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Home»Comune»UNA PIAZZA PER L’EUROPA. E SE AL POGGIO SI TROVASSE CONCORDIA? (POI SI PARLA DI RICARICHE. E DI TAR).
Comune

UNA PIAZZA PER L’EUROPA. E SE AL POGGIO SI TROVASSE CONCORDIA? (POI SI PARLA DI RICARICHE. E DI TAR).

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini3 Marzo 2025Updated:3 Marzo 2025Nessun commento11 Mins Read
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Al Poggio non mancano motivi di divisione. Ma ce ne potrebbe essere uno, potente, per unire: nel nome di un’Europa da rilanciare. Ricordando un poggese che al tempo dei padri fondatori USA seppe lanciare una visione. Qui si parla di questo. Ma si parla anche di una sentenza TAR (sulla viabilità) che sta facendo rumore, di una “grande fuga” (dal Comune) che continua. E di colonnine per ricaricare veicoli elettrici. (mb)

INSIEME PER L’EUROPA – Sarebbe bello se il Comune di Poggio – in un momento così delicato anche nel nome di Filippo Mazzei e del gemellaggio con Charlottesville (Virginia) – facesse proprio, unendo maggioranza e minoranza, l’appello di Michele Serra per la piazza pro Europa prevista a Roma sabato 15 marzo.

Una piazza molto trasversale. Divisa su tanto, ma unita su un aspetto fondamentale: l’Europa.

Sarebbe bello se il sindaco Palandri aderisse, a nome di tutti i gruppi consiliari. Sarebbe bello se una rappresentanza di amministratori e cittadini poggesi, in questo uniti e in un momento così pesante, accompagnasse a Roma il gonfalone.

Amministratori di tanti Comuni italiani, di piccole e grandi dimensioni, di orientamento politico diverso, stanno aderendo. Idem tante realtà del terzo settore e della società civile.

Perché non poter stare, uniti, da quella parte?

LA GRANDE FUGA CONTINUA – Dagli uffici del Comune, intanto, la grande fuga continua. Sta per lasciare anche la dirigente contabile. Ha scelto di andarsene in altra amministrazione.

Non è la prima ad abbandonare. Forse non sarà l’ultima. Chissà.

Per spiegare una così singolare fuga continua di dipendenti, che sta caratterizzando in negativo l’immagine del Comune, ci saranno certo motivi; e chissà come viene vissuta, dentro una giunta che ha sempre scelto la manzoniana via del “sopire/troncare, troncare/sopire”. Perché in così tanti se ne vanno?

In ogni caso quest’ultima partenza è di quelle forti. Il ruolo (dirigere l’ufficio ragioneria) in un Comune è fra i più importanti. Specie in presenza di un sindaco ancora inesperto. E di assessori non meno tali.

E’ stato appena pubblicato, per trovare un altro responsabile, un “avviso esplorativo di mobilità esterna”. Si cerca, da un altro Comune, un altro “funzionario contabile”. Termine per presentare domanda il 27 marzo. Vedremo.

RICARICA: 9 POSTEGGI IN MENO – Entro metà aprile Poggio avrà 9 stalli di posteggio in meno. Al loro posto saranno realizzate alcune colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Lo si scopre grazie a una ordinanza della Polizia Municipale. I lavori inizieranno tra il 24 e il 31 marzo.

Tre stalli rimossi saranno in piazza XX settembre (accanto allo spazio per disabili), tre in via Lombarda (parcheggio davanti al cimitero), tre in via Galilei (sulla sinistra del parcheggio denominato piazza Galilei). Nessuno al Poggetto.

A realizzare tali “infrastrutture di ricarica” sarà una ditta fiorentina per una azienda genovese.

===

RICARICA: UNA SCELTA IMMEDIATA – Questa azienda si era fatto viva già nel luglio 2023: proprio all’inizio della nuova giunta Palandri.

E fu Palandri, con una delibera del 31 luglio di due anni fa ad approvare la bozza di un “protocollo d’intesa”. Era entrato da poche settimane, ma subito decise di gettarsi lì e di aderire.

Quel protocollo è andato avanti ed è stato stipulato (sarebbe utile sapere se con modifiche oppure no). Adesso i lavori stanno per iniziare e al posto di 9 posteggi arriveranno alcune colonne di ricarica.

Una parte del nostro territorio finora destinata a uso pubblico (cioè a posteggi) viene, nella sostanza, concessa gratis per 18 anni in favore di un importante player energetico che lì venderà energia elettrica per ricaricare le auto elettriche.

RICARICA: TOP SECRET – Da notare, nel protocollo, alcuni aspetti: la lunga durata dell’accordo (18 anni); la difficoltà a recedere prima della scadenza; il fatto che la scelta delle aree sia stata fatta di comune accordo (“congiuntamente”) fra Comune e azienda.

Inoltre: la gratuità della messa a disposizione – dal Comune, in favore dell’azienda – del suolo necessario per tali ricariche; nonché l’obbligo del Comune di far occupare questi nuovi stalli “esclusivamente da veicoli elettrici in ricarica”.

C’è poi un articolo (il 6) dedicato, se così è rimasto, alla “riservatezza”. Né il protocollo né le informazioni collegate possono essere divulgate a terzi (“sia durante che dopo la validità del protocollo”). Tutto è … “strettamente confidenziale”.

Il motivo di questa strana “riservatezza” non è chiaro. Ogni pubblica amministrazione è infatti tenuta a rendere trasparenti e pubbliche le sue scelte. Cosa ci sia di “riservato e confidenziale” in un accordo con un’impresa privata non è chiaro. Ma così è scritto in un atto allegato a una delibera che Palandri e i suoi assessori approvarono all’unanimità.

Il Comune acconsente a che il protocollo “sia oggetto di cessione da parte della (azienda, ndr ) in favore di società dal medesimo controllate … anche nell’ambito di operazioni di fusione, scissione, cessione o affitto di ramo d’azienda o altre operazioni societarie”.

RICARICA: SENZA BANDO – L’azienda genovese con cui la giunta poggese, poche settimane dopo essere stata eletta, ha deciso di rapportarsi per le colonnine di ricarica, non è certo l’unica: a proporre questo servizio, puntando sulle speranze dell’auto elettrica, gli attori sono molteplici.

Il Comune di Poggio, peraltro, è anche socio indiretto di uno di questi (“Estra” spa).

Non risulta (ma certo – visto il comportamento del nostro Comune – sarà possibile anche farne a meno) esserci stato un avviso pubblico con cui il Comune abbia comunicato la volontà di individuare operatori interessati a fornire, installare, manutenere e gestire colonnine per ricarica veicoli elettrici.

Qui, ad esempio, un bando pubblico emesso dal Comune di Imola. Idem dal Comune di Chiusi. E dal Comune di Parma. E dal Comune di Pianoro. Eccetera eccetera.

TAR: SINDACO BOCCIATO – Non è molto chiaro, almeno per adesso, cosa intendano fare sindaco e giunta dopo la solenne bocciatura ricevuta dal TAR Toscana in materia di viabilità. In termini di immagine pubblica è una batosta.

Proprio la viabilità fu decisiva, due anni fa, per far vincere la destra su un centro sinistra che, per tutelare la salute pubblica davanti all’inquinamento, aveva modificato la viabilità su alcune strade.

La vicenda è nota. Alcuni cittadini erano ricorsi al TAR chiedendo di annullare alcuni atti adottati, nella primavera 2024, dal sindaco Palandri e dall’allora comandante PM (Matteo Berti. Che qualche mese dopo ha lasciato il Comune).

Sul ricorso di quei cittadini contro il piano del traffico di Palandri, il TAR si è pronunciato. La sentenza del 13 febbraio è stata resa nota il successivo 27. E’ scesa sul Poggio come una bomba. Qui il testo.

TAR: MA COSA PROMISE SULLA VIABILITA’ PALANDRI CANDIDATO? – Cosa aveva promesso, Palandri, in campagna elettorale sulla viabilità? Basta andarsi a rivedere il programma di lui candidato sindaco per confrontarlo (pagine 6 e 7) con le scelte di lui sindaco. Eccolo.

In primis (e anche questo, alla luce di quanto avvenuto – ad esempio con la fuga di Palandri sindaco dalle assemblee pubbliche – è emblematico circa la distanza tra promesse e fatti) Palandri prese voti anche su questa promessa: “vagliare e concertare con la cittadinanza” tutte le sue scelte “attraverso incontri e confronti“.

Nel concreto del traffico promise di realizzare subito (“attuazione immediata“) alcune scelte complicate se non impossibili: bloccare, prima del Poggetto e dunque sul terreno di altro Comune, tutto il traffico da Pistoia verso Firenze e deviarlo su Prato; eliminare la ciclabile al Poggetto e ripristinare il doppio senso in via Aiaccia – fare una sorta di rotonda tra le vie Cioppi e Vittorio Emanuele.

TAR: DOPPIO SENSO SU VIA VITTORIO? SOLO TEMPORANEO – Palandri candidato promise, poi, di rimettere il doppio senso sul ponte al Molino, di eliminare il doppio senso su via Vittorio, di mettere via Cioppi a senso unico. Tutto questo promise di farlo (sic) “immediatamente“.

Ma il doppio senso su via Vittorio – ecco un ulteriore pezzo di promessa che nessuno sembra ricordare – era destinato a essere solo (sic) “temporaneo” perché nella fase successiva (“breve/medio termine“) sarebbe stata (sic) “allargata” la strettissima via Cioppi (evidentemente … abbattendo qualche casa) e sarebbe stato ripristinato, alla fine, il senso unico sulle due vie (Cioppi e Vittorio).

Nel tempo “medio/breve” (e oggi – marzo 2025 – siamo in quel tempo …) era infine previsto un collegamento fra via Sottombrone (a senso unico) con l’area di via Spadini.

TAR: SENTENZA DA ESEGUIRE – Ma torniamo a oggi. O, per meglio dire, al piano del traffico – oggi cancellato dal TAR – che Palandri sindaco varò nel maggio 2024.

Il TAR ha dato ragione ai cittadini ricorrenti. Ha annullato i quattro atti impugnati (una ordinanza e una nota del sindaco, una determina e una ordinanza dell’allora comandante PM).

il TAR ha tirato le orecchie a sindaco e dirigente perché hanno emesso, assumendosi la responsabilità, provvedimenti errati: che non spettava a loro emettere. Una superficialità evidente.

Ha condannato l’amministrazione che adesso deve pagare, ai ricorrenti, una certa cifra oltre a tutte le altre spese. Ha ordinato che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa. Ha precisato che il Comune ha l’obbligo di “ripristinare il regime della viabilità modificato e revocato”.

TAR: VIZI DA SANARE – Sono state commesse irregolarità tali da rendere necessaria la cancellazione del piano Palandri.

Nella richiesta dei ricorrenti sono lamentate “incompetenza, eccesso di potere, contraddittorietà, travisamento dei fatti, difetto di motivazione, manifesta irragionevolezza, violazione art. 97 della Costituzione”.

Al centro del ricorso anche “il tema ambientale, la sicurezza della strada, e dei marciapiedi, la riduzione del numero dei parcheggi”.

=== 

TAR: LA COLPA E’ DEI “COMUNISTI” –  Se è chiara la posizione propagandistica dei due partiti finora intervenuti (per loro la colpa è dei “soliti comunisti” che ancora non accettano di essere stati sconfitti e usano i cittadini come obbedienti pedine), non è chiaro cosa intende fare la giunta Palandri.

Per ora è intervenuto solo l’assessore Mastropieri. Ha minimizzato e anticipato una generica volontà di “andare avanti”.

Nessuna dichiarazione invece dal sindaco Palandri. La bocciatura del suo piano/traffico a causa di errori anche da lui commessi è di quelle pesanti. 

La vicesindaca Bresci è intervenuta, ma solo come segretaria di partito e come consigliera. Eppure lei non passa di lì per caso: è la vice del sindaco.

Nessun comunicato è stato, per ora, pubblicato sul sito del Comune né sulla pagina social istituzionale.

TAR: E ORA? – Reazioni partitiche a parte, fatte più per i propri iscritti che per i cittadini, c’è curiosità di conoscere le mosse vere della Giunta. Ricorrerà o no al Consiglio di Stato?

Se davvero sindaco e assessori sono sicuri di essere dalla parte della ragione e se un legale desse loro qualche speranza, questa sarebbe certamente la strada più limpida, lineare.

Così – chissà – potrebbero chiedere una “sospensiva” che, se accordata, manterrebbe fino a nuova sentenza la viabilità così com’è oggi.

Ma come potrebbe essere possibile un ricorso al Consiglio di Stato quando lo stesso Comune ha già ammesso di aver combinato un pasticcio, di aver formulato atti irregolari e, dunque, nella sostanza ha già dato ragione al TAR?

Se davvero presentassero un ricorso al Consiglio di Stato, non sarebbe – in queste condizioni – un “suicidio” annunciato e, oltretutto, pure costoso?

E se non presentassero (nei 60 giorni) il ricorso, che strada potrebbero avere? Ripartire da capo sul piano del traffico impostando nuove procedure, finalmente corrette e prive di errori? Possibile?

Ma con quali tempi, visto anche che uno degli atti annullati riguardava le conclusioni di una Conferenza dei Servizi e che dunque, presumibilmente, una Conferenza dei Servizi andrà ex novo riconvocata con tanti soggetti diversi?

Possono pensare di cavarsela in pochi giorni come se nulla fosse? Vedremo.

TAR: E L’INQUINAMENTO? – Nel frattempo, visto che la sentenza ordina il “ripristino” della viabilità precedente (non solo su via Vittorio ma su tutte le altre strade coinvolte: una decina, fra cui piazza XX Settembre e via Pratese), loro hanno l’obbligo di ripristinare, appunto, la viabilità precedente.

Lo faranno? Si adegueranno al TAR oppure pensano di poter far finta di nulla ritenendosi al di sopra della legge?

Davvero, come ha notato l’opposizione, una pubblica amministrazione, davanti a una sentenza, può reagire con uno sprezzante “me ne frego“?

Visto poi che la questione, posta dai cittadini, riguarda anche l’inquinamento ambientale, come procedere – in un senso o in un altro – in assenza di dati, certi, su aumento o diminuzione dei livelli di inquinamento?

Chi si prende la responsabilità di firmare un atto così delicato in assenza o in carenza di dati capaci di avallare la scelta?

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POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini n. 89 del 3 marzo 2025. Nelle foto: Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Robert Schuman, Altiero Spinelli, Jean Monnet, David Sassoli, Antonio Megalizzi.

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