignito di medaglia d’oro al valor civile: vittima innocente di una violenza malavitosa.
A meno di ripensamenti dell’ultima ora, il Comune di Poggio quest’anno ha detto “no” alla partecipazione. Dunque la locandina non porta il logo di quel Comune. Chissà quali i motivi ad aver causato una scelta che lascia sconcertati.
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SI ALLA CONFERENZA SULLA FIAMMA – Non è invece mancato il patrocinio ad altra iniziativa prevista nel ponte del prossimo 25 aprile: quando tutti ricorderemo l’anno dell’ottantesimo delle stragi nazifasciste.
Con il titolo “Poggio Talks”, tre giorni di interessanti conferenze (da venerdì 26 a domenica 28 aprile) nel cinema “Ambra”. Tutte a pagamento e con una ventina di sponsor locali.
Di otto conferenze si conoscono dettagli e costi dei biglietti. Di altri due eventi (uno su Soffici e uno di beneficienza) ancora mancano notizie immaginando nomi famosi e mediatici.
Il progetto è stato presentato da Opera omnia. Sfiora, come spese, i 27 mila euro e prevede di usare “eventuali ricavi” per solidarietà. Palandri ha concesso sia patrocinio che 3 mila euro di contributo.
“Poggio Talks” sta facendo una forte campagna social. Biglietti in vendita su Ticketone. Dai 14 ai 22 euro a conferenza, oltre ai 2 euro per ciascun biglietto come prevendita. Sala parrocchiale divisa, anche per semplici e normalissime conferenze, in due o tre settori. Chi sta davanti paga di più. Come gli sponsor: chi ha pagato più euro, ha più visibilità.
Una promozione, quella di “Poggio talks”, assai appoggiata, va detto, da frequentatori social apertamente schierati con l’amministrazione poggese e con i partiti che la sostengono.
In effetti i tre eventi più politici sono bene ancorati a una precisa identità ideale: un incontro sul “mito” di Silvio Berlusconi, uno sulle foibe titine, un terzo sulle tre stagioni della “fiamma” (il simbolo, acceso sulla tomba di Benito Mussolini, sempre presente nel partito della destra).
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IL MISTERO DELLA “VISITAZIONE” – Sono già trascorsi venti giorni dalla notizia “boom”: la guerra sulla Visitazione del Pontormo alla fine l’ha vinta Poggio. Ma nulla di concreto è ancora emerso.
Non c’è stata la conferenza stampa (subito annunciata, dal sindaco, come imminente). E non si sono ancora visti atti formali per conoscere modalità, tempi e costi del trasferimento di questo capolavoro dalla chiesa Carmignano alla villa medicea del Poggio (oltre al trasferimento delle altre cinque tele che saranno collocate nella sala consiliare del Poggio, a quel punto musealizzata).
L’unica cosa certa è che tutti i costi (spostamento opere, adeguate assicurazioni, allestimenti in apposite teche, messa in atto delle condizioni microclimatiche) sono a carico di Poggio. Di che cifra si parla? E per quanti anni? Arriveranno contributi da altri enti pubblici? O da soggetti privati? Per adesso non si sa.
Così come nessuno ha ancora potuto leggere la proposta avanzata dal Comune di Poggio per vincere questa sua battaglia contro il Comune di Prato (che inizialmente, in Palazzo Pretorio, pareva vincitore grazie ad accordi già presi con la proprietaria delle opere: la Diocesi di Pistoia).
Così come nessuno ha ancora visto la documentazione sugli ipotizzati “prestiti” (ad altri musei italiani e forse stranieri) della Visitazione in modo da raccogliere fondi indispensabili per restaurare la chiesa di San Michele a Carmignano: lì c’è urgente bisogno di costosi restauri che né parrocchia né diocesi possono permettersi. Prima saranno fatti quei restauri e prima le tele potranno tornare nella loro sede naturale. Davvero ci saranno questi “prestiti” e dunque l’opera si allontanerà dal Poggio? Per quanto tempo? E per dove? E chi pagherebbe? Per adesso non si sa.
Su un’operazione che ha riempito le cronache, c’è insomma, almeno per ora, un po’ di mistero. Restando in ambito devozionale, non è chiaro se luminoso, gaudioso o glorioso. Oppure doloroso.
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CARO SCUOLA E PNRR PERSO – Due i recenti momenti di pubblica difficoltà in cui si è trovata la giunta poggese. Sull’aumento delle tariffe scolastiche e sulla perdita di un finanziamento PNRR da 930 mila euro. Su entrambe le vicende (che toccano sfere molto sentite: mensa scolastica, scuolabus, pre/post scuola, messa in sicurezza del rio Montiloni) Palandri e i suoi sono stati molto attaccati da una opposizione che svolge il suo ruolo di stimolo e controllo.
La destra si è però difesa con la consueta tecnica dello scaricabarile, usata già varie altre volte. Ha usato risposte che molti, anche in ambienti vicini e simpatizzanti, hanno trovato deboli. Ha infatti scaricato la colpa su chi c’era prima. Cioè sul sindaco Puggelli. Una reazione che nei primi tempi di una nuova (e inesperta) amministrazione può anche funzionare ma che dopo, alla lunga, perde credibilità e può tradursi in un boomerang.
Qui, in realtà, ci si scontra con la distanza fra le facili promesse elettorale (in questo caso il “cambieremo tutto perché siamo pronti fin da subito” di palandriana memoria) e le difficoltà pratiche incontrate nel non semplice compito di governare. Specie quando manca ogni esperienza. E non si sa a che santo voltarsi, come comportarsi, come risolvere problemi normali, contrattempi, incidenti che in ogni PA si susseguono sempre e necessitano di gente sveglia.
Oltretutto le tecnicalità del PNRR sono davvero complesse e ci vuole poco, davanti alla giusta severità delle istituzioni europee, per perdere finanziamenti già, in precedenza, assegnati.
“Qui devo aprire una piccola parentesi – ha detto il sindaco, con evidente imbarazzo umano, nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, lo scorso 28 febbraio, ammettendo lui stesso la perdita dei soldi – questo bando, che era un fondo PNRR, non siamo riusciti ad averlo“.
Occorre ricordare che il nuovo sindaco è in carica, al Poggio, non da pochi giorni ma ormai dal 16 maggio 2023. E’ dunque chiaro che (prima di ammettere, il 28 febbraio 2024, di non essere riuscito ad “avere” il bando) ha avuto molti mesi per rendersi conto di tutto: compreso il progetto, già interamente finanziato con PNRR per 930 mila euro, dedicato proprio alla messa in sicurezza del rio Montiloni e a suo tempo presentato dalla giunta precedente.
Qualunque cronista, a questo punto, davanti alle due verità contrapposte, farebbe, al sindaco pro tempore, quattro piccole domande:
1)- cosa hanno fatto il nuovo sindaco e la nuova giunta, dal mese di maggio, davanti a questa occasione che si erano trovata in eredità?
2)- Quando, esattamente, hanno saputo di averla perduta?
3)- Perchè l’hanno perduta?
4)- Come fanno ad accusare la vecchia giunta di essere stata lei ad aver perso il finanziamento su quel progetto quando le carte PNRR, consultatibili on line, sembrano dimostrare che quel progetto, finanziato integralmente, era stato già inserito?
IL PONTE SUL RIO BOH – Un altro momento di pubblica difficoltà, lo si è visto sul ponte che al Poggetto supera il torrente La Furba. Dopo la tragedia del “Morandi”, Stato e Regioni stanno controllando la stabilità di tutti i ponti d’Italia.
Qualche settimana fa la notizia: due piccoli ponti sulla ex statale 66 (ora regionale) non reggono il peso del grande traffico su una fra le strade più trafficate della Toscana. Devono essere riparati. Ma questo creerà intuibili problemi alla viabilità.
Apparsa la notizia sulla stampa, in molti ci aspettavamo una reazione da parte di un Comune chiaramente coinvolto al Poggetto: anche una semplice comunicazione, ai cittadini, per informare su ciò che, d’intesa con Regione e Provincia, si stava iniziando a fare. Invece nulla.
Si è mosso il pd con un’assemblea pubblica (1 marzo scorso) al Poggetto fatta per chiedere al Comune non di svolgere ruoli ad esso estranei, ma almeno di informare i cittadini.
Sindaco e supporter si sono molto arrabbiati, quasi come se organizzare un’assemblea pubblica per chiedere notizie sia, governando la destra, un reato. Arrabbiatura eccessiva, specie nell’era dei social e della comunicazione istituzionale (pagata – va ricordato – con i soldi di tutti ma orientata dalla Giunta solo in suo favore).
Intanto è quasi passato un mese dalla notizia apparsa sulla stampa e, dunque, dalla pubblica conoscenza che su quel ponte c’è un qualche pericolo. E tutto continua come se nulla fosse. Come se invece della Furba il ponte traversasse un rio chiamato “boh”!
Vedremo, speriamo presto, come le autorità competenti affronteranno la questione e come il Comune del Poggio, insieme a Carmignano, farà la sua parte.
Così come vedremo se anche un altro ponte, nel nostro territorio, avrà problemi analoghi. Così come vedremo se Palandri rimetterà il doppio senso su via Vittorio Emanuele (e su quel ponte).
La cosa per adesso certa, e anch’essa vagamente pirandelliana o se si preferisce kafkiana, è che dal primo gennaio, essendo scaduta una precedente ordinanza, il traffico su via Vittorio Emanuele non è più supportato da uno strumento giuridico. Qualcuno, in Comune, se ne sarà accorto? Boh!
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SEDE PM E BABBO DI FAMIGLIA – Nessuno ancora sa (in modo ufficiale) come il Comune intende risolvere il caso della sede Polizia Municipale.
Cronache giornalistiche, non smentite, hanno pubblicato la “voce” che già, da mesi, circolava in paese e che già chi scrive questo blog si era permesso di … anticipare con tanto di dubitativo: il Comune sta per affittare da un privato il grande immobile già sede Cassa Risparmio. Pare a 2.500 euro al mese (così è stato scritto. Senza smentita): 30 mila euro all’anno buttati in un affitto.
Nel frattempo il 7 marzo sono scaduti i sette mesi (“non prorogabili”) di affitto nella sede della Misericordia per tenervi ospitata, in attesa di soluzione definitiva, la PM.
E sempre nel frattempo il Comune deve spendere soldi, anche pagando fior di avvocati, per affrontare un difficile e costoso contenzioso con la CNA. La Confederazione degli artigiani è, come noto, proprietaria dell’immobile che la precedente Giunta aveva deciso di acquistare, in accordo con il comando PM, proprio per metterci la sede PM. Per I diretti interessati, la PM, quella scelta era del tutto valida.
La nuova Giunta, forse anche per fare un dispetto a chi c’era prima, rifiutò tale soluzione mettendosi a cercare un’altra sede dove collocare (ma in affitto) la stessa PM. Logica la causa legale intentata da CNA. Sono in ballo decine di migliaia di euro.
Per adesso il Comune, per questa impuntatura, ha già speso oltre 5.300 euro con tre avvocati per pagare i primi pareri legali. Oltre a questo, nei sette mesi usati per cercare una nuova sede, il Comune ha già pagato quasi altri 10 mila euro alla Misericordia per quell’affitto. Poi dovrà pagar altre spese legali e, soprattutto, quelle per risarcire la CNA nel caso che il contenzioso legale andasse male.
Per poi pagare un affitto mensile (davvero 2.500 euro? Oppure più?) ai signori (per adesso ufficialmente sconosciuti. Ma in paese tutti ne parlano) proprietari dell’immobile nel quale andrà (ma, appunto, solo in affitto) la sede della PM e forse anche quella di altri uffici.
Il “buon babbo di famiglia”, sono in diversi a iniziare a pensarlo, forse non abita al Poggio.
POGGIO (A CAIANO) E … BUCA di Mauro Banchini, 11 marzo 2024, n. 44