• Home
  • Giornalismo
  • Cultura
  • Chiesa
  • Territorio
  • Politica
  • Viaggi
  • Spunti
  • L’autore
  • Contatti
Facebook Twitter Instagram
La Trebisonda Blog
  • Home
  • Giornalismo
  • Cultura
  • Chiesa
  • Territorio
  • Politica
  • Viaggi
  • Spunti
  • L’autore
  • Contatti
La Trebisonda Blog
Home»Territorio»IL VIRUS E LA RIPRESA, I CRONISTI E LE TERRE ALTE. E L’UOVO DI ZENO
Territorio

IL VIRUS E LA RIPRESA, I CRONISTI E LE TERRE ALTE. E L’UOVO DI ZENO

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini30 Novembre 2020Updated:6 Dicembre 2020Nessun commento4 Mins Read
Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
Share
Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

Con gli occhi del cronista, giorni fa notavo un paradosso nelle cronache su una questione (aprire o meno le piste da sci) all’apparenza banale. Gli inviati che le testate mandavano in località alpine e appenniniche per registrare le (assai giustificate) paure degli operatori economici locali, avevano sullo sfondo paesaggi ancora autunnali: brulli, marroni e dipinti di bianco solo nei perimetri di piste innevate in modo artificiale.

E’ vero: quei servizi registravano una situazione ancora pre-invernale. Ma a nessuno fra gli ottimi inviati è venuto in mente di interrogarsi su una doppia questione che, purtroppo, va oltre l’attuale emergenza pandemica. Primo: il costante innalzamento nei livelli delle precipitazioni nevose causato dal mutamento climatico a sua volta causato anche dai nostri pessimi stili di vita. Secondo: la necessità, se davvero si vuole garantire l’innevamento in quelle piste, di ricorrere alla neve “finta” con costi, economici e ambientali, sempre più elevati e a carico della comunità intera.

In un recente, ottimo, webinar sul futuro delle terre alte appenniniche organizzato da ANCI Toscana, un autorevole relatore impegnato ai più alti livelli regionali nella promozione turistica è intervenuto proprio su questi temi, sulla urgente necessità di adeguare l’offerta turistica invernale, specie negli Appennini, ai mutamenti climatici. Di anno in anno – gli è scappato – la quota neve si alza di 30/40 metri. Ed è facile capire come, con questi ritmi e in assenza di politiche globali che possano rapidamente invertirli, tutto dovrà cambiare. Altro che piste e impianti di risalita aperti o chiusi per il Santo Natale della pandemia 2020!

Ripeto: sono rimasto colpito dal fatto che nessuno, fra quei cronisti, ponesse una questione pure così ovvia. Magari (e io, montanino peraltro non sciatore, sono fra quelli che lo sperano) questa sarà una stagione eccezionale di grandi nevicate. Magari Alpi e Appennini potranno fare a meno di usare cannoni sparaneve perché ci avrà pensato Madre Natura. Magari questo inverno anche sugli Appennini bassi torneranno quei muri di neve che un tempo eravamo abituati a vedere. Magari. Lo spero. Ma per quanto ancora ciò potrà accadere se tutti gli indicatori ci dicono il contrario, se già qualcuno comincia a fare viticoltura dove un tempo si coglievano solo castagne?

C’è tutta una montagna da ripensare, da tornare a far vivere anche a prescindere dal turismo e dagli sport invernali. Dalle mie parti sarebbe d’accordo perfino Zeno Colò, il campionissimo di uno sci che era soprattutto fatica, morto povero e che mai rinunciò a lasciare la sua Abetone. Lui, come noto, aveva innovato la tecnica delle discese inventando la “posizione a uovo”: così chinato, con pesanti sci di legno e pantaloni alla zuava, prendeva una velocità che gli altri se la sognavano. L’uomo sugli sci più veloce al mondo.

Ecco di cosa oggi c’è bisogno (nelle terre alte, ma pure in quelle… basse. Così come nel giornalismo): di una nuova “posizione” per affrontare le difficoltà della discesa, di cambiare lo sguardo, di innovazione, di mentalità aperte a trasformare i problemi in opportunità. Ad esempio il futuro delle terre alte, specie quelle più abbandonate e meno “firmate”.

Per le terre alte si sta parlando di una grande parte del territorio nazionale: la montagna. Che specie in certe zone oggi assiste a fenomeni di spopolamento destinati subito a causare problemi anche più in basso. Ma molti fra i beni comuni che possono rilanciare il Paese intero (foreste, acqua, paesaggio …) abitano proprio in una montagna dove, per fortuna, non mancano segni di tendenze invertite.

Aiutare a ripopolare quei borghi oggi deserti, favorire anche grazie alle tecnologie il ritorno del lavoro nelle aree interne, creare nuove alleanze fra montagne e città, agevolare chi abitando in montagna garantisce quei beni comuni (esempio le foreste) che aiutano tutti quanti nella pulizia dell’aria, rimettere al centro la questione “acqua” come bene comune, trovare nuovi equilibri fra ambiente da rispettare e lavoro da innovare: ecco le sfide, di una riconversione sostenibile, su cui sarebbe utile sentir parlare anche per il post Covid. Al ricordato webinar ne hanno parlato anche lo scrittore Paolo Cognetti e l’architetto Stefano Boeri.

Da un punto di vista comunicativo e giornalistico, molte a proposito sarebbero le storie da raccontare. Per una professione che avesse voglia di cambiare sguardo. Talvolta storie di abbandoni e di vecchie nostalgie, ma sempre più spesso, per nostra fortuna, storie verso nuove prospettive e verso nuovi stili di vita. Basterebbe scavare un pochino, non fermarsi alla pigrizia di un servizio pre-cotto.

neve piste sci Zeno Colò
Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
Mauro Banchini
  • Facebook
  • Twitter

Informazioni biografiche a questo link

Related Posts

Rincorrere il populismo

28 Novembre 2020

IL FRANCOBOLLO, QUESTO SCONOSCIUTO

7 Febbraio 2020

GIOVANNI PARENTI: IL CARMIGNANESE CHE SUCCESSE A SAN FRANCESCO

20 Gennaio 2020
Loading Facebook Comments ...

Leave A Reply Cancel Reply

Cerca
Categorie
  • Chiesa
  • Cultura
  • Giornalismo
  • Politica
  • Senza categoria
  • Spunti
  • Territorio
  • Viaggi
Archivi
  • Novembre 2021
  • Maggio 2021
  • Febbraio 2021
  • Gennaio 2021
  • Dicembre 2020
  • Novembre 2020
  • Ottobre 2020
  • Marzo 2020
  • Febbraio 2020
  • Gennaio 2020
  • Dicembre 2019
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Luglio 2019
  • Giugno 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Marzo 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Luglio 2018
  • Giugno 2018
  • Maggio 2018
  • Aprile 2018
  • Marzo 2018
  • Febbraio 2018
  • Gennaio 2018
  • Dicembre 2017
  • Novembre 2017
  • Ottobre 2017
  • Settembre 2017
  • Giugno 2017
  • Maggio 2017
  • Aprile 2017
  • Marzo 2017
  • Febbraio 2017
  • Gennaio 2017
  • Dicembre 2016
  • Novembre 2016
  • Ottobre 2016
  • Settembre 2016
  • Luglio 2016
  • Giugno 2016
  • Maggio 2016
  • Aprile 2016
  • Marzo 2016
  • Febbraio 2016
  • Gennaio 2016
Tag
Appennino banche Barbiana Berlusconi cattolici chiesa cinema comunicazione Costituzione cultura democrazia don Milani elezioni fede firenze Francesco Gerusalemme Gesù giornalismo giornalisti guerra informazione Italia lavoro Messa misericordia montagna Natale Palestina papa Francesco Pistoia Poggio a Caiano politica populismo Prato Quarrata referendum Renzi Resistenza Salvini San Marcello San Marcello Pistoiese scuola Ucsi Vangelo
Blog Amici

blog.rinnovabili.it/author/amasullo
ilsismografo.blogspot.it
www.lineefuture.it

Siti che mi piacciono

www.ucsi.it
www.lastampa.it/vaticaninsider/ita
www.perunaltracitta.org/la-citta-invisibile/
www.toscanaoggi.it
www.greenaccord.org
www.toscana-notizie.it
www.aiart.org
www.nexteconomia.org

IN BREVE
IN BREVE

Città di confine sul mare, luogo di scambi, invito a non perdere la rotta. Ma anche memoria che nel mio paese di montagna c’è un luogo che, chissà perché, si chiama proprio così: Trebisonda.

[feedburner user="asad" heading="Subscribe to our newsletter:" label="Email Address" button_text="SUBMIT"]

I social de la Trebisonda
Visit Us On TwitterVisit Us On FacebookVisit Us On Linkedin
Dona

Magari potrà essere utile, in futuro, per raccogliere denari. Utili a qualche buona pratica.

Facebook Twitter Instagram Pinterest
© 2023 ThemeSphere. Designed by ThemeSphere.

Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.