Il nome é di fascino, ma anche l’attività non é da meno. Si chiama “Valle Lune” ed é una associazione giovane di età ma già ricca di esperienza e anche di qualche interessante risultato (non per caso un loro progetto é stato premiato da Cesvot e i loro lavori sono apprezzati anche dalle istituzioni).
Sono tutti volontari, della montagna pistoiese, e lo scopo per cui si sono messi insieme é scavare, ripulire, riportare a memoria antiche vie di comunicazione nonché siti storici ormai tutti quanti – le vie e i siti – sepolti da secoli di abbandono. Aiutati da archeologhe professioniste, i volontari della “Valle Lune” in pochi anni sono riusciti a far emergere una rete di dimenticati sentieri attorno a San Marcello Pistoiese e stanno lavorando attorno ai resti di una medievale e importante fortezza (il “Castel di Mura”). Impiegano tecnologie all’avanguardia e frequentano corsi formativi, ma la cosa principale, nel gruppo presieduto da Fabiano Fini, é un’altra: la passione. Chi li ha seguiti oggi nei dintorni di Popiglio, alle mitiche “torri” che loro stessi hanno faticosamente ripulito da una selva di sterpi ed erbacce, se ne sarà certo accorto da solo.
Questa mattina l’associazione, nel contesto delle Giornate del patrimonio diffuso, ha organizzato un incontro (sala Baccarini di San Marcello) sui paesaggi culturali della montagna pistoiese. Relatori Claudio Rosati per ICOM Italia (con una cavalcata sul significato del concetto di “paesaggio” e sulle norme che, partendo dalla Costituzione, si sono susseguite) e Giampaolo Francesconi per la Società Pistoiese di Storia Patria.
In una Toscana che ha chiuso la legislatura precedente con una norma fondamentale contro il consumo di suolo e per una tutela avanzata del paesaggio (peccato che le norme, rigide, volute dall’assessora Anna Marson stiano iniziando a imboccare strade di temibile … duttilità), é stato bello ascoltare Rosati attorno ai concetti di “tutela diffusa” da parte delle cosiddette “comunità di eredità”. Bello, dunque, non scordare che il paesaggio appartiene non allo Stato ma a tutti noi, alla comunità di uomini e donne che lo hanno ricevuto e devono trasmetterlo a figli e nipoti senza, possibilmente, distruggerlo o sfregiarlo. E bella, in Francesconi, l’analisi su come il paesaggio delle montagne sopra Pistoia venne “costruito” nel Medioevo: periodo – va aggiunto – nel quale la montagna era il territorio di gran lunga più popolato dell’intero contado pistoiese.
Chi ha voglia di camminare su percorsi e pietre appena riportati alla luce, ma anche chi avverte il fascino di una grande fortezza medievale lentamente riportata alla luce da un piccolo gruppo di volontari, non ha che da venire a San Marcello. Chiedendo di “Valle Lune” e cercando con loro quel “tesoro” antico fatto di pietre sepolte, reso ancora più prezioso dall’intreccio fra passione e competenza.