Passato (tanto prima o poi passerà) il clamore del terremoto e della grande nevicata, spenti i riflettori, bisognerà tornare sui luoghi del nostro lungo Appennino: per capire se la prospettiva oggi più probabile (un pressoché totale abbandono) possa essere affiancata da scelte politiche “altre”. Nell’interesse dell’Italia intera occorrerebbe un piano straordinario (partendo magari da un ministero ad hoc?) con risorse adeguate per riequilibrare, pensando di farlo in qualche decennio, gli assetti di vita in un Paese formato, in misura così larga, da piccoli centri in zone interne e montane: possiamo lasciarli a un domani di abbandono, ma siamo sicuri che sia una soluzione intelligente?
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