Da quando, negli organi di vertice delle istituzioni pubbliche, si sono moltiplicati gli incarichi “di fiducia” (ben oltre le normali e giuste responsabilità di semplice segreteria e di gabinetto), non mancano i problemi.
Non mancano, i problemi, specie in rapporto con l’apparato istituzionale ordinario, quello entrato nei palazzi non tramite “amicizie” ma tramite concorsi e, almeno teoricamente, obbligato a servire non il potente pro tempore bensì ciò che più conta: lo Stato. Un apparato istituzionale ormai, da un pezzo e a ogni livello, sempre più in difficoltà
In certi casi, come in questo del già screditato Sangiuliano, si finisce addirittura nel ridicolo. Che è quasi peggio del penale.
Una cosa immediata da fare, a ogni livello, sarebbe ripristinare la responsabilità del politico (ministro o sindaco, presidente del Consiglio o assessore …) rispetto alle persone che lui inserisce nelle istituzioni con incarichi, appunto, fiduciari.
Se l’inserito è bravo e non crea problemi anzi li risolve, ciò può andare a vanto del politico. Ma se l’uomo o la donna presi “per fiducia” si rivelano inadeguati o creano problemi (di immagine e non solo) allora è il politico – come primo responsabile di questa scelta – a doverne pagare le conseguenze. Al limite anche con dimissioni vere (non finte).