Una medaglietta con l’immagine di Francesco. Il santo. Quello che Bergoglio gli ha preso il nome per fare il papa. A modo suo. A modo di Cristo.
E’ saltata fuori, giorni fa, la medaglietta incisa dal tempo, sotto la chiesa di Calamecca. Un antico edificio sacro che stava crollando ma che gli abitanti, aiutati da una colletta, hanno voluto salvare.
Adesso la Sovrintendenza ha iniziato lavori preliminari per metterla in sicurezza. La chiesa. Intitolata a uno venuto da lontano che trovò lontana morte, per la sua fede, nella Firenze da tempo sovrastata da una chiesa che da lui prende nome.
Scavando sotto la chiesa di Calamecca, sui monti pistoiesi, hanno trovato, come normale in questi casi, resti di sepolture umane. E, appunto, alcune medagliette con immagine di santi. Per accompagnare i morti nel viaggio estremo. Nulla di strano, ovvio. Storie ordinarie. Ma sempre storie di una storia fatta da uomini e donne.
Data la priorità agli aspetti fondamentali per evitare il crollo della chiesa, continueranno le ricerche su quei resti. Appartengono agli antenati di chi oggi abita in questo angolo di paradiso. E la scienza, oggi, può fare un sacco di cose per restituire attualità al passato.
E’ stato bello, in una calda serata di questa estate 2024, essere lì. In quel salotto comunitario che è la piazza di Calamecca.
Ad ascoltare una giovane storica dell’arte, Rebecca Benedettini, presentare il suo libro (la sua tesi di laurea) sui tesori di questa chiesa: San Miniato in Calamecca.
Una chiesa che è molto più delle sue pietre e dei suoi arredi. È radice. Radice di una comunità. Emblema di una fede. Testimonianza di passaggi. Umani e non solo.