• Home
  • Giornalismo
  • Cultura
  • Chiesa
  • Territorio
  • Politica
  • Viaggi
  • Spunti
  • L’autore
  • Contatti
Facebook Twitter Instagram
La Trebisonda Blog
  • Home
  • Giornalismo
  • Cultura
  • Chiesa
  • Territorio
  • Politica
  • Viaggi
  • Spunti
  • L’autore
  • Contatti
La Trebisonda Blog
Home»Territorio»GUERRA: QUEL MONUMENTO AL POGGIO
Territorio

GUERRA: QUEL MONUMENTO AL POGGIO

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini20 Ottobre 2016Nessun commento3 Mins Read
Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
Share
Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

“L’oratore dice che oggi tutti gli italiani sono tranquilli e sereni, perché sono passati attraverso le prove e i tormenti della guerra gloriosa”. Lo scriveva la cronaca pratese de “La Nazione” l’11 novembre 1930 in una corrispondenza intitolata “La solenne inaugurazione del Monumento ai caduti di Poggio a Caiano alla presenza di S.E. Bottai”. E l’oratore in questione, in quel 9 novembre dell’ottavo anno del regime fascista, era il giovanissimo (35 anni) Giuseppe Bottai allora, nel governo Mussolini, ministro delle Corporazioni. Per la retorica di quegli anni, dunque, i grandi lutti della grande guerra avevano reso “tranquilli e sereni” nientemeno che “tutti gli italiani”.

Le vicende, per molti aspetti interessanti, di quel monumento che ancora oggi campeggia nella piazza XX settembre di Poggio a Caiano, le hanno raccontate Barbara Taverni (bibliotecaria comunale al Poggio) e Luigi Corsetti (dirigente Cultura in quel Comune) in un volume dei “Quaderni Sofficiani” intitolato “Il culto dei caduti della grande Guerra. Il monumento di Mario Moschi a Poggio a Caiano”.

Il monumento è un dado di marmo – marmo di Carrara – con tre bassorilievi raffiguranti altrettanti momenti nella vita di un soldato, almeno di allora (la partenza, la battaglia, la vittoria) mentre nel quarto lato sono riportate le parole del generale Armando Diaz con il famoso “bollettino della vittoria”.

Fu sette anni prima della solenne inaugurazione, nel 1923, che a un gruppo di poggesi venne in mente di cercare soldi per costruire un monumento in grado di ricordare i paesani (una quarantina circa) caduti nella guerra mondiale. E mentre Barbara Taverni analizza più in generale il significato del “culto dei caduti” negli anni successivi al primo conflitto mondiale e, dunque soprattutto negli anni del fascismo, spetta a Luigi Corsetti il compito di raccontare i dettagli legati alla costruzione di questo monumento.

Un monumento che il poggese allora più famoso, Ardengo Soffici, pure inevitabilmente coinvolto, dimostrò di non gradire molto, temendo ne venisse fuori “una delle solite boiate”. Un monumento che, dopo varie peripezie, venne comunque inaugurato da un giovane ministro. Quelli di Carmignano, tre anni prima, erano stati più “bravi” riuscendo ad avere, per l’inaugurazione del “loro” monumento ai caduti nientedimeno che il Principe Umberto di Savoia (Principe che al Poggio non venne nel 1930, ma ci andò 8 anni dopo per incontrarsi, in forma privata, con un Ardengo Soffici che gli propose un Museo mediceo nella villa di Lorenzo).

Quelle lontane vicende saranno al centro di una presentazione (Scuderie Medicee di Poggio a Caiano, via Lorenzo il Magnifico) questo venerdì 21 ottobre (ore 21) con gli interventi di Pier Luigi Ballini, Luigi Cavallo e Mauro Tramontano: rispettivamente ordinario di Storia contemporanea, storico dell’arte e Cappellano militare della Legione Carabinieri Toscana. Saluto introduttivo del sindaco Marco Martini.

Una occasione, nel centenario della Grande Guerra, per riflettere proprio anche sulla guerra. Compresa quella di oggi, ancora mondiale – secondo Papa Francesco – ma combattuta “a pezzetti, a capitoli”. Una guerra, oggi, dove a morire non sono più soprattutto militari ma quasi esclusivamente civili. Una guerra da cui non scaturiscono certo “serenità” e “tranquillità”.

Ardengo Soffici guerra monumento Poggio a Caiano Soldati
Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
Mauro Banchini
  • Facebook
  • Twitter

Informazioni biografiche a questo link

Related Posts

IL VIRUS E LA RIPRESA, I CRONISTI E LE TERRE ALTE. E L’UOVO DI ZENO

30 Novembre 2020

Rincorrere il populismo

28 Novembre 2020

IL FRANCOBOLLO, QUESTO SCONOSCIUTO

7 Febbraio 2020
Loading Facebook Comments ...

Leave A Reply Cancel Reply

Cerca
Categorie
  • Chiesa
  • Cultura
  • Giornalismo
  • Politica
  • Senza categoria
  • Spunti
  • Territorio
  • Viaggi
Archivi
  • Novembre 2021
  • Maggio 2021
  • Febbraio 2021
  • Gennaio 2021
  • Dicembre 2020
  • Novembre 2020
  • Ottobre 2020
  • Marzo 2020
  • Febbraio 2020
  • Gennaio 2020
  • Dicembre 2019
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Luglio 2019
  • Giugno 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Marzo 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Luglio 2018
  • Giugno 2018
  • Maggio 2018
  • Aprile 2018
  • Marzo 2018
  • Febbraio 2018
  • Gennaio 2018
  • Dicembre 2017
  • Novembre 2017
  • Ottobre 2017
  • Settembre 2017
  • Giugno 2017
  • Maggio 2017
  • Aprile 2017
  • Marzo 2017
  • Febbraio 2017
  • Gennaio 2017
  • Dicembre 2016
  • Novembre 2016
  • Ottobre 2016
  • Settembre 2016
  • Luglio 2016
  • Giugno 2016
  • Maggio 2016
  • Aprile 2016
  • Marzo 2016
  • Febbraio 2016
  • Gennaio 2016
Tag
Appennino banche Barbiana Berlusconi cattolici chiesa cinema comunicazione Costituzione cultura democrazia don Milani elezioni fede firenze Francesco Gerusalemme Gesù giornalismo giornalisti guerra informazione Italia lavoro Messa misericordia montagna Natale Palestina papa Francesco Pistoia Poggio a Caiano politica populismo Prato Quarrata referendum Renzi Resistenza Salvini San Marcello San Marcello Pistoiese scuola Ucsi Vangelo
Blog Amici

blog.rinnovabili.it/author/amasullo
ilsismografo.blogspot.it
www.lineefuture.it

Siti che mi piacciono

www.ucsi.it
www.lastampa.it/vaticaninsider/ita
www.perunaltracitta.org/la-citta-invisibile/
www.toscanaoggi.it
www.greenaccord.org
www.toscana-notizie.it
www.aiart.org
www.nexteconomia.org

IN BREVE
IN BREVE

Città di confine sul mare, luogo di scambi, invito a non perdere la rotta. Ma anche memoria che nel mio paese di montagna c’è un luogo che, chissà perché, si chiama proprio così: Trebisonda.

[feedburner user="asad" heading="Subscribe to our newsletter:" label="Email Address" button_text="SUBMIT"]

I social de la Trebisonda
Visit Us On TwitterVisit Us On FacebookVisit Us On Linkedin
Dona

Magari potrà essere utile, in futuro, per raccogliere denari. Utili a qualche buona pratica.

Facebook Twitter Instagram Pinterest
© 2023 ThemeSphere. Designed by ThemeSphere.

Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.