Il dissesto con cui si comincia riguarda una strada che sarebbe una meraviglia. Per proseguire con una grande fuga (dei dipendenti comunali) che non si ferma. Presto un’assemblea sulla piazza con 5 domande per il sindaco. Una giusta lapide in ricordo delle foibe e un giusto ricordo di Giulio Regeni (ma il cartello dov’è finito?). Qualche piccola gaffe (torta compresa) in un congresso di partito. E un contributo non concesso a un’associazione che ne aveva diritto. (mb)

UNA VIA IN DEGRADO – E’ una fra le strade più belle del Poggio. Attraversa una campagna di grande qualità. Prende nome da un antico borgo.
Si chiama “via della Petraia”. Purtroppo è in pessime condizioni. Non da ora, ma negli ultimi anni tutto precipita e, senza manutenzione, non mancano rischi per chi la percorre.
Nel primo tratto l’asfalto non è male. Ma il problema sta nella mancata pulizia delle zanelle laterali. In teoria esistono, ma da tempo sono tutte coperte – caditoie comprese – da terra ed erbacce. E quando piove, l’acqua invade la carreggiata. Ci sarebbe bisogno di ripulirle. E di mantenerle pulite.

IL DEGRADO PROSEGUE – Proseguendo la salita ecco i problemi maggiori. L’asfalto è rovinato. I muretti a secco (preziosa testimonianza del passato) cedono. Buche anche grandi. Acqua (quando piove) che scorre ovunque (e in caso di gelo il ghiaccio è pericoloso). Arbusti che ostacolano la visibilità. Piccole frane dai terreni circostanti.
Per poi arrivare all’ultimo tratto: fino all’incrocio con le vie Mastrigalla, Verrucola e Malinoci. Un tratto davvero brutto. Anche per la sua ristrettezza. E per il cedimento di tratti laterali. Fondo stradale pessimo. Buche. Visibilità scarsa. Piccole frane. Due auto che si incrociano non passano (questo da sempre, ma così il disagio è ancor più evidente).
Di recente quella strada è finita in cronaca locale. Con l’assessore ai LLPP poggese che, davanti a educate proteste, ha promesso di fare una verifica sulla proprietà di quella strada. Verifica facile perché la proprietà del tratto pare sia solo del Comune di Poggio. Urge intervenire.

UNITI SULLE FOIBE – Una lapide per il giorno del ricordo. Sarà inaugurata dal Comune in via Garibaldi. Qui è già stata posizionata. L’inaugurazione avverrà attorno al 10 febbraio.
E’ il giorno in cui si fa memoria delle complesse situazioni vissute nel confine orientale dell’Italia: dopo la seconda guerra mondiale, ma anche durante e prima: le vittime delle foibe, l’esodo giuliano dalmata, le vicende di quella zona da dopo la prima guerra mondiale.
Già l’amministrazione precedente, in ossequio alla legge, aveva inaugurato, al Poggetto, il “giardino martiri delle foibe”. Adesso la nuova amministrazione si posiziona sulla stessa linea e ha deciso di collocare una “lapide commemorativa”.
Per questa opera (basamento e lapide) sono stati spesi 9.500 euro

4 FEBBRAIO: ASSEMBLEA SULLA PIAZZA – Cinque le domande, sulla piazza XX settembre, a cui il sindaco Palandri è chiamato a rispondere in una assemblea martedì 4 febbraio (ore 21) nel circolo Becagli di Poggio. L’iniziativa è del Comitato “noi in piazza” e segue una manifestazione pubblica (16 novembre) ma anche uno scambio di lettere fra il Comitato e il sindaco.
Insoddisfatto per una risposta giudicata “evasiva”, il Comitato ha invitato il sindaco a fare pubblica chiarezza riponendo le cinque domande finora, a suo giudizio, rimaste senza risposta.
Invitati anche tutti i consiglieri comunali oltre che l’ex sindaco e attuale consigliere regionale Marco Martini. Ma quali sono le cinque domande su cui il sindaco è chiamato a rispondere?

PIAZZA: CINQUE DOMANDE AL SINDACO – La prima si basa su una premessa: la variante della piazza non era inserita nel programma elettorale di Palandri. Su essa il nuovo sindaco, pure portandola avanti, non ha mai coinvolto i cittadini. Si vuole conoscere perché viene realizzata la variante, cambiando il progetto iniziale, in assenza di partecipazione civica.
Sulla variante Palandri non c’è mai stato un percorso partecipativo che invece era avvenuto con il progetto originario.
La seconda domanda riguarda il motivo per cui la giunta ha ritenuto di andare avanti con la sua variante nonostante il pesante parere contrario della istituzione più importante per la tutela di beni artistici e ambientali: la Sovrintendenza.

PIAZZA: CHE VISIONE HA LA VARIANTE? – Il Comitato vuole conoscere la “visione” della variante: quali funzioni, cioè, avrà la piazza palandriana rispetto a quelle pensate dalla giunta precedente.
Argomento, questo, centrale visto che, con la riapertura al traffico ordinario di via pratese e con tutte le altre scelte, la piazza perde buona parte del significato precedente per tornare a essere – secondo i critici – una rotonda spartitraffico.
Il progetto iniziale poteva piacere o no sul lato estetico (de gustibus …) ma è indubbio che dietro ci fosse un lavoro serio, vidimato da tutti gli organismi competenti e che a cantiere finito avrebbe, con molta probabilità, finito per contentare tutti o quasi (come accaduto con il Ponte Manetti).
E qui siamo in una zona tutelata, vicini a beni che UNESCO ha inserito nel patrimonio dell’umanità. Prima di fregarsene di un parere negativo della Soprintendenza, qualunque sindaco ci avrebbe pensato bene. Al Poggio purtroppo no.

PIAZZA: DOMANDE DELICATE – Le ultime due domande sono delicate. Esistono o no, per il Comune, rischi di danno erariale (come ipotizzato addirittura da un legale a cui l’amministrazione attuale aveva chiesto un parere giuridico) per aver bloccato lavori pubblici che avrebbero dovuto terminare entro il Natale 2023?
E come saranno gestite, in rapporto alla ditta, le economie di una variante che modifica opere già concordate sapendo che la ditta è rimasta bloccata e non ha potuto terminare i lavori, certo non per colpa sua, per un così lungo periodo?

DIPENDENTI COMUNALE: PROSEGUE LA FUGA – Continua la “grande fuga” di dipendenti dal Comune. L’ultima, per adesso, ad andarsene (l’ultimo suo giorno di lavoro sarà il 3 febbraio) è una funzionaria di cui – nell’atto – non si fa il nome, ma solo il numero di matricola.
E’ una funzionaria ad elevata qualificazione. Assunta a tempo indeterminato nell’ottobre 2021, dunque solo pochi anni fa, ha deciso di dimettersi da Poggio perché assunta in altro ente. Scappata pure lei?
Non è la prima a farlo. Segue altri che, nel biennio, hanno deciso di abbandonare il Comune. Ci sarà un motivo in quello che appare – e forse lo è sul serio – come un “malessere”? In diversi se lo chiedono …

GIULIO REGENI: ANCHE POGGIO C’E’ – Ha colpito la giusta decisione del Comune di Poggio di partecipare il 25 gennaio alla manifestazione pubblica pratese per Giulio Regeni.
Tutti i Comuni, la Provincia e tante sigle della società civile hanno svolto questa cerimonia a 9 anni dall’uccisione, dopo tortura, del giovane studente italiano in Egitto.
E’ in corso il processo (ma il governo egiziano impedisce agli accusati egiziani di partecipare al processo in Italia). E continua il grido, civile, in tutta Italia per ottenere “verità per Giulio”.
Bene che anche Poggio abbia preso parte, con l’assessora Cataldi, alla cerimonia pratese conclusa con i rintocchi della campana civica “La risorta”. Un gesto che fa onore all’assessora.

GIULIO REGENI: QUEL CARTELLO GIALLO – Non va peraltro dimenticato che il primo atto della nuova amministrazione poggese, nel maggio 2023, fu togliere un cartello giallo (“Verità per Giulio”) esposto sulla facciata del Comune.
Venne tolto – “solo temporaneamente” – ma poi non è stato ricollocato. E venne tolto anche il secondo cartello, posto sul muro esterno della Biblioteca.
Non mancarono le proteste. Proteste che adesso, speriamo, potrebbero davvero essere superate (magari anche con il riposizionamento del cartello giallo sparito due anni fa).
La vicenda di questo nostro giovane, così come quella dei tanti e tante “Regeni” coinvolti in vicende simili, merita verità e chiarezza. E merita non divisioni partitiche ma unione civile.

FRATELLI: UN CONGRESSO IMPORTANTE – Eletti i coordinatori locali di Fratelli d’Italia (FDI). Il congresso si è svolto in un ristorante del Poggio. Eletti, per acclamazione, Matteo Bonfanti per Poggio e Silvia Cintolesi per Carmignano.
Sarà ora interessante capire se questa nuova presenza porterà qualche novità, ad esempio al Poggio. Qui il partito di Giorgia Meloni è di gran lunga il più forte. Qui è stata aperta una sezione.
Ma qui l’impressione è che esistano “maldipancia” interni davanti a un ruolo politico finora non bene espresso, sulla base del voto popolare. Vedremo se accadrà qualcosa e, nel caso, cosa.
Da notare che la prima dei non eletti, nella lista che sosteneva il candidato Palandri, è oggi una – assai esperta – ex consigliera comunale proprio di FDI.
Così come accadde nella primavera 2023 per far entrare in Consiglio una candidata rimasta fuori (un’assessora si dimise da consigliera, non senza qualche strano pasticcio, per far posto alla esclusa), oggi la soluzione potrebbe essere la stessa.
Cioè uno dei due assessori ancora consiglieri (la vicesindaca Bresci o l’assessore Baroncelli) potrebbe dimettersi da consigliere proprio per far entrare la prima dei non eletti, raddoppiando il numero dei consiglieri meloniani.
Accadrà? Chi dei due vorrà dimettersi da consigliere? Vedremo. Nel frattempo auguri ai coordinatori.

FRATELLI: UNA FIAMMA “VISITATA “- Quel congresso è stato caratterizzato da una singolare – e per certi aspetti anche ingenua – situazione. Una doppia gaffe di carattere certo minore ma notata facendo sorridere e creando imbarazzo.
La locandina di invito portava, almeno all’inizio, la visibilissima immagine del capolavoro carmignanese: la “Visitazione”. Peccato che per una manifestazione di partito sia ritenuto – da tutti e a prescindere dal colore politico – come minimo inopportuno usare immagini, peraltro tutelate, di opere d’arte difficili da strumentalizzare.
Devono essersene accorti, dentro FDI, e nella versione successiva, con il programma dettagliato, l’immagine è stata ridimensionata.

FRATELLI: UNA TORTA PASTICCIATA – E’ poi successa un’altra gaffe. Il sindaco del Poggio (in teoria “civico”, dunque non arruolabile in alcuno dei partiti politici che pure lo sostengono) si è fatto fotografare mentre tagliava – a fine congresso. Con una cena – una certo ottima torta.
Ma sulla torta oltre al simbolo del partito (fiamma del Duce compresa) erano visibili gli stemmi ufficiali dei due Comuni (Poggio e Carmignano).
Un comportamento ostacolato sia dal bon ton istituzionale che dalle regole (lo statuto del Comune del Poggio – ad esempio – prevede che l’uso esterno dello stemma comunale debba essere autorizzato dal sindaco. E non risultano atti, pubblicati, in tal senso). Il motivo di tale inopportunità è ovvio: il Comune non è di una parte, ma di tutti.
Strana questa caduta di stile in un partito che oggi dovrebbe avere cultura di governo. Da rubricare nel capitolo delle curiosità ma che conferma la fragilità di questo ceto politico.

INCENDIO, AMIANTO E TAR – Era il 30 luglio 2023. Diventato sindaco da poche settimane – e senza esperienza pregressa come pubblico amministratore – Riccardo Palandri si trovò a dover affrontare un incendio in via Lombarda. Con dispersione nell’aria, accertata, di fibre di amianto. Dopo qualche giorno, il 4 agosto 2023, emise una prima ordinanza per far adottare, a un soggetto privato, determinate misure di sicurezza e bonifica.
Quasi un anno dopo, nel giugno 2024, Palandri emise un’altra ordinanza “contingibile e urgente”. Fotocopia della prima. Per far eseguire “interventi urgenti di messa in sicurezza e bonifica materiali contenenti amianto in aree di proprietà privata”. Nel frattempo la vicenda, con gli eventuali impatti sulla salute, è finita nel silenzio.
A quel punto, nell’estate scorsa, dopo un anno dall’incendio, il soggetto privato ha ritenuto di ricorrere al TAR. Ha chiesto l’annullamento della nuova ordinanza sindacale (emessa dopo un anno con la motivazione della sua “urgenza”).
A fine ottobre 2024 il TAR Toscana ha pubblicato una ordinanza che, valutato come la “emergenza” a quel punto fosse … “nota da tempo”, ha accolto il ricorso del privato e ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza (la seconda) del sindaco Palandri.
La causa sarà trattata, in udienza pubblica, il 15 aprile 2025 (così almeno indica l’ordinanza TAR pubblicata il 23 ottobre 2024). Sarà interessante capirci qualcosa in più. Così come sarebbe stato utile se il Comune, in nome della trasparenza, avesse informato cittadini sull’intera vicenda.

UN DIAPASON PUNITO – Ha fatto scalpore, al Poggio e fuori, il mancato contributo del Comune a una associazione culturale (Diapason, guidata da un team di sole donne) che, in base al regolamento comunale, aveva presentato regolare domanda per ottenere il contributo ordinario.
Pochi euro, ma importanti per chi fa iniziative senza poter contare su finanziamenti certi e magari deve pure frugarsi in tasca.
L’istruttoria tecnica fatta dagli uffici comunali era “positiva”. Come quelle delle altre due associazioni che avevano presentato domanda.
Ma quando si è trattato di dividere le risorse (appena 2.600 euro in totale), tale cifra è stata divisa per due e non per tre. Diapason è stata esclusa.
Né è stata fornita una motivazione credibile. Si è lasciato libero campo a sospetti di avvenuta discriminazione/punizione nei confronti di una realtà che pure, nel 2024, ha svolto, grazie al volontariato puro, ben 15 iniziative (alcune delle quali con il patrocinio del Comune stesso) puntando sul criterio della qualità per favorire la partecipazione dei cittadini.

DIAPASON: UNA VICENDA SPIACEVOLE – Diapason ha chiesto chiarezza sui motivi reali della esclusione. Chiarezza che ancora non è arrivata, in un rimpallo fra dirigenza comunale (secondo cui la domanda era ammissibile) e parte politica (che non ha concesso un euro a Diapason).
La giustificazione addotta dal Comune è strana e non regge: diamo i soldi – hanno risposto citando parzialmente un passo del regolamento – solo a chi è “complementare, integrativo e sussidiario” rispetto al Comune. Ma Diapason ha replicato che tutte le loro iniziative sono state in perfetta coerenza (complementari, integrative e sussidiarie) proprio con i valori indicati nello Statuto del Comune.
Sarebbe bastato poco, a un sindaco esperto, per evitare la spiacevole accusa di aver discriminato una associazione forse considerata “nemica” nonostante che la netta smentita – rispetto a tale presunta accusa – delle donne di Diapason. Sono in ballo valori forti come la terzietà della PA nonchè il rispetto degli articoli 3, 21 e 54 della Costituzione.
La cifra è così bassa da non costituire un problema se ripartirla fra due o tre realtà tutte meritevoli perché tutte ritenute ammissibili.

Diapason ha svelato in pubblico la vicenda. E sta cercando di far valere, in tutte le sedi praticabili, le sue ragioni. Continua nelle sue iniziative, non certo accusabili di remare contro gli amministratori pro tempore, che stanno avendo un successo di cui qualunque pubblico amministratore, in un contesto normale, dovrebbe essere lieto.
Magari – chissà – ripresenterà, per il 2025, la domanda di contributo ordinario. Sperando che nel frattempo certi comportamenti istituzionali si ispirino a un clima più sereno e costruttivo, meno impaurito e rancoroso. Anche perché il Comune è di tutti. Non di chi ha vinto.
E se qualcuno pensa che basti vincere una elezione per “comandare” (cosa diversa dal governare) e per pretendere da tutti ubbidienza o fedeltà al “capo”, sbaglia. Alla grande.
POGGIO (A CAIANO) E BUCA – di Mauro Banchini – 30 gennaio 2025, n. 84