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Home»Cultura»SETTEMBRE: UN CARTELLONE SBILANCIATO, DUE CANDIDATURE, UN AUTOGOL. E UN RICORDO DI PAOLINO.
Cultura

SETTEMBRE: UN CARTELLONE SBILANCIATO, DUE CANDIDATURE, UN AUTOGOL. E UN RICORDO DI PAOLINO.

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini28 Agosto 2025Updated:28 Agosto 2025Nessun commento9 Mins Read
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UN CARTELLONE IN CONTINUITA’ – Ottima l’iniziativa dei tre Comuni che, come i “tre tenori”, si associano per un cartellone coordinato di iniziative. L’ultimo esempio riguarda un mese, settembre, tradizionalmente dedicato alle feste.

Si erano già uniti – Carmignano, Signa e Poggio – per il Natale 2024 e poi per il giugno successivo. Adesso lo fanno per settembre. Nulla di nuovo visto che un accordo analogo era già stato attivato, anni fa, quando al Poggio il sindaco era Francesco Puggelli. Buona iniziativa allora. Idem, nel segno della piena continuità, oggi.

UN CARTELLONE SQUILIBRATO – Il cartellone consente anche di evidenziare chi, fra i tre, gioca da protagonista. Guardando il programma (“Settembre in festa: dall’Ambra all’Ombrone”), ci si rende conto di un evidente squilibrio.

Sui 38 eventi proposti, la parte del leone la fa il Comune guidato da Giampiero Fossi: ben 23 gli eventi a Signa. Se la cava bene anche Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano, con 11 eventi.

Dal Poggio risponde Riccardo Palandri con 4 (quattro) eventi di cui il principale (l’Assedio o “la festa del vino”) quest’anno non potrà usare il mitico “mascherone”.

Gli altri tre eventi poggesi sono la sfilata delle autorità per il giorno della liberazione (4 settembre), la visita al memoriale delle deportazioni (6 settembre), il concerto di una banda tedesca (7 settembre) che si esibirà, il giorno dopo, anche a Prato. L’esibizione poggese è prevista in contemporanea con una serata, a Signa, dedicata a Fabrizio De Andrè.

TADDEI: UN UOMO CONTRO IL FASCISMO – Diapason colpisce ancora. Le donne che guidano l’associazione stanno per ricordare una figura storica che meriterebbe ben altra attenzione sia dalle istituzioni che dai ricercatori.

Il 15 ottobre saranno 100 anni dalla sua morte e Diapason, per ricordarlo, ha scelto il 4 settembre: la data in cui, nel 1944, la comunità poggese venne liberata dagli Alleati dopo gli orrori del nazifascismo.

Paolino Taddei – questa la persona – fu ministro degli Interni (governo Facta due). Alla vigilia della “marcia su Roma” tentò di bloccarla mettendo l’Italia intera in stato d’assedio.

Tutto era pronto, ma all’ultimo momento il re (Vittorio Emanuele III) non volle firmare il decreto già preparato da Taddei. La storia prese la piega che tutti conosciamo.

Benito Mussolini arrivò al potere in vagone letto, dalla sua Milano dove attendeva gli sviluppi: pronto, in caso di problemi, a fuggire in Svizzera fregandosene delle camicie nere.

TADDEI: GIOVEDI’ 4 SETTEMBRE – Taddei nacque al Poggio (1860). Da qui ebbe inizio la sua carriera pubblica di servitore dello Stato: giolittiano, prefetto in città importanti, senatore e per pochi giorni ministro degli Interni.

Al Poggio sarà ricordato giovedì 4 settembre (ore 21:15) nei locali dell’AUSER, presso il Bargo. Relatrice la storica Michela Ponzani, docente universitaria a Roma e volto noto di RaiStoria e de La7. Durante l’incontro verrà eseguita – a cura dei fratelli Cecchi – una selezione di canti lungo il cammino della storia d’Italia. Ingresso libero.

L’iniziativa si svolge con il patrocinio e il contributo di Regione Toscana e in collaborazione con ANPI e AUSER. Ha dato il suo patrocinio anche l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.

Le donne di Diapason avevano anche chiesto il patrocinio e un piccolo contributo al Comune: purtroppo il sindaco Palandri ha detto no. Sia al patrocinio, comunque non oneroso. Sia ai pochi euro di contributo.

Un atteggiamento assai poco comprensibile sul piano istituzionale, vista la qualità dell’iniziativa e l’importanza della persona di cui fare memoria.

Una occasione persa, purtroppo, per unire una comunità, quella poggese, che ha davvero bisogno di trovare momenti di unione e di sinergia sia pure nelle normali differenze.

ELEZIONI: DUE CANDIDATI POGGESI – Salvo sorprese, dovrebbero essere due i poggesi in lista per le elezioni regionali del 12/13 ottobre.

Per il centrosinistra dovrebbe essere candidato, nella lista pratese del PD, l’ex sindaco Marco Martini: molto conosciuto, e non solo al Poggio, nell’ultimo anno ha ricoperto il seggio, in Consiglio Regionale, lasciato libero dalla ex sindaca di Prato.

A oggi su questa candidatura non esistono certezze, ma solo anticipazioni: e queste danno per probabile la presenza, in lista, di Martini.

ELEZIONI: LA SORPRESA GUAZZINI – La certezza invece c’è sull’altro fronte: la destra. E qui si è verificata una certa sorpresa: indiscrezioni giornalistiche, non smentite, davano per sicura la candidatura di Patrizia Cataldi (assessora poggese alla Scuola) nella lista di Fratelli d’Italia. Una lista che tutti dicono prenderà tanti, tanti, voti.

Qualcosa deve però essere accaduto ed è emerso – a questo punto in via ufficiale e certa – il nome di Chiara Guazzini: non nella lista di partito, ma in quella, detta “civica”, legata al candidato presidente Alessandro Tomasi, segretario regionale di Fratelli d’Italia.

La presentazione della lista tomasiana con Guazzini è stata fatta al Poggio, nel bar Roberta e al Mestolo d’oro, presente Tomasi che ha ricevuto proprio qui la conferma che sarà lui, per la destra, a correre.

Una corsa in salita (pare che fra Giani e Tomasi la distanza sia attorno ai 20 punti in percentuale in favore del primo). Ma a destra si dicono sicuri di potercela fare.

ELEZIONI: MALDIPANCIA SULLA LISTA – Non mancano maldipancia interni, nella coalizione di destra, in particolare in Forza Italia e in Noi moderati, proprio sulla “civicità” della lista di Tomasi dove è inserita la poggese Guazzini.

Si teme che riempiendo quella lista “civica” di soggetti comunque già vicini a partiti della coalizione (in particolare Forza Italia e Noi Moderati), la capacità di tale lista nell’attirare consensi “nuovi” sia molto limitata.

Il rischio – sostengono in molti a destra – è che si assista a un semplice travaso di voti, tutto a favore di Fratelli d’Italia, da parte di elettori comunque già convinti di votare centrodestra. Con una debacle interna per i post berlusconiani ma anche per gli assai divisi leghisti.

Vedremo, il 12 settembre, come sarà finita: ma a questo punto sulla candidatura della consigliera Guazzini non ci sono dubbi. Correrà, da “civica“, nelle file della destra. Prenderà al Poggio, tutti ne sono certi, tanti voti.

Da notare che a suo tempo Guazzini entrò in Consiglio Comunale perché la sua collega Cataldi si dimise: e si dimise proprio per farle posto, sostenendo che ai seggi c’era stato un “errore” peraltro mai dimostrato. Un mistero mai chiarito.

Intanto il consigliere comunale Alessandro Mancini – che si candidò per “Noi moderati”, partito ormai sgonfio – ha annunciato di aver abbandonato quel partito. Finirà altrove? Pure lui in Fratelli d’Italia? Vedremo.

ELEZIONI: DIRIGENTE CANDIDATO – E a proposito di elezioni regionali il generale agosto ha consegnato, al Poggio, un’altra sorpresa: sempre indiscrezioni giornalistiche, non smentite, danno per certa la candidatura – per il centro sinistra nei 5Stelle – del nuovo dirigente comunale ai servizi finanziari Lorenzo Vignozzi.

Assunto da poche settimane al Poggio e già utilizzato dal sindaco Palandri come supporto, in Consiglio Comunale, per aiutarlo nel non facile compito di spiegare alcuni atti legati al bilancio, Vignozzi è assessore (in quota 5Stelle con una giunta di centrosinistra a maggioranza PD) nel Comune di Scandicci. Adesso è data per certa la sua candidatura.

MAURO UNO – Ha destato scalpore, e non solo in provincia, un post di Mauro Mazzoni, presidente del Consiglio Comunale di Poggio, contro Eugenio Giani. “Liberiamo la Regione da questo cancro!!!“.

Così – con i tre punti esclamativi inseriti come evidente rafforzativo – un suo commento su una legittima foto di legittima propaganda politica messa in rete da Forza Italia per criticare (in modo del tutto legittimo) l’accordo tra PD e 5Stelle su quello che a destra viene definito “reddito di cittadinanza” (mentre, in realtà, è cosa molto diversa dalla misura a suo tempo introdotta non dalla sinistra ma anche da Matteo Salvini nel governo Conte. Ma questo è un altro discorso).

Legittima la critica, ma sbagliate le parole usate, da Mazzoni, per appoggiare la critica. Definire “cancro”, e farlo in un ambiente pubblico, un avversario politico è sempre un autogol.

Chi lo fa offende non solo l’avversario, non solo le persone che combattono con questo male, ma anche sè stesso.

MAURO DUE – Sarebbe stato comunque un errore se a usare questo termine fosse stato un frequentatore da bar malfamato.

Ma se a scendere così in basso è una persona che svolge un ruolo istituzionale (presidente di Consiglio Comunale: dunque figura che dovrebbe essere superpartes, oltretutto impegnato in una Misericordia e con sempre dichiarate radici super cattoliche), allora il problema è notevole.

La vicenda è finita sui media, non solo locali, e per tentare di chiuderla lo stesso Mazzoni si è scusato. Ha usato però una formula che secondo molti ha confermato il valore del detto veneto (“xe pèso el tacòn del buso”: è peggio il rimedio del buco).

Nessuno, nella destra poggese, ha osato prendere le distanze dal Mazzoni.

Neppure un sindaco che con il suo silenzio ha dato l’impressione di convenire con le parole del suo collega.

Eppure Palandri, a inizio mandato, arrivò a far fuori un suo delegato (Fabrizio Campanelli) per le opinioni che l’allora consigliere di maggioranza postava sui social. Fabrizio fu cacciato, Mauro no. A dir poco emblematico.

Serva da esempio a tutti, questa piccola vicenda. Si possono fare le critiche più accese – anche molto ma molto accese – a esponenti pubblici, a chi detiene una forma di potere e dunque in una democrazia deve saper fare i conti anche con il diritto di critica, ma si ha tutti, sempre, il dovere di restare nei limiti della civiltà.

E quando si sbaglia (può capitare a tutti) è giusto ammetterlo. Senza troppi giri di parole. In questo caso di parole ne sarebbero bastate solo due: “chiedo scusa”.

POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini n. 117 del 29 agosto 2025

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