UN AMIANTO BRUCIATO CHE PROPRIO OGGI DI ANNI NE FA DUE – Ingarbugliata e complessa la vicenda del capannone andato a fuoco due anni fa, il 30 luglio 2023, nell’area artigianale di via Lombarda. Sulla copertura, crollata, era presente amianto: l’incendio lo fece ricadere all’interno e nelle pertinenze.
Da allora iniziò una vicenda che, in effetti, non brilla né per trasparenza né per efficacia: una prima ordinanza del sindaco (agosto 2023) per la messa in sicurezza non ebbe riscontri e fu seguita un anno dopo, giugno 2024, da una seconda ordinanza.
Anch’essa non ha prodotto gli effetti ordinati e addirittura è stata impugnata, dall’azienda, presso il TAR Toscana: TAR che si dovrebbe pronunciare nel prossimo novembre.
Il 3 marzo scorso, Palandri sulla stessa grave vicenda ha firmato una terza ordinanza a integrazione della seconda. “In particolare su tutta la superfice del capannone – scrive ARPAT – è presente un ammasso di rifiuti incendiabili; l’ammasso è composto da residui di materiali bruciati di proprietà della ex ditta locataria, mescolati a rifiuti speciali pericolosi contenenti amianto e derivanti dal crollo della copertura“. Si aggiunge anche che “dal punto di vista sanitario, la dispersione di fibre libere di amianto aumenta con l’avanzare della stagione estiva“.
Dopo due anni la bonifica globale dei luoghi coinvolti da amianto non è stata effettuata. A giugno il consigliere Gianluca Pucci ha presentato una interrogazione per chiedere spiegazioni “considerato grave e pericoloso per la salute pubblica la mancata messa in sicurezza e bonifica dei materiali contenenti amianto”.

UN CONTENZIOSO SUI 55 MILA EURO PER LA BONIFICA – Lo scorso 10 luglio, il sindaco ha risposto. Assicura che il sito “è controllato con cadenza mensile” e conferma che “i rifiuti speciali pericolosi, come l’amianto, sono concentrati all’interno del fabbricato incendiato” con “area transennata e interdetta all’accesso”.
Lo smaltimento di quei rifiuti è a carico dei proprietari. Ed è qui, nella risposta del sindaco, che emergono questioni delicate.
Su chi deve pagare il “piano di lavoro” (un costo che sfiora i 155 mila euro) si scopre che è in corso un contenzioso fra due soggetti: l’azienda proprietaria del capannone e il “conduttore”, un cittadino cinese.
L’azienda – scrive il sindaco – sostiene che l’incendio del 30 luglio 2023 “è stato causato dal conduttore … soggetto responsabile indagato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Prato”.

E LA SALUTE PUBBLICA? – Per capirci qualcosa in più sarà necessario attendere il TAR: novembre. Nel frattempo se uno legge sia la prima che la seconda ordinanza del sindaco (la prima non è chiaro che fine abbia fatto, la seconda è sospesa in attesa del TAR) si resta a dir poco interdetti.
Quelle parole su quei pericoli per la salute pubblica derivanti dall’amianto che sta ancora lì, parole messe nero su bianco dallo stesso sindaco, se vogliamo considerarle pertinenti e messe non a caso, sono talmente gravi da farci interrogare, come cittadini, sulla vicenda.

FIGLIO DEL CUGINO DELLA MOGLIE – “L’ing. Tamburini (il nuovo dirigente comunale ai Lavori pubblici, assunto su incarico fiduciario del sindaco Palandri, ndr) è il figlio di un cugino della moglie dell’assessore (ai Lavori Pubblici, ndr) Mastropieri , circostanza nota sin dall’inizio dell’iter di assunzione”.
Così il sindaco Riccardo Palandri lo scorso 21 luglio rispondendo a una interrogazione della consigliera Paola Vettori.
Trattasi, così stando le cose, di una chiara “affinità” al quinto livello e che dunque, essendo i vincoli di legge previsti solo fino al quarto livello, l’amministrazione è salva da ogni tipo di possibile contenzioso legale.
Cosa diversa è invece l’aspetto della opportunità politica. Interrogato anche su questo il sindaco, però, ha negato, e seccamente, ogni problema. Di diverso avviso l’opposizione che peraltro non ha insistito.

LAVORI PUBBLICI AFFINI DI QUINTO GRADO – Il dato comunque certo è che l’ing. Massimo Tamburini, già dipendente di ruolo in un Comune della Valdinievole, da quel posto sicuro si è licenziato ed ha accettato un incarico (che durerà soltanto tre anni, fino alla scadenza dell’attuale sindaco) conferito dal sindaco Palandri in base all’art. 110 del TUEL.
E’ stata svolta una pubblica selezione, non un concorso, e fra i due candidati idonei a dirigere l’ufficio Lavori Pubblici, il sindaco, con un colloquio, ha scelto il parente della moglie dell’assessore ai Lavori Pubblici: un tecnico, l’assessore, peraltro condannato dalla Corte dei Conti per un danno erariale causato, come dipendente, in un altro Comune.

UNA QUESTIONE DI OPPORTUNITA’ – In presenza di quel tipo di specifica affinità dichiarata dallo stesso sindaco e da lui messa nero su bianco (figlio del cugino della moglie dell’assessore) la forma è certo rispettata.
Non sono tuttavia pochi, al Poggio, a domandarsi se altrettanto sia rispettata la sostanza e dunque la opportunità di far gestire i Lavori Pubblici del Comune a due affini sia pure di quinto grado: l’assessore e il figlio di un cugino della moglie dell’assessore stesso.
E non in pochi si chiedono cosa sarebbe accaduto a parti inverse cioè se fosse stato un sindaco di centrosinistra ad aver assunto, di sua fiducia, un dirigente ai lavori pubblici parente, sia pure non prossimo, della moglie dell’assessore (di centrosinistra) ai Lavori Pubblici. Una destra all’opposizione avrebbe taciuto?

NUOVO DIRETTORE MUSEO SOFFICI: VERBALI SECRETATI – Chissà perché quei due verbali con quei due nomi sono stati secretati. Una procedura a dir poco opaca, priva di trasparenza, quella sulla scelta del nuovo direttore Museo Soffici.
In sintesi: l’11 luglio scadeva il termine per presentare, dopo le traumatiche dimissioni del direttore Mauro Moriconi, le candidature per la direzione del nostro museo.
Dalla determina pubblicata proprio oggi (qui l’atto) si scopre che di candidature ne erano state presentate due. Due donne perché viene usata la declinazione femminile.
Una Commissione di tre dipendenti comunali, in due riunioni, ha analizzato le carte. E ha concluso che una sola, fra le due candidate, era in possesso dei requisiti. Ma i verbali sono stati secretati, non sono stati allegati alla determina. Come si trattasse di un segreto.
Dobbiamo dunque contentarci di un atto incompleto in attesa che, a giorni, sia il sindaco con un suo decreto, a scegliere il nuovo direttore (la nuova direttrice) attribuendo, intuitivamente, l’incarico alla sola candidata rimasta in pista. Mai sapremo chi era l’altra
Considerando il dovere, in ogni ente pubblico, di trasparenza e il collegato diritto, per ciascun cittadino, di essere informato sugli atti pubblici, la scelta di secretare quei verbali lascia perplessi.
Sarà legittima sul piano formale, ma la perplessità sul piano sostanziale, il piano della opportunità, resta. Eccome.

L’ASCENSORE PAGATO DALLA REGIONE – I 50 mila euro necessari per installare un ascensore nella scuola media poggese “Filippo Mazzei” sono stati concessi al Comune dalla Regione Toscana, tramite l’azienda USL Toscana Centro, sulla base di un avviso pubblico relativo all’abbattimento delle barriere architettoniche.
A dicembre il Comune aveva presentato la propria domanda di contributo e il 15 marzo l’ASL ha assegnato l’85% del contributo (il restante 15% sarà erogato a seguito della rendicontazione finale).

LA SCELTA “CONDIZIONATA” – Sono 13 i condizionatori portatili che il Comune di Poggio ha acquistato, in affidamento diretto e con due diverse determine entrambe firmate dal responsabile dei Lavori Pubblici, da una ditta di Empoli (definita “la ditta maggiormente fornita nella zona”). La spesa complessiva supera i 4.700 euro. I condizionatori sono stati collocati in vari uffici del Comune.
Alla stessa ditta è stato anche affidato, sempre dall’ing. Tamburini (qui l’atto) e sempre in affidamento diretto, il “servizio di verifica ordinaria degli impianti elettrici” in tutti gli immobili comunali (uffici, scuderie, museo, impianti sportivi, cimitero, sede PM).
Per questo servizio l’onere a carico del Comune supera i 21 mila euro, durando il contratto 42 mesi cioè fino al 31 dicembre 2028. Circa 506 euro ogni mese, per verificare in via ordinaria, se gli impianti elettrici funzionano o no.

BUONE NUOVE SU VIA PETRAIA – Ne aveva un grande bisogno, via Petraia, di una buona sistemazione ordinaria. E per 18.300 euro, in affidamento diretto, i lavori (pulizia bordo strada, scoli per acque meteoriche, rifacimento porzioni di asfalto) sono stati affidati (determina 363) a un’azienda di Carmignano. Buona notizia. Giusto darne atto.
POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini 12 luglio 2025 n. 114
