Notevoli le suggestioni e le potenzialità da un nuovo “cammino” percorribile, nel nome di san Bartolomeo, fra i versanti dell’Appennino tosco-emiliano. Una iniziativa collaterale (“La 100 km con Francisco”) è stata presentata giorni fa, alla biblioteca San Giorgio di Pistoia, da tante piccole associazioni (l’elenco è lunghissimo) coordinate dal Gruppo Studi Alta Val di Lima.
Da venerdì 22 a domenica 24 giugno 2018 chi lo vorrà potrà percorrere, ovviamente a piedi, quel cammino attraverso strade e sentieri iniziando da Fiumalbo (fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”) e arrivando a Pistoia in una fra le più belle chiese d’Italia (e non è una esagerazione): San Bartolomeo in Pantano. Il tutto, appunto, attraverso località in qualche modo legate alla figura di questo santo, apostolo di Cristo, patrono di Fiumalbo, ma anche di Cutigliano; di Spedaletto, ma anche di Pistoia.
A fare da “portavoce” di questa iniziativa (come in tutti i cammini devozionali sono anche previste timbrature e ospitalità a basso impatto) sarà un pellegrino d’eccezione: lo spagnolo Francisco Sancho che del pellegrinaggio a piedi ha fatto, ormai da tempo, la sua “espressione di vita cristiana”. Un amico anche di questi monti, Francisco, che l’altro giorno, alla presentazione pistoiese dell’iniziativa, è arrivato in treno da Vicenza, città dove oggi vive, accolto come una autentica star.
In vari momenti della tre giorni, presentata con passione da Simone Breschi, saranno presenti i vescovi di Modena e Pistoia e saranno raccolti fondi per il restauro di una chiesa cutiglianese: quella della Madonna di Piazza, dove è conservata una notevole pala d’altare di scuola robbiana.
Tre le tappe, con due pernottamenti (Cutigliano e Spedaletto) per un percorso che toccherà una dozzina di località (Fiumalbo, Abetone, Rivoreta, Cutigliano, Popiglio, Ponte di Castruccio, Piteglio, Prataccio-Prunetta, Le Piastre, Pontepetri, Spedaletto, Pistoia).
Di norma si percorre in 5 giorni, ma come tutti questi cammini a forte valenza religiosa ciascuno può farlo, rigorosamente a piedi, con i suoi ritmi e le sue capacità. Perché – come si è soliti dire in questi casi – “la meta è il cammino stesso”. Si attraversano valichi di montagna, ci si addentra in boschi, si oltrepassano corsi d’acqua, si scoprono paesini-gioiello, si incontrano bellezze naturali ottimamente sintetizzate in un video. Messo in piedi anche un concorso fotografico.
Tornando al santo che presta il nome a un “cammino” che ha tutte le caratteristiche per inserirsi nel novero, crescente, di queste particolarissime occasioni per favorire la riscoperta di fede e natura, benessere e ambiente, merita sottolineare il motivo per cui su questi monti San Bartolomeo è così “gettonato”: a lui, in queste zone di transito e di confine, vennero intitolati antichi luoghi di sosta, dove i pellegrini potevano trovare riparo sicuro.
Protettore di vari artigiani che operano con coltelli e strumenti da taglio (macellai e calzolai, sarti e conciatori), Bartolomeo è spesso raffigurato scuoiato (famosissima l’immagine michelangiolesca nella Cappella Sistina con il Giudizio Universale). In Italia è patrono di tre fra diocesi e arcidiocesi (Patti, Benevento, Campobasso-Bojano) e di almeno una novantina di Comuni (fra cui Boves e Busseto, Erto e Lipari, Ustica e Avezzano).
Risulta, san Bartolomeo, patrono anche di Francoforte sul Meno e Maastricht. Sue reliquie si trovano a Roma, sull’Isola Tiberina, in una basilica dell’anno mille a lui intitolata e oggi affidata alla comunità di Sant’Egidio. Da notare che in questa basilica si trovano, nel nome dell’apostolo martirizzato, reliquie di martiri cristiani vissuti nel Novecento: da Oscar Arnulfo Romero a don Andrea Santoro, da cristiani nei lager nazisti a cristiani nei lager comunisti. La basilica romana regge un titolo cardinalizio: dal 2016 affidato allo Blase Joseph Cupich, metropolita di Chicago, creato cardinale da papa Francesco.
E sono anche tutti questi ultimi aspetti che, sapendoci fare e con un po’ di intraprendenza, potrebbero forse aiutare anche il “cammino di san Bartolomeo” fra i monti di Modena e Pistoia. Potrebbe risultare di un qualche interesse, ad esempio, l’elenco completo di tutte le località, italiane e non, che hanno come patrono il santo così amato anche a Pistoia: in modo da contattarle proponendo, appunto, questo cammino.
Idem per le associazioni di categoria che possono trovare in San Bartolomeo il loro patrono. Idem per chi regge la basilica sull’Isola Tiberina e che, chissà, potrebbe trovare interessante la circostanza che sui monti dell’Italia centro settentrionale si può camminare e riflettere, fra spirito e Natura, anche nel nome del santo che ci rimanda anche ai martiri del Novecento.
PS)- Per info su “La 100 km con Francisco”: www.camminodisanbartolomeo.com o pagina Facebook (“Cammino di San Bartolomeo”) oppure 349 067 6324 (Deborah) o 370 327 2819 (Vania).