Tre argomenti che al Poggio sono sulla bocca di tutti: l’attivismo dei Fratelli (d’Italia) che fanno arrivare 2,3 milioni a Carmignano per portare via dal Poggio, entro un anno, la Visitazione del Pontormo; la condanna di un assessore poggese per danno erariale da lui commesso quando dirigeva il Comune di Carmignano e che ora deve pagare un sacco di soldi; la piazza tartaruga sbarcata in Senato. Per la serie: al Poggio non ci s’annoia. (mb)
SAN MICHELE: LA DESTRA S’E’ DESTA – Dopo il congresso locale dei Fratelli d’Italia è sempre più evidente – al Poggio, ma pure a Carmignano dove fra un anno si voterà – una certa tensione tra i due partiti della destra.
Dal maggio 2023 nessuno aveva sentito parlare del partito più forte (quello di Meloni) perché tutto pareva nelle mani della vicesindaca salviniana. Ma adesso le parti sembrano ribaltate. Dopo il lungo sonno, il protagonismo dei meloniani è palpabile. Si sono svegliati. Son desti.
L’ultimo esempio sta nei 2,3 milioni “stanziati” dal MIC – ma su pressioni di loro, “fratelli” e “sorelle” – per il recupero della chiesa di San Michele.

SAN MICHELE: DUE MILIONI E 300 MILA GRAZIE AI FRATELLI – Soldi molto attesi a Carmignano. Un po’ meno dagli amministratori poggesi: prima la Visitazione rientrerà a Carmignano e prima emergerà la delusione di averla ospitata al Poggio non per anni ma solo per pochi mesi e facendo spendere a questo Comune tanti soldi di bilancio corrente.
Ad annunciare la buona notizia non è stata una istituzione (la Soprintendenza, il Comune, la Diocesi) ma, in grande spolvero, la parlamentare pratese di FDI. Ennesimo esempio di antica partitocrazia.
E’ il partito, con lo scudo del gruppo parlamentare, ad aver organizzato la conferenza stampa, ad aver annunciato il lavoro dei suoi esponenti per raggiungere lo scopo, a essere uscito sui media, ad aver portato a casa il risultato.
Tutti gli altri sono stati ridotti a comparse: i funzionari della Soprintendenza, il sindaco di Carmignano, il parroco, la diocesi. Perfino la sacralità di un altare ridotto a mero piano d’appoggio per un’operazione politica, va riconosciuto, all’apparenza molto riuscita.

SAN MICHELE: UN RESTAURO IN CORSA – Adesso, per chi è abituato a verificare le notizie, non resta che aspettare i dettagli: le carte, gli atti.
Da ciò che è stato scritto, il MIC (Ministero della Cultura) deve aver rimodulato precedenti conteggi sul PNRR facendoci rientrare, all’ultimo tuffo, la cifra che dovrebbe servire – unita ad altre – per il non banale restauro e messa in sicurezza del grande complesso carmignanese.
Ci sarà dunque un atto ministeriale (altrimenti i funzionari della Soprintendenza non si sarebbero certo mossi) a garanzia della promessa politica.
E dunque si potranno leggere i dettagli. E capire come le cronache abbiano potuto annunciare che “la Visitazione torna a casa” e che “entro il giugno 2026 sarà sull’altare maggiore” di Carmignano.
La sicurezza con cui tutti hanno accolto la notizia, partendo dal fatto che a giugno prossimo (fra appena due mesi) “si aprirà il bando per affidare il primo lotto dei lavori”, lascia bene sperare.
Anche perché se i fondi sono PNRR, a tutt’oggi la scadenza per terminare le opere PNRR è ancora fissata al 30 giugno 2026. Bisognerà dunque correre. Ma tutti sembrano convinti che sarà possibile. E che tutto è già fatto. Vedremo.

L’ASSESSORE CONDANNATO: DANNO ERARIALE – In quel di Poggio non c’è modo d’annoiarsi. La settimana santa 2025 è stata inaugurata, grazie alla cronaca pratese di un quotidiano, da una notizia “bomba”. Non smentita.
Dunque l’attuale assessore poggese ai lavori pubblici – un ingegnere – è stato condannato dalla Corte dei Conti per un comportamento tenuto anni prima quando era dirigente al Comune di Carmignano.
L’imputazione della condanna – ha scritto il quotidiano – riguardava una “inerzia prolungata che avrebbe causato il danno erariale”. Al centro della questione il “non aver aggiornato le tariffe relative agli oneri di urbanizzazione”. Un comportamento, quello dell’allora dirigente comunale, che “aveva causato un mancato incasso per il Comune”.
Da notare che l’ex dirigente è stato condannato a restituire una grossa cifra (148 mila euro, corretto. nda) al suo ex Comune.
E gli è andata bene perché la Procura contabile gli chiedeva il doppio (354 mila euro) mentre i giudici hanno accertato che una buona parte poteva essere “scontata” per “prescrizione decennale”.

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L’ASSESSORE CONDANNATO: E ORA? – Una “bomba” oggettiva, visto che l’ingegnere andato in pensione da Carmignano oggi occupa un ruolo rilevante, politico, nel Comune di Poggio.
Sono nelle sue mani tutti i dossier più scottanti: i lavori sulla piazza XX settembre, quelli al cimitero, gli impianti sportivi, la viabilità, i nuovi posteggi, l’operazione Poggio Park …
Nessuna reazione, per adesso, dal Comune Ma la notizia, come ovvio, è sulla bocca di tutti. E ora? Sarà interessante seguire gli sviluppi. Il sindaco, ad esempio, dovrà presto parlare …

PIAZZA IN SENATO: DOPO LO SCONTRO GIULI/SALVINI – Ha fatto molto discutere la risposta del sottosegretario MIC (Ministero Cultura) Gianmarco Mazzi al senatore Dario Parrini.
Parrini aveva chiesto notizie su come il ministero giudicasse il disinteresse del Comune di Poggio a Caiano, sulla variante urbanistica nella piazza XX Settembre, rispetto al netto parere negativo formulato dalla Soprintendenza fiorentina.
Va notato che solo pochi mesi prima si era verificato un certo scontro politico, dentro il governo di destra, fra due ministri (Giuli alla Cultura e Salvini alle Opere Pubbliche) proprio sul valore da attribuire ai pareri delle Soprintendenze rispetto alle azioni delle amministrazioni comunali.
Se il ministro Salvini voleva venisse approvato, nel decreto legge cultura, un emendamento per depotenziare il peso dei pareri (quando sono negativi) delle Soprintendenze verso opere pubbliche, il ministro Giuli, almeno quella volta, riuscì a bloccare le spinte del collega leghista.
La piccola vicenda poggese, arrivata in Senato, rientra proprio in questa problematica molto più generale: il confronto/scontro fra chi è chiamato a difendere beni comuni (paesaggio, ambiente, cultura …) e chi guarda con sospetto, se non con ostilità, a tali vincoli preferendo farne a meno.

PIAZZA IN SENATO: L’ERRORE DEL SOTTOSEGRETARIO – Giuli, sulla vicenda poggese, non è intervenuto di persona ma nell’aula del Senato ha delegato un suo sottosegretario: anche lui fratello d’Italia.
Chi ha esperienza, sa che un qualunque governo chiamato a rispondere a una qualunque interrogazione su un qualunque fatto periferico, assume le informazioni localmente.
Dunque in questo caso è facile intuire che la fonte primaria per la risposta del sottosegretario sia stata direttamente il Comune di Poggio.
Purtroppo al sottosegretario è stata fornita una informazione sbagliata: quella secondo cui il progetto iniziale, del centrosinistra, prevedeva di pedonalizzare una corsia della strada 66. E’ stato indotto in errore. Peccato.

PIAZZA IN SENATO: SE IL COMUNE E’ “FRATELLO” – Ma il sottosegretario, davanti al conflitto poggese tra Soprintendenza (organismo che dipende dal MIC) e Comune “fratello” ha scelto la via politica.
In pratica ha dato ragione al Comune “fratello” anche se questo ha significato, in modo indiretto, depotenziare il ruolo della Soprintendenza.
La questione riguarda una zona tutelata da UNESCO perché “cuscinetto” di un’area (la Villa Medicea) riconosciuta patrimonio dell’umanità. Davanti al dilemma se difendere un Comune “fratello” oppure il parere della Soprintendenza, il sottosegretario ha aperto la busta numero uno.
E ha raccontato, nella solennità del Senato, una storia tutta sua leggendo un testo discretamente contorto e, secondo alcuni, in perfetto stile “supercazzola”. Con scappellamento, ovviamente, a destra.

PIAZZA IN SENATO: FRA PERNACCHIE E DOPPIOPESISMI – Ma in questo non si è reso conto di aver legittimato una sorta di doppiopesismo.
Nella stessa zona “cuscinetto UNESCO” era stato, ad esempio, proprio il Comune di Poggio, poco tempo prima, a pretendere, da un piccolo imprenditore, che lui modificasse l’insegna del suo negozio perché in contrasto con i vincoli esistenti.
Forte con i deboli, quel Comune ha usato su sé stesso un criterio diverso: fregarsene del vincolo.
Brutto segnale. Seguendo la stessa logica qualunque cittadino a cui la Soprintendenza chiedesse un certo adempimento (o qualunque tecnico) potrebbe essere tentato di spernacchiare la Soprintendenza. Ma non potrebbe farlo perché il Comune, a quel punto, farebbe intervenire la PM o i Carabinieri.

PIAZZA IN SENATO: CONTRO IL PARERE DELLA SOPRINTENDENZA – C’è poi un altro rischio: una politica che, per motivi politici, aiuta “fratelli” politici capaci di ignorare il parere, negativo, tecnico dell’organismo di tutela, rischia di indebolire quel “contrappeso” di tutela.
Con rischi evidenti anche per le garanzie di chi è chiamato a difficili e delicate funzioni di tutela.
Il tutto accade mentre il TAR ha già condannato il Comune ad annullare atti presi, anche su quella zona tutelata, con troppa superficialità e senza valutare bene le conseguenze.
Bene ha fatto l’interrogante, il senatore Dario Parrini, a dichiararsi insoddisfatto e a denunciare la gravità del comportamento del Comune sulla piazza: “andare comunque avanti, contro il parere della Soprintendenza, in una zona così tutelata”.

PIAZZA XX SETTEMBRE: LA CORSA DELLA TARTARUGA – Intanto i lavori sulla piazza che, secondo le promesse del sindaco Palandri, avrebbero dovuto terminare entro il 30 aprile 2025, non è chiaro come vadano avanti, se vanno avanti, quando davvero termineranno. A quella data mancano 15 giorni.
Un documento del 2 aprile scorso – che dopo mesi di ritardo sblocca 40 mila euro per la ditta “Panza” come stato di avanzamento “intermedio” – certifica che la percentuale delle opere realizzate a pochi giorni fa non raggiungeva il 58%.
Fra il gennaio 2024 e l’aprile 2025 la percentuale dei lavori realizzati non ha raggiunto il 10% (era il 48,077% a fine 2023 e oggi è salita appena al 57,688%).
Una piazza intitolata ai bersaglieri del XX Settembre (Porta Pia) procede con la velocità di una tartaruga. Magari prima o poi finirà.
E allora, finalmente, sarà possibile confrontare ciò che avrebbe potuto essere (con il progetto Puggelli) e ciò che sarà (con il progetto Palandri).
Agorà per i cittadini o semplice rotonda? Si accettano scommesse che, così ridotta, non piacerà a nessuno.
POGGIO (A CAIANO) E BUCA – di Mauro Banchini – 13 APRILE 2025 n. 98