Close Menu
  • Home
  • Giornalismo
  • Cultura
  • Chiesa
  • Territorio
  • Politica
  • Viaggi
  • Spunti
  • L’autore
  • Contatti
Facebook X (Twitter) Instagram
La Trebisonda Blog
  • Home
  • Giornalismo
  • Cultura
  • Chiesa
  • Territorio
  • Politica
  • Viaggi
  • Spunti
  • L’autore
  • Contatti
La Trebisonda Blog
Home»Comune»CONFUSIONE IN COMUNE: RIFIUTI, VIABILITA’, NOMINE. E ALTRO
Comune

CONFUSIONE IN COMUNE: RIFIUTI, VIABILITA’, NOMINE. E ALTRO

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini27 Aprile 2025Updated:28 Aprile 2025Nessun commento12 Mins Read
Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
Share
Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

Difficile trovare un altro Comune dove chi amministra faccia una confusione così continua, arrosti così sconcertanti, trovando sempre una scusa per scaricare le colpe su altri. Qui quattro esempi: rifiuti, viabilità, nomine, dirette streaming. E c’è dell’altro. PS)- Chi scrive si mette nei panni di chi legge ma non abita al Poggio: purtroppo non è chi scrive a essere esagerato. Magari così fosse! (mb)

PONTE MOLINO: CHE SUCCEDE? – “Oggi l’amministrazione Palandri vuole realizzare il progetto per cui è stata votata”. Così una recente nota di Fratelli d’Italia: partito poggese per anni silente ma ora finalmente attivo.

Si riferisce al doppio senso sul ponte al Molino. Ma anche a tutte le altre promesse sulla viabilità. Compreso il doppio senso su via Vittorio. Su questo la destra vinse le elezioni.

===

Giusto: chi viene eletto deve realizzare il suo programma. Qui, però, sono già passati due anni e sono tante le promesse latitanti.

Ma su una – il doppio senso sul ponte al Molino, il ponte che collega Poggio a Prato – Palandri pare essere vicino alla vittoria: pare aver ottenuto un (controverso) disco verde dal presidente della Provincia che, per suoi motivi, non vede l’ora di dar ragione alla destra.

Basterà, adesso, chiede un piccolo parere alla Soprintendenza. Su un semaforo destinato, secondo qualcuno, a aumentare code e smog.

Palandri lo chiederà? Se ne scorderà? Lo otterrà? Presenterà tutti i documenti? Quando questa vicenda finirà? Code e smog aumenteranno? Vedremo.

Ma il resto delle promesse elettorali sulla viabilità? Tutto scordato?

PROMESSE DA VENDITORE DI PACCHI – In due anni le promesse sulla viabilità sono rimaste tali. Anche perché alcune erano strampalate. Diciamolo pure senza alcuna volontà offensiva: da venditore di “pacchi” nelle vecchie fiere di paese.

Prendiamone tre. Erano “pacchi“, ma tanti elettori ci credettero.

La prima: Palandri promise che avrebbe dirottato verso la tangenziale di Prato tutto il traffico – quello in direzione Poggio – già dalla rotonda di Seano. Cosa ovviamente improponibile. Infatti nessuno ne parla più.

Seconda promessa: cancellare la pista ciclabile al Poggetto. Anche questo impossibile. E infatti è dimenticata. Passata la festa, gabbato lo santo.

LA FUFFA DEL DOPPIO SENSO – E c’era la terza promessa: il doppio senso su via Vittorio Emanuele, il ponte che conduce verso Firenze.

Un doppio senso in effetti ripristinato. Ma a patto di una pesante sconfitta del sindaco al TAR Toscana. E a rischio di nuova bocciatura dal Consiglio di Stato.

Nessuno però ricorda la verità: quel doppio senso su quel tratto di strada regionale era infatti destinato, nella propaganda, a risultare soltanto “temporaneo”. Non definitivo.

Sta ancora scritto nel programma elettorale della destra (vedi pagine 5 e 6): quel doppio senso, su cui adesso Palandri si bea e su cui tanti sostenitori fanno la “ola”, era una soluzione momentanea. Pura e banale fuffa!

Sarebbe stato sì messo ma solo “temporaneamente”: in attesa, cioè, di una (improbabile) sistemazione della strettissima via Cioppi (demolizione di edifici per allargare quella via, per rimetterla a doppio senso e per realizzare una sorta di rotonda). Il tanto esaltato doppio senso su via Vittorio sarebbe tornato, subito dopo, a senso unico.

In molti ci cascarono. Non ci fecero caso. Ma nel programma è scritto proprio questo. Perché sindaco e assessore non hanno il coraggio di ammetterlo?

TRAFFICO: TRE ENIGMI DA SPIEGARE – Dopo due anni esatti di governo, sindaco e assessore farebbero bene a spiegare tre enigmi.

Uno: perché non hanno dirottato il traffico, a Seano, verso la tangenziale di Prato. Due: perché non hanno tolto la ciclabile del Poggetto. Tre: perché non hanno abbattuto gli edifici in via Cioppi (avevano detto di farlo “in tempi medio brevi”, cioè adesso) per far tornare via Vittorio a senso unico eliminando quel doppio senso che oggi magnificano.

Tre enigmi che non troveranno, a scioglierli, né la bravura del principe Calaf né la melodia del maestro Puccini. Resteranno un inno alla ingenuità di chi ci ha creduto.

MUSEO DEPORTAZIONE: IL CAOS POGGESE – La destra poggese – che il 25 aprile nelle celebrazioni ufficiali non riesce a pronunciare la parola “partigiani” – non ha un bel rapporto con il Museo della Deportazione e della Resistenza.

Nella fondazione pratese che lo gestisce deve far parte, per statuto, un rappresentante di Poggio.

Fin da subito, giugno 2023, Palandri vi nominò la sua vice, la leghista Diletta Bresci: una nomina così confusa che il sindaco, nel febbraio 2024, fu costretto a rifarla.

Bresci non doveva averne molta voglia di stare in quel cda per definizione antifascista. E ai primi del maggio 2024 si dimise. In ottobre, Palandri la sostituì con un altro consigliere della sua maggioranza: il meloniano Matteo Bonfanti.

Ma anche Bonfanti, neppure quattro mesi dopo la sua nomina, ha finito per dimettersi. Perché si è dimesso dopo così poco? Un posto così impegnativo sui valori costituzionali forse non faceva per lui? Si sentiva a disagio? Mai lo sapremo.

MUSEO DEPORTAZIONE: IL CAOS CONTINUA – Con decreto di metà aprile, Palandri ci riprova e punta su un’altra consigliera di maggioranza: la cattolica Chiara Guazzini che ha già la delega per occuparsi di biblioteca.

Le caratteristiche valoriali (l’antifascismo) Guazzini certo le ha. Almeno maggiori degli altri due. Ed è giusto darne atto. Ma purtroppo anche questa nuova nomina risulta viziata dalla costante tendenza al pasticcio.

Anche questa volta, infatti, il sindaco non ha seguito la procedura per le nomine: un iter che lui stesso, nel dicembre 2023, aveva fatto approvare al Consiglio Comunale (cliccare qui).

Chiara Guazzini, purtroppo per lei, è stata nominata come se quella procedura non esistesse. Nomina irricevibile. Da rifare.

MUSEO DEPORTAZIONE: REGOLE VIOLATE – La procedura per queste nomine prevede un “albo” nel quale i soggetti che intendono candidarsi per una qualunque nomina devono iscriversi inviando il rispettivo curriculum. E’ da questo elenco che il sindaco, in base ai curricula, sceglie il nominativo a cui affidare l’incarico.

Nulla di tutto questo è stato fatto. Rendendosi vacante quel posto Palandri avrebbe dovuto emanare, nel nome della trasparenza, un bando pubblico per raccogliere disponibilità e curricula.

Tutto questo sarebbe dovuto confluire nell’Albo e il sindaco, esaminati i curricula e dunque verificata la qualità dei candidati, avrebbe dovuto attingere da quell’albo la persona da nominare.

Poteva benissimo nominare, valutando il curriculum, Chiara Guazzini: ma prima avrebbe dovuto seguire la procedura corretta.

Perché non lo ha fatto? Perché ha scelto la logica dell’amichettismo politico dimenticandosi quella del confronto sulle competenze? Una negligenza ancora più grave perché ripetuta. Già per le nomine precedenti, infatti, Palandri si era “scordato” la procedura che lui stesso aveva voluto.

Ad aggravare, sta il fatto che il decreto di nuova (irregolare) nomina cita proprio quella delibera di Consiglio Comunale (la n. 91 del 29 dicembre 2023) che lo stesso Palandri ha, invece, ignorato. Un’autentica presa per i fondelli.

MUSEO DEPORTAZIONE: QUATTRO DOMANDE – Ma c’è di più. Secondo qualcuno, infatti, un consigliere comunale – chiunque sia – non può far parte del cda di “Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza” perché il Comune delibera un contributo annuo proprio in favore di quella Fondazione.

Ciò, secondo questa tesi, renderebbe incompatibile la consigliera Guazzini con tale nomina perché si dovrebbe applicare un articolo (il 63) del TUEL (testo Unico Enti Locali): quello sulle incompatibilità.

Le domande da cronista sono inevitabili. Nessuno risponderà, ma è bene restino. Sono quattro.

La prima: perché il sindaco, nella nomina di rappresentanti comunali, ignora le procedure fissate in una delibera di Consiglio?

La seconda: quelle nomine, fatte così, sono regolari?

La terza: può la Fondazione “Museo Deportazione e Resistenza” ignorare la irregolarità di quella nomina?

La quarta: il sindaco si è posto la questione del rispetto dovuto al TUEL in materia di incompatibilità?

PRO LOCO: PRESIDENTE IN CONFLITTO? – Va aggiunto che se questo richiamo al TUEL fosse davvero pertinente, sarebbe un altro consigliere di maggioranza, il capogruppo Renzo Breschi, a trovarsi in una assai più pesante difficoltà.

Da molto tempo, infatti, lui cumula la carica di presidente della Proloco con il ruolo di consigliere comunale.

Da notare che quella Proloco vive anche grazie a continui, e significativi, contributi da parte del Comune nel quale lo stesso presidente è non solo consigliere ma anche capogruppo nonché delegato dal sindaco per gli eventi (e molti eventi, al Poggio, li organizza proprio la Proloco).

Mai nessuno pare essersi posto la questione sul possibile conflitto di interessi in una persona che, in contemporanea, può indossare giacche così diverse.

Magari è tutto regolare, ma una verifica – ad esempio da parte della segretaria comunale – non sarebbe male farla. In ogni caso c’è, pesante, un problema di opportunità.

STREAMING: LA COLPA ERA DEL “CAVETTO” – Era solo questione di un “cavetto”. Così il presidente del Consiglio, nell’ultima seduta, ha spiegato il “mistero” che per lunghi mesi ha impedito di ascoltare le dirette streaming.

Sarebbe dunque bastato poco, fin da ottobre scorso, per risolvere un problema così facile. Invece per sette lunghi mesi il diritto dei cittadini è stato violato.

Molte le proteste, arrivate anche sul tavolo di un Prefetto che di sicuro non è rimasta insensibile. Né sono mancati sospetti che ad amministratori così impauriti dalla trasparenza fregasse qualcosa se i cittadini non potevano ascoltare quanto accadeva in aula.

Adesso, finalmente, tutto pare tornato normale (anche se la parte video lascia molto a desiderare. Inconcepibile con le tecnologie 2025). L’ultima seduta, almeno, si è ascoltata bene. Evviva!

TARIC: IL SINDACO DIMENTICONE – Difficile trovare un altro Comune nel quale il sindaco (che è anche assessore a bilancio e tributi) dimentichi di far approvare una delibera così importante: quella sul nuovo sistema di raccolta e tariffazione rifiuti. E lo dimentichi addirittura per mesi.

La delibera doveva essere approvata entro il 31 dicembre 2024, visto che le nuove regole sono scattate dal 1 gennaio 2025. Ma al Poggio – incredibile – se ne erano tutti dimenticati. Hanno bucato un atto così rilevante.

Se ne sono però accorti quelli di ATO (l’assemblea di tutti i Comuni sparsi tra Firenze, Prato e Pistoia): l’unica delibera mancante era quella del Poggio. Figura cacina o, se preferite, figura di emme.

Ma c’era modo di rimediare: l’atto, sia pure in extremis, poteva essere adottato entro il giorno (30 aprile 2025) in cui tutti i Comuni si sarebbero ritrovati in assemblea.

TARIC: UN LUTTO IGNORATO – Ecco il motivo per cui un sindaco, imbarazzato davanti a questo suo infortunio, aveva convocato il Consiglio per il 23 aprile.

Un solo punto all’odg, quello che avrebbe dovuto essere stato approvato quattro mesi prima: la nuova disciplina sui rifiuti con il passaggio di TARI a TARIC (tariffa corrispettiva).

Peccato che nel frattempo fosse morto papa Francesco e che quello fosse il primo dei lunghi cinque giorni di lutto (un record!!!) decretati dal governo Meloni.

L’opposizione, fornendo la disponibilità per uno dei giorni utili dopo la fine del lutto (lunedì 28 o martedì 29 aprile), aveva chiesto il rinvio. C’era tutto il tempo, volendo, per varare la delibera dimenticata.

Ma Palandri non ne ha voluto sapere. Scordando il precedente tenuto per la morte di Silvio Berlusconi (anche in uno dei tre giorni di lutto fissati in quella occasione, al Poggio era previsto un Consiglio che venne subito rinviato), ha forzato la mano.

Del lutto per un papa (peraltro così vilipeso, quando era in vita, da ambienti di questa destra sovranista che esibisce rosari ma offende i poveri) se ne poteva fare a meno.

TARIC: UNA FORZATURA ASSURDA – A rendere ancora più imbarazzante la vicenda (la colpa della dimenticanza era attribuibile solo alla fragilità della amministrazione Palandri) ci ha poi pensato, in aula, lo stesso sindaco.

Ha infatti ammesso che nel frattempo era intervenuta una sorta di proroga per cui ci sarebbe stato davvero tanto tempo, anche in maggio, per approvare quella delibera.

Anche considerato questo non secondario fatto, sfugge il motivo vero di questa forzatura. Perché forzare sul 23 aprile e violare il lutto quando, per ammissione dello stesso sindaco, la delibera poteva essere presa anche in maggio?

Perché questa arroganza da marchese onofrio del grillo? Perché Palandri ignora in modo così grossolano il primo requisito che un pubblico amministratore deve avere, la capacità di assumersi in pieno la sua responsabilità?

TARIC: ANCORA UN BARILE SCARICATO – Una piccola protesta dell’opposizione ha poi scatenato le ire di sindaco e sostenitori.

Invece di fare la cosa più logica e seria (ammettere lo sbaglio sulla dimenticanza della delibera, chiedere scusa ai cittadini) la destra poggese insistito nello scaricare la colpa su altri. In questo caso sui dirigenti comunali.

Una reazione nervosa che conferma l’esistenza di nervi scoperti e, forse, spiega il motivo per cui tanti dipendenti sono fuggiti da un Comune in cui si avvertono sempre più evidenti carenze di leadership.

Una classe politica di livello la si riconosce quando, in presenza di problemi (e qui l’errore era del sindaco), non fugge. Un ceto politico credibile, iniziando da un sindaco consapevole che fare il sindaco significa risolvere i problemi, sa di doversi sempre assumere ogni responsabilità.

Aver bucato di ben quattro mesi l’approvazione di un atto come quello, significa, tante cose. Purtroppo.

Il resto, compresa la difesa strumentale di un pontefice che questa destra non ha mai amato e anzi ha più volte offeso, passa in seconda linea.

POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini n. 101 del 27 aprile 2025

Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
Mauro Banchini
  • Facebook
  • X (Twitter)

Informazioni biografiche a questo link

Related Posts

LA RIVOLUZIONE DELLA CURA: UN LIBRO PER RESPIRARE. E PER RESTARE UMANI.

14 Maggio 2025

IL POGGIO DEI MISTERI

11 Maggio 2025

POGGIO: DAI TULIPANI AI FORASACCHI

3 Maggio 2025
Loading Facebook Comments ...
Leave A Reply Cancel Reply

Cerca
Categorie
  • Chiesa
  • Comune
  • Cultura
  • Giornalismo
  • Politica
  • Senza categoria
  • Spunti
  • Territorio
  • Viaggi
Archivi
  • Maggio 2025
  • Aprile 2025
  • Marzo 2025
  • Febbraio 2025
  • Gennaio 2025
  • Dicembre 2024
  • Novembre 2024
  • Ottobre 2024
  • Settembre 2024
  • Agosto 2024
  • Luglio 2024
  • Giugno 2024
  • Maggio 2024
  • Aprile 2024
  • Marzo 2024
  • Febbraio 2024
  • Gennaio 2024
  • Dicembre 2023
  • Novembre 2023
  • Ottobre 2023
  • Novembre 2021
  • Maggio 2021
  • Febbraio 2021
  • Gennaio 2021
  • Dicembre 2020
  • Novembre 2020
  • Ottobre 2020
  • Marzo 2020
  • Febbraio 2020
  • Gennaio 2020
  • Dicembre 2019
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Luglio 2019
  • Giugno 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Marzo 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Luglio 2018
  • Giugno 2018
  • Maggio 2018
  • Aprile 2018
  • Marzo 2018
  • Febbraio 2018
  • Gennaio 2018
  • Dicembre 2017
  • Novembre 2017
  • Ottobre 2017
  • Settembre 2017
  • Giugno 2017
  • Maggio 2017
  • Aprile 2017
  • Marzo 2017
  • Febbraio 2017
  • Gennaio 2017
  • Dicembre 2016
  • Novembre 2016
  • Ottobre 2016
  • Settembre 2016
  • Luglio 2016
  • Giugno 2016
  • Maggio 2016
  • Aprile 2016
  • Marzo 2016
  • Febbraio 2016
  • Gennaio 2016
Tag
Appennino banche Barbiana Berlusconi cattolici chiesa cinema comunicazione Costituzione cultura democrazia don Milani elezioni fede firenze Francesco Gesù giornalismo giornalisti guerra informazione Italia lavoro Messa misericordia montagna Natale Palestina papa Francesco Pistoia Poggio a Caiano politica populismo Prato Quarrata rai referendum Renzi San Marcello San Marcello Pistoiese scuola trasparenza Ucsi uffici stampa Vangelo
Blog Amici

blog.rinnovabili.it/author/amasullo
ilsismografo.blogspot.it
www.lineefuture.it

Siti che mi piacciono

www.ucsi.it
www.lastampa.it/vaticaninsider/ita
www.perunaltracitta.org/la-citta-invisibile/
www.toscanaoggi.it
www.greenaccord.org
www.toscana-notizie.it
www.aiart.org
www.nexteconomia.org

IN BREVE
IN BREVE

Città di confine sul mare, luogo di scambi, invito a non perdere la rotta. Ma anche memoria che nel mio paese di montagna c’è un luogo che, chissà perché, si chiama proprio così: Trebisonda.

[feedburner user="asad" heading="Subscribe to our newsletter:" label="Email Address" button_text="SUBMIT"]

I social de la Trebisonda
Visit Us On TwitterVisit Us On FacebookVisit Us On Linkedin
Dona

Magari potrà essere utile, in futuro, per raccogliere denari. Utili a qualche buona pratica.

Copyright © 2016 la Trebisonda | Powered by Web Agency KeepUp. | Privacy Policy | Cookie Policy

Facebook X (Twitter) Instagram Pinterest
© 2025 ThemeSphere. Designed by ThemeSphere.

Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.