“Se invecchi decentemente diventi elio, non piombo. Pesi di meno”. Devo a Fulvio Ervas, scrittore veneto incrociato a Più libri più liberi, una così bella definizione sulla condizione verso cui sto salendo (spero senza scendere troppo). Presentava il suo ultimo libro (“Nonnitudine”, Marcos Y Marcos) sulla sua esperienza di babbo di una figlia che a sua volta ha avuto un figlio. In pratica è diventato nonno e, da scrittore, racconta il fascino di questo suo nuovo modo di essere.
Ne ha detta pure un’altra di frasi belle, Ervas, che è anche insegnante di scienze naturali. “Come tua figlia gestisce il suo figlio è la misura di come tu sei stato padre”. Mi ci ritrovo. Anche da nonno. Così come in un’altra frase (“Avere un nipote è uno stato di felicità e di privilegio”) sapendo bene quanto, nell’accavallarsi delle stagioni, sia antico ciò che a ciascuno pare nuovo: come, appunto, l’essere nonni.
Mi è tornato in mente, Fulvio Ervas, a Pistoia: seduto in quel notevole spazio che prende il nome dalla piccola via (“dell’ospizio”) ospitando una libreria indipendente. Lì si presentava un altro libro di una persona conosciuta da decenni, Giuseppe Totaro, che ha messo in ordine (un ordine bello. Anche per la particolare forma di un libro a fisarmonica, assai bene illustrato dalla figlia Maria Chiara) una decina di novelle via via raccontate ad Alessandro e Clemente, Agnese e Luca, Jakob e Laura, Andrea e Madeleine, Bartolomeo e Charlotte.
Dieci tra figli e nipoti. Nove racconti e un personaggio di fantasia (Picio Pacio) che fa da legame. “Nove storie di Picio Pacio” è il titolo. Gli Ori l’editore. Novelle ispirate, in ordine di età, dai piccoli. Per ciascuna storia un memo giallo a suggerire brani musicali in sottofondo (da Satie a Chopin, da Paganini ai Beatles, a Mozart).
In prefazione,Totaro (per un trentennio presidente FISM, Federazione nazionale scuole materne di ispirazione cattolica) racconta le sue quattro (“tardive”) scoperte. Una ha a che fare con noi adulti, nel senso che raccontare storie ai bambini – sostiene Totaro – fa bene pure a noi.
E proprio ieri, il Corsera pubblicava uno scritto sull’importanza della lettura ad alta voce verso i bambini. Pare, sottolineo il “pare”, che Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron sia venuto su così bene anche perché la nonna gli leggeva Moliere ad alta voce quando lui era piccolo. Incoraggiandolo poi a proseguire da solo. Vai tu a sapere cosa leggeva, al piccolo Donald, la nonna di Trump …