Ancora sull’ex Maeba di San Marcello Pistoiese. Qui le due puntate precedenti delle mie (ovviamente inutili) riflessioni: una sorta di sogno continuo. Non ho letto notizie sugli esiti di un incontro che deve esserci stato qualche giorno fa rispetto al futuro della costruzione (spesi almeno 600 mila euro) nello spazio di una ex sala da ballo, poi discoteca, paesana.
Leggo però oggi sul Corriere della Sera, inserto “Buone Notizie”, di un bando promosso da Confcooperative (una fra le centrali storiche del movimento cooperativo italiano. Qui ho fatto i miei primi anni di interessante lavoro): un bando, da 500 mila euro, per sostenere piccole realtà locali sui territori interni attraverso lo strumento delle cooperative di comunità.
Il bando è pubblicato su Fondosviluppo insieme al regolamento e alla modulistica per presentare le domande entro il 31 marzo. Va presentato un “progetto di sviluppo locale” e cui sono anche contributi (5 mila euro) come “premio di nascita” per le neo-costituite cooperative di comunità.
Opportunità come queste possono essere una base interessante, in presenza di un contesto che abbia voglia di costruire, per dare speranza a territori troppo spesso chiusi nel piangere sul latte versato, rimpiangere tempi passati, attendere l’arrivo di un “mago” più o meno disinteressato.
In altra pagina dello stesso inserto il mio amico Jacopo Storni racconta la storia di Gerfalco, in Alta Maremma: 700 persone negli anni Cinquanta ora rimaste in 50 quasi tutte over settantenni in un clima di lento, inesorabile, declino. Ma cinque giovani amici, dai territori vicini, hanno fondato una cooperativa di comunità: per creare, in questo caso attraverso l’agricoltura, nuove opportunità anche di lavoro e contrastare l’abbandono. In un box alcune informazioni su 50 milioni di euro messo a disposizione delle imprese cooperative dalla BEI (Banca Europea Investimenti).
San Marcello non è (almeno per ora) Gerfalco. Ma da Gerfalco arriva un input che potrebbe avere una sua utilità anche per San Marcello. Magari per l’ex Maeba e – continuo a sognare – per l’ex cinema Appennino e per quello che verrà nell’ex Conservatorio. Passare da paese degli “ex” a luogo dei “post” sarà possibile? Boh …