Una situazione che sta sfuggendo di mano: sulla piazza XX Settembre i lavori dovevano finire il 30 aprile ma sono fermi; perso il ricorso al TAR sulla viabilità il Comune tenta la (difficile) carta del Consiglio di Stato e paga avvocati su avvocati; complicato far rispettare i limiti di peso posti sui ponti per la loro sicurezza; manca un quadro sui danni all’alluvione 2023; nessuno sa quanti hanno visitato una mostra costata 20 mila euro; in biblioteca e nel punto digitale manca il wifi. E tanta paura che i cittadini sappiano cosa accade in Consiglio Comunale. (mb)

PIAZZA: PERCHE’ TUTTO FERMO? – Non è chiaro cosa sia successo, ma quel termine (30 aprile 2025) non potrà certo essere rispettato.
E’ il termine, solenne, che il Comune mise in un atto ufficiale per “il completamento di tutte le lavorazioni e finiture” e per “lo smobilizzo del cantiere” nella piazza XX Settembre.
Manca solo un mese e i lavori sono fermi da mesi. Facile un’altra proroga. Ma va ricordato che se la giunta Palandri non si fosse opposta, la piazza sarebbe terminata, secondo il progetto Puggelli, entro il Natale 2023.
Di Natali ne sono passati due. Sta arrivando la terza Pasqua. Ma quei lavori non trovano fine.
In un Comune normale, sindaco e assessore avrebbero già fornito, a cittadini sempre più colpiti dalla vicenda, una spiegazione pubblica su questo ennesimo ritardo. Un ritardo che sta tutto nella loro responsabilità politica.

PIAZZA: ANCORA TANTE DOMANDE – Ecco le domande che in tanti ci poniamo. Attendendo risposte e trasparenza.
Come pensare che il termine perentorio dato dal Comune alla ditta e dalla ditta accettato per finire quei lavori (30 aprile 2025) sarà rispettato? Perché i lavori sono fermi da tempo?
E’ regolare che una parte del cantiere sia già stata aperta senza che i lavori siano terminati? Chi è il responsabile se dovesse accadere qualcosa? E’ normale che i cordoli in cemento siano già rovinati?
Questo nuovo ritardo dipende dall’attesa (e arrivo) della sentenza TAR sulla viabilità? Può il Comune dirci quando finiranno i lavori?

VIABILITA’: IL COMUNE RICORRE AL CONSIGLIO DI STATO E PAGA I (PRIMI) 8.300 EURO – Il Comune ha dunque deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Toscana, sulla viabilità in via Vittorio Emanuele e altre strade limitrofe, che ha dato ragione ai cittadini.
E per questo ha già dovuto impegnare i primi 8.300 euro circa per farsi assistere da un avvocato fiorentino. Ed è solo un semplice “preventivo in acconto“. Altri denari dovranno essere impegnati.
Alla fine sarà interessante conoscere i costi che il Comune, su una battaglia legale che si annuncia non semplice, avrà, in tutto, dovuto pagare. Magari per veder confermata la sua sconfitta.

VIABILITA’: IL MISTERO DI ATTI NON PUBBLICATI – Intanto ancora non si conosce quanto il Comune, oltre ai 5 mila euro circa cui è stato condannato dal TAR, ha già pagato per essere assistito da un avvocato durante il ricorso al TAR.
All’Albo Pretorio, infatti, non risultano pubblicati né la delibera (n. 98 del 19 luglio 2024) per resistere in giudizio contro il ricorso dei cittadini né l’atto per individuare e pagare il primo avvocato.
Un brutto deficit di trasparenza. Un Comune è obbligato a pubblicare tutti i suoi atti. Perché questi atti non ci sono?

VIABILITA?: MA CHI CONTROLLA? – Non è certo il primo né sarà l’ultimo. Chissà se era a pieno carico oppure no. Ma un dato è certo.
Un “bestione” lungo e pesante come quello, con i limiti di transito messi sul Ponte all’Asse (appena 3,5 tonnellate) a tutela della sicurezza di quel ponte, lì non poteva esserci arrivato. Eppure c’era arrivato, avendo appena passato il Ponte all’Asse.
L’autista aveva addirittura iniziato la manovra per entrare … in via Soffici. Ma subito si è accorto che era impossibile (sarebbe stato contromano) e dunque ha ripreso la marcia verso il “colmo“. Per andare, poi, chissà dove.
Una testimonianza in diretta, foto in copertina, questo lunedì 31 marzo attorno a mezzogiorno, sul paradosso legato ai divieti per i mezzi davvero pesanti. Dentro il paese, con i limiti sui tre ponti, non potrebbero arrivarci.
Ma è facile constatarlo: ci arrivano. Eccome. Tutto normale? Chi controlla?

ALLUVIONE 2023: E I RIMBORSI? – Due Comuni pratesi che nell’autunno 2023 furono interessati da eventi alluvionali hanno fatto, nei giorni scorsi, un pubblico punto sulla situazione delle domande presentate dai cittadini per ottenere rimborsi. Altre amministrazioni comunali hanno informato sullo stato della vicenda.
A Montemurlo, a esempio, si sa che furono presentate 965 domande di cui 585 ammissibili al sostegno. A Prato è stato riferito che le domande presentate furono 1.514 di cui 1.096 ammesse.
L’iter per ottenere i ristori, al solito, non è rapido e la mancanza di risorse non aiuta. Ma l’impressione è che negli altri Comuni, sulla vicenda, la luce non sia stata ancora spenta.
Nessuna notizia pubblica, invece, da Poggio che, pure in modo per fortuna assai minore, ebbe comunque persone danneggiate anche nel 2023. Sarebbe utile averlo il quadro aggiornato della situazione.
Colpisce la poca luce e il grande silenzio. Evidente la carenza di informazioni. Quasi come se dare notizie, ma anche chiederle, fosse una bestemmia.

“FIGURA” SU SOFFICI – A due mesi dalla chiusura nessuno conosce quanti hanno visto la mostra su “Soffici e alcuni artisti del ‘900. Figura per figura”. Inaugurata il 30 novembre e chiusa il 25 gennaio, doveva essere, sul piano culturale, l’evento clou dello scorso Natale.
A ostacolare gli ingressi non era certo il costo del biglietto (appena 3 euro per i non poggesi, gratis per i poggesi). Ed è strano che un museo di livello regionale tenga nascoste le cifre sui visitatori di una sua mostra.
Insomma: è andata bene o male? Un successo o un fiasco? O un così e così?

UNA MOSTRA DA 20 MILA EURO – Tutti gli organizzatori di eventi culturali sanno di dover fornire, a fine evento, specie se hanno usato denaro pubblico, la rendicontazione.
Con dati certificati: quante persone sono entrate, quanto si è incassato, che rassegna stampa è stata prodotta (ciò per capire se ne hanno parlato solo le cronache di paese oppure se l’evento ha bucato più in alto).
Qui, su una mostra costata almeno 20 mila euro, nulla a oggi è stato reso pubblico. Un deficit di trasparenza di non poco conto. Ha qualcosa a che vedere con le dimissioni dell’ex direttore?
Sono davvero chiari i motivi per cui il direttore si è dimesso così in fretta? Che tipo di “divergenze” si sono verificate e fra chi? Perché pensare che sia utile nascondere la polvere sotto il tappeto?

SE IL WIFI MANCA NEL PUNTO DIGITALE – Nello spazio della biblioteca, alle ex Scuderie – dove è aperto lo spazio informativo proloco, dove si svolgono assemblee e convegni, dove è attivo il museo Soffici e dove opera anche, per conto del Comune, il “punto digitale facile” – manca un buon wifi.
Difficile che wifi non sia in biblioteche, musei, sale espositive e soprattutto in spazi digitali. E in effetti, prima, c’era. Non è chiaro cosa sia successo.

SE LO STREMAMING FA PAURA – Kafkiana l’assenza di un adeguato servizio per le dirette streaming del Consiglio Comunale. Non si sa come e non si sa perché. Ma un servizio oggi così elementare e attivo fino a qualche mese fa, da mesi è carente.
In pratica è stato tolto. “Funziona” in maniera assurda: video amatoriale e audio pessimo; impossibile capire ciò che viene detto.
Non manca chi sostiene che tutto sarebbe stato fatto apposta per ostacolare il diritto dei cittadini a essere informati. Come se sindaco e colleghi avessero qualcosa da nascondere, volessero impedire ai cittadini di vedere (e rivedere) “prestazioni” in effetti non esaltanti.
Magari non sarà così. Ma allora basta poco per tornare alla normalità. Non occorrono tanti soldi. Basta un semplice cavetto. Basta la volontà politica.
POGGIO (A CAIANO) E BUCA – di Mauro Banchini – 31 marzo 2025 n. 95
