I miei pochi soldini stanno dentro due banche: una è “la più antica del mondo” (sulla tragica morte di un suo dirigente c’è un mistero tutto da chiarire), l’altra è una “banca diversa” (così sostengono gli spot e così, nonostante tutto, voglio ostinarmi a credere essendone, oltretutto, socio).
La seconda mi ha spedito un chilo di fogli informativi. Ho tentato di leggerli per concludere subito che mai li capirò. Intuisco solo che nel nuovo anno – grazie ad alcune “modifiche unilaterali” – pagherò qualcosa in più. In un misto fra burocratese e banchese, quei fogli sono scritti per non far capire ciò che vi è scritto o, nella migliore delle ipotesi, per rendere difficile la comprensione. Mi è peraltro chiaro che, in questo, le banche sono tutte uguali.
Sono definito non solo “cliente” (in effetti lo sono) ma anche “gentile” (e su questo, conoscendomi, ho diversi dubbi). In uno dei tanti fogli trovo 25 righe fitte con una quantità industriale di subordinate ma solo quattro punti di interruzione. Incomprensibile già dal terzo rigo. E così via.
Sfido chiunque, non solo me con l’ambizione di essere mediamente colto e di leggere assai più di 12 libri ogni anno, a capire “l’ottemperanza dell’art. 28 comma 2 del Regolamento UE 2016/1011 dell’8 giugno 2016 in materia di indici usati come indici di riferimento negli strumenti finanziari e nei contratti finanziari (BMR)” e perché “le clausole contrattuali relative al caso di cessazione del parametro di riferimento utilizzato per la determinazione dell’eventuale tasso indicizzato nel (mio) contratto di conto corrente …”. Va avanti così per decine di righe. Una comunicazione inutile, se per “comunicazione” si intendono parole usate per far capire qualcosa. Non sarebbe il caso, gentili banche, di usare parametri comunicativi diversi: magari più chiari?
I fogli sono pieni di numeri, percentuali, voci (“Commissione di istruttoria veloce per ogni sconfinamento e per ogni incremento rispetto ad uno sconfinamento preesistente verificatosi nel trimestre a condizione che l’importo complessivo dello sconfinamento sia superiore a con un massimo a trimestre di”).
Nel “quanto costa il conto corrente” è messa una cifra. Ma subito è scritto “I costi riportati in tabella sono orientativi e si riferiscono ai sopra esposti profili di operatività, meramente indicativi. Tengono conto delle modifiche alle condizioni economiche apportate nei confronti della generalità dei clienti e non di quelle apportate alle condizioni negoziate su base individuale o praticate in base a convenzioni”.
Alle fine, a me che sono gentile, assicurano che “in ottemperanza a tale norma abbiamo ritenuto di rendere più chiara la clausola contrattuale relativa agli indici di riferimento”. So di non sapere e capisco di non capire. Però, ci mancherebbe, resto comunque “gentile”.