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Home»Comune»UN SEMAFORO, UN NIDO, UN TENENTE, GAFFES E PENNELLI, UN MINISTRO, LE DIMISSIONI, IL NUOVO STIPENDIO, LA CIOFECA. E LA CARITAS.
Comune

UN SEMAFORO, UN NIDO, UN TENENTE, GAFFES E PENNELLI, UN MINISTRO, LE DIMISSIONI, IL NUOVO STIPENDIO, LA CIOFECA. E LA CARITAS.

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini23 Febbraio 2025Updated:23 Febbraio 2025Nessun commento12 Mins Read
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EFFETA’ SENZA AIUTO – In Comune devono essere messi male con i soldi se, a inizio anno, non riescono a trovare gli appena 7 mila euro necessari – che tanto avevano promesso – per aiutare “Effetà” (Caritas) in un importante lavoro a favore degli alunni con difficoltà.

La notizia sta in una lettera inviata dal sindaco alla associazione di volontariato. Riconosciamo il valore di ciò che fate – scrive Palandri – ma siamo costretti a sospendere la partecipazione.

Il motivo? “A causa di vincoli legati alla programmazione delle risorse”. Motivo, in effetti, poco comprensibile. L’augurio è che il sindaco ci ripensi. I soldi li trovano per tutto: perché non trovarli per “Effetà”?

IL SEMAFORO INTELLIGENTE – La variazione di bilancio approvata in Consiglio prevede 22 mila euro circa per acquistare il mitico semaforo “intelligente” da collocare sul ponte al Molino quando sarà riaperto a doppio senso.

A proposito: a che punto sono i rapporti con la Provincia? Il Comune ha adempiuto a tutte le richieste della Provincia per la riapertura a doppio senso di quel ponte? Quando sarà riaperto?

Palandri sostenne che questa spesa l’avrebbe pagata la Provincia. Così pare non essere andata. L’intelligenza servirà per far scattare il rosso, sul ponte, all’arrivo dei mezzi più pesanti.

PONTE ALLA NAVE: UN PASSO AVANTI – La notizia è di quelle buone. E speriamo lo sia anche per la giunta Palandri che però non ha mai brillato per interesse rispetto a questa vicenda.

E’ questo, infatti, un tema davvero forte, di prospettiva, di visione, su cui tutte le forze politiche poggesi dovrebbero, nell’interesse comune, trovarsi d’accordo. Non frapporre ostacoli.

La notizia è che la Regione è pronta a finanziare il collegamento, attraverso il Ponte alla Nave, tra la provinciale “di Comeana” e la regionale “Pistoiese”.

Ciò avverrà, con variazione di bilancio, appena sarà pronto il nuovo progetto esecutivo. Lo ha reso noto Marco Martini, consigliere regionale, dopo un annuncio del presidente Giani.

“E’ una notizia importante – ha detto Martini – soprattutto per Poggio, Signa e Carmignano. Può concretizzarsi in tempi brevi se tutti gli enti interessati sapranno riprendere il lavoro per aggiornare l’Accordo di Programma così da arrivare a un nuovo progetto esecutivo”. Martini si è impegnato a promuovere un incontro con tutte le parti.

PONTE ALLA NAVE: MA POGGIO E’ D’ACCORDO? – “L’opera – aggiunge Martini – porterà indubbi benefici al traffico, specie quello per e dall’area produttiva di Comeana. Al tempo stesso, porterà benefici a chi abita nel centro di Poggio: benefici per la scorrevolezza del traffico e per migliorare la qualità dell’aria. Ora occorre crederci e superare velocemente le criticità nella progettazione per consentire il finanziamento da parte della Regione”.

Sarà ora interessante vedere il comportamento della giunta Palandri. In via Lombarda – ma visti i tanti vincoli lì esistenti non sarà facile – Palandri vorrebbe realizzare un maxi centro sportivo.

L’augurio è che adesso Poggio si aggiunga a chi, davvero, sta tirando nella direzione giusta: realizzare un’opera che interessa tutti.

NIDO INFANZIA: NUOVE REGOLE – Approvato il nuovo regolamento per il nido d’infanzia. Il presidente del Consiglio, Mazzoni, ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto per “redare” queste pagine.

La domanda di ammissione potrà essere accolta … solo successivamente alla data di nascita della creatura (per entrare nel nido, cioè, bisogna essere … nati). E per entrare, i piccoli dovranno essere in regola con l’obbligo vaccinale (requisito, questo, contestato dal consigliere Fabrizio Campanelli).

STREAMING CIOFECA – Facile intuire il motivo per cui le dirette streaming nel Comune del Poggio non funzionano secondo parametri di qualità oggi (2025) normalissimi perfino in una qualunque (con il massimo rispetto) bocciofila.

La parte video è sfocata. La parte audio è incomprensibile: impossibile capire cosa viene detto nell’aula. Ogni tanto si capta qualche parola. E ogni volta che qualcuno apre o chiude la porta dell’aula si sente un colpo che fa sobbalzare.

Probabile che la videocamera non abbia un collegamento interno con l’audio, ma lo riprenda dalle casse esterne. E’ ciò a rendere tutto incomprensibile?

Così sono violati sia il diritto del cittadino a essere informato sia il dovere del Comune di essere trasparente. E’ così da mesi. Basterebbe poco. Il problema non è economico.

I denari si possono trovare. La questione sta solo nella volontà politica. Volontà che manca. Forse perché, viste certe performance, meglio … nascondere?

LASCIA O RADDOPPIA? – In un Comune dove da mesi è in atto la “grande fuga” di dipendenti che scappano, sta per essere assunto, e con incarico fiduciario da parte del sindaco Palandri, un nuovo dirigente comunale. Il Comune, per questo, dovrà trovare parecchi soldi.

Per il nuovo arrivato viene creato un “Servizio Lavori Pubblici”. Lui ne diventerà responsabile.

La giunta Palandri ha infatti deciso di raddoppiare i dirigenti nei “servizi Tecnici”. Fino a ora c’era un solo dirigente (uno stipendio).

Adesso la struttura viene sdoppiata (due stipendi): da un lato urbanistica ed edilizia privata, dall’altro lavori pubblici e manutenzione.

Da qui la necessità di trovare un nuovo responsabile: preso dall’esterno e scelto dal sindaco. Questo nuovo incarico durerà “fino alla scadenza del mandato del sindaco”.

Fra i due candidati che avevano fatto domanda, il sindaco – con sua scelta “autonoma e discrezionale” – ha scelto un ingegnere. E’ dipendente nel Comune di Larciano. Il suo trattamento economico godrà anche del compenso ulteriore derivante dalla “elevata qualificazione”. Questo il decreto del sindaco.

PIAZZA: LA GAFFE DI PIERO – “ … venire a chiedere più verde a noi ci sembra quasi un insulto. Vi si darà un pennello, vi si darà anche la tinta e farete il verde dove vu’ voleeee“. Così, nella sacralità del Consiglio Comunale, l’assessore (attività produttive, decoro urbano, sport, patrimonio pubblico. E tanto altro, fra cui il … verde pubblico) Piero Baroncelli.

Parole del genere, diffuse subito via social, forse spiegano il motivo per cui a Poggio non funzionano le dirette streaming. Meno si sa, su ciò che si dice in quell’aula, è meglio è? C’è solo un modo per smentire questa tesi: tornare a farle funzionare bene, le dirette streaming. Così sono un’offesa ai cittadini.

PIAZZA: LA GAFFE DI RENZO – “A me la Soprintendenza non me lo dice. A me non me lo dice che quella è una “rotatoria” perché quella non è una “rotatoria” ma una piazza. E se la Soprintendenza mi dice che quella è una “rotatoria” io mi sento offeso”.

Questo il senso di un pesante pubblico attacco politico, dal capogruppo di maggioranza Renzo Breschi, contro la Soprintendenza fiorentina.

Difficile, in Italia, trovare un altro Comune nel quale un consigliere affermi in pubblico di essere stato “offeso” da una (peraltro presunta) parola proveniente da un organismo dell’importanza di una Soprintendenza.

Oltretutto quel parere, in effetti negativo sulla variante Palandri, non usa la parola “rotatoria”. Le parole usate sono altre (“slargo circondato dalla viabilità”).

Puggelli – sostiene la Soprintendenza – quello “slargo” voleva trasformarlo “in una piazza con disegno unitario”, cioè in una piazza vera. Ma – conclude la Soprintendenza – Palandri ha “inficiato pesantemente” l’intera operazione.

In ogni caso non si capisce dove, il capogruppo, abbia letto, nel parere della Soprintendenza, qui sopra riportato, la parola “rotatoria“. A usarla è la politica, ma non la Soprintendenza. Perché accusare la Soprintendenza di una cosa non vera?

PIAZZA: LA GAFFE DI DILETTA – “La giunta precedente ci ha lasciato quasi cinque milioni di euro in mutui“. Così, in un intervento difficile da capire perfino per chi era in aula, la vicesindaca Bresci.

Dopo aver velatamente accusato i membri del comitato “Noi in piazza” di essersi fatti strumentalizzare nientemeno che dal PD (e questo non le ha certo aumentato le simpatie di quei cittadini), la vicesindaca si è esibita in un imbarazzante esempio di autolesionismo.

Non occorre avere troppa esperienza di pubblica amministrazione per capirlo.

Accusare i propri predecessori di aver fatto semplicemente il loro lavoro (cercare soldi, anche accendendo mutui sostenibili, per realizzare opere pubbliche) non è molto acuto.

Non è acuto soprattutto se paragonato alla sostanziale piattezza di chi al potere è arrivato ormai da quasi due anni e da allora non ha fatto, diciamolo pure, grandi scelte di governo.

Tranne che invertire qualche senso unico o chiudere uno sgambatoio per cani o veder scappare via dipendenti o scappare dai cittadini o lamentarsi perché tutto è sempre colpa di chi c’era prima o spender soldi in avvocati e in propaganda.

Difficile, in effetti, trovare una vicesindaca che si lamenta perché chi c’era prima sapeva governare (poi si può certo consentire o dissentire su determinate scelte. Ci mancherebbe).

Ma lamentarsi perché chi c’era prima vinceva bandi, trovava soldi, accendeva mutui, lasciava opere (esempio i parcheggi ex Isidoro e via Aietta) non è gaffe da poco.

L’ALTRA GAFFE DI PIERO – “Da quando siamo arrivati non abbiamo fatto niente di nuovo e voi ci chiedete il verde …”. Così l’assessore al verde pubblico, Piero Baroncelli, con una gaffe – preliminare a quella già indicata – che gli è scappata. Lui, certo, non voleva dire questo. Ma questo ha detto.

Parole, in effetti, emblematiche rispetto alla reale capacità, nella giunta Palandri, di fare, in positivo, qualcosa di nuovo rispetto al passato.

PIAZZA: LA GAFFE DI RICCARDO – “Io sono qui tutte le mattine dalle sette e trenta. Invece di chiamarmi in un’assemblea pubblica potevate prendere appuntamento e venire così si parlava. E perché fare assemblee quando delle questioni se ne può parlare in Consiglio Comunale?”.

Parola più parola meno, questo il concetto di democrazia partecipativa del sindaco Palandri. L’ha espresso in Consiglio confermando il suo fastidio per gli incontri pubblici dai quali lui ha precisato non di “scappare” ma di non volerci andare.

Fanno pendant, quelle parole, con altre usate da due consiglieri di maggioranza in una interrogazione scritta secondo cui “il luogo deputato alla discussione di temi d’attualità e delle decisioni della Giunta” sarebbe solo il Consiglio Comunale.

Il sindaco preferisce ricevere solo poche persone. Nel palazzo, Dalle assemblee esterne, dove magari si rischia di venire contestati, meglio stare alla larga. Eppure in campagna elettorale lui stesso aveva promesso altro.

Ad esempio “il costante confronto con i cittadini sulle problematiche da essi rappresentate” nonché la “promozione e tutela della partecipazione dei cittadini, singoli e associati”. Cose che si dicono per prendere i voti. Dopo è meglio scordarsene …

STAZIONI CC: MEGLIO DUE O MEGLIO UNA? – Discussa in Consiglio una mozione sui carabinieri. L’ha presentata Matteo Bonfanti, (FDI) per chiedere al sindaco di trovare un immobile (oppure di costruirne uno nuovo) per ospitare una possibile “tenenza di comando dell’Arma dei Carabinieri”.

Come noto sia a Poggio che a Carmignano esistono due stazioni CC. Bonfanti ritiene che sarebbe meglio se nei due comuni ne esistesse una sola come “tenenza”.

Può essere che abbia ragione, ma forse la questione sta anche nelle carenze di organico. E in ogni caso, se davvero si vuole raggiungere un obiettivo, chiunque ha un minimo di esperienza istituzionale sa che ci si deve muovere con adeguatezza, in modo accorto, senza improvvisazioni.

L’opposizione ha ricordato che la precedente giunta si era già mossa (con il Demanio di Stato) per iniziare un percorso, non certo né breve né semplice, capace di trasferire i Carabinieri poggesi dall’attuale edificio che funge da caserma in un altro spazio.

Che era stato identificato, con il necessario coinvolgimento dell’Arma, nella struttura dentro il Bargo, lungo la regionale 66.

Si tratta di trovare le risorse per recuperare quel grande edificio (già di proprietà statale) adeguandolo alle necessità dell’Arma. Si tratta di riprendere e proseguire le azioni passate.

Modificato con questo scopo, il documento è stato approvato con voti unanimi. Ora è Palandri che deve muoversi.

BONFANTI NON “RESISTE” – Dunque anche Matteo Bonfanti, consigliere comunale meloniano, si è dimesso dal cda della Fondazione pratese “Museo della Deportazione e Resistenza”?

La notizia non è ancora stata data in modo ufficiale, ma circola da giorni. Bonfanti era stato nominato dal sindaco Palandri il 23 ottobre 2024 e quindi è durato neppure quattro mesi.

Prima lo stesso sindaco aveva nominato la sua vice Diletta Bresci (Lega Salvini), ma anche lei poco dopo si era dimessa.

Da notare che la nomina di Bonfanti contrastava con le procedute stabilite dalla stessa amministrazione comunale poggese nel dicembre 2023.

MUSEO RESISTENZA: E ORA? – Quelle norme obbligano il sindaco, per rispettare gli obblighi di trasparenza, a istituire un albo e a effettuare una selezione pubblica fra tutti i soggetti che intendono candidarsi. Solo dopo aver consultato i curricula, il sindaco può procedere a scegliere la persona.

Nulla di tutto questo era stato fatto. Bonfanti era stato nominato senza seguire quella procedura. E non erano mancate segnalazioni su questa inadempienza.

Adesso che, se la notizia è vera, anche Bonfanti si è dimesso – e in una fase importante per l’effettivo rilancio di un museo così significativo per la cultura dell’antifascismo – il sindaco si deciderà ad applicare gli indirizzi che lui stesso fece approvare dal Consiglio?

Sceglierà in base ai curricula? Oppure no? Vedremo.

CRIDA: TUTTO TACE – A proposito di nomine, va ricordata un’altra dimissione. Un pratese nominato dal sindaco in un altro organismo (la Fondazione CRIDA: offre servizi di riabilitazione sanitaria, socio-sanitaria e psico-sociale).

Anche qui la nomina venne fatta dal sindaco ignorando le stesse regole (albo pubblico, selezione pubblica, presentazione dei curricula e scelta da parte del sindaco in base ai curricula).

Fra il decreto ufficiale di nomina e l’annuncio dato dal sindaco in Consiglio sulle dimissioni del nominato (luglio 2024), passarono appena 5 mesi.

Da notare che da allora di mesi ne sono passati molti altri, ma questo dimissionario non risulta ancora sostituito: il Comune di Poggio, che per statuto fa parte di quella importante fondazione, è privo di un suo rappresentante. Il motivo non è mai stato pubblicamente spiegato.

POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini, n. 88 del23 febbraio 2025

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