Mancano i soldi per la Caritas ma si devono trovare per gli avvocati. Mancano i resoconti sulla mostra Soffici costata 20 mila euro (successo o flop?) e sul Natale. Mancano le risposte sulla piazza, ma la vicenda arriva in Senato. Sulla Visitazione (finora spesi 71 mila euro) mancano dati e progetto. Al Poggio non mancano le mancanze. E poi c’è un’ultim’ora: il TAR ha dato torto al Comune sulla viabilità in via Vittorio. Palandri dovrà pagare tutte le spese. Ci torneremo sopra.

POGGIO E IL TAR: ALTRI 6 MILA EURO – Scrivono di non avere soldi (7 mila euro) per sostenere i volontari di “Effetà” (Caritas) impegnati con gli studenti in difficoltà,
Però sono costretti a spenderne, per ora, quasi 6 mila per difendersi in uno fra i ricorsi al TAR contro un loro atto (gli altri due ricorsi, per i quali il Comune già paga altri legali, riguardano sede PM e viabilità)
Sono gli amministratori di Poggio, incappati in un nuovo ricorso al TAR presentato da un’azienda poggese coinvolta, nel luglio 2023, in un incendio ai confini con Comeana. Fra i sindaci toscani, in proporzione, qui il record dei processi TAR.
L’ultimo ricorso riguarda una ordinanza “urgente” che Palandri adottò nel giugno 2024 (un anno dopo il fatto) per obbligare l’azienda ad alcuni adempimenti dopo l’incendio dell’anno prima che aveva sparso amianto.
Vedremo a chi il TAR darà ragione. E capiremo perché la precedente ordinanza (quella dell’agosto 2023) non produsse risultati al punto che, un anno dopo, il sindaco ne adottò un’altra. Vedremo.
Per il momento il Comune ha incaricato un avvocato pratese (Franco Bruno Campagni) di assisterlo al TAR. Per un importo che, al momento, sfiora i 6 mila euro.

CHE FIGURA LA MOSTRA SULLA “FIGURA”. UN FLOP? – Non è ancora stato reso noto il resoconto sulla mostra (“Figura per figura“) inaugurata lo scorso 30 novembre e rimasta aperta fino al 25 gennaio.
Una mostra (ingresso gratuito per i poggesi. Appena tre euro per tutti gli altri) voluta per il 60mo dalla morte del Soffici e costata al Comune sui 20.000 euro.
E’ buona e normale prassi, in ogni museo normale, una volta conclusa una sua mostra, rendere conto ai cittadini, in modo certificato, sui numeri dei visitatori. E, dunque, sul successo o meno.
Così come è normale mostrare una rassegna stampa che certifichi quanti e quali articoli sono usciti davvero al di là della pura cronaca paesana.

MOSTRA SULLA “FIGURA”: E IL RESOCONTO? – Nessuno, per ora, ha diffuso una cifra. E nessuno sa se è stato un grande successo, un successo, un “così e così“, un insuccesso oppure un flop.
Sarebbe utile averlo, questo resoconto, certificato e trasparente. Altrimenti si può davvero temere che quel denaro pubblico non abbia prodotto il risultato sperato. Basta mettere online la rassegna stampa e i numeri dei visitatori. Non ci vuole molto.

VISITAZIONE AL POGGIO: CHI L’HA VISTA? – Per l’operazione “Visitazione” (per aver portato al Poggio il capolavoro del Pontormo più altre tele minori), fino a oggi il Comune ha speso quasi 71 mila euro.
Magnificata come “la” soluzione per i problemi della comunità, esaltata come “il” non plus ultra, difesa perché al Poggio sarebbero subito arrivate torme di turisti, questa opera – un’icona assoluta dell’arte – giace in Villa da 5 mesi.
Per ora a mancare sono i dati sui visitatori. Non per le opere minori, certo non tali da spostare masse, ma soprattutto per l’opera maggiore.
In un periodo ancora morto (ma nel mezzo c’è stato il Natale), nessuno conosce le cifre. I visitatori dentro la Villa, attirati dall’opera del Pontormo, da ottobre a oggi sono aumentati o no?
E se, come scontato, sono aumentati (ci mancherebbe altro) di quanto lo sono? Boh!
Un tentativo di sparare cifre ci fu. A dicembre. Quando venne scritto che, a novembre, i visitatori nella Villa erano “quasi raddoppiati“. Venne data una percentuale di incremento (+187%) che, piccolo dettaglio, fa a botte con l’aritmetica.

VISITAZIONE: CREDIBILITA’ IN GIOCO – Passata l’estate vedremo se la Visitazione avrà portato aumenti consistenti di visitatori nella Villa (nel 2023 gli ingressi furono 45.358 e sono dati veri).
Per il momento la cosa più importante (il reperimento di soldi per restaurare la chiesa di Carmignano) è ferma ai 500 mila euro fatti inserire da Regione Toscana nel suo bilancio. Entro la fine anno si attendeva la cifra promessa dal Ministero. Ma nulla è emerso. Il sospetto è che tutto sia ancora in alto mare.
Vedremo. Ma su questa partita si giocherà la credibilità di un Comune che convinse Diocesi e Soprintendenza a portare al Poggio il capolavoro togliendolo a un Comune (Prato) certo più strutturato ed esperto.
Su questa partita si giocherà soprattutto la credibilità della vicesindaca. Per ora tutto tace. Neppure un cartello o uno striscione che, da fuori, indichi la Visitazione.
Nessuno, per adesso, ha mai visto un progetto adeguato (complesso e, se fatto bene, molto costoso. Chi lo pagherebbe? Il Comune?) per promuovere l’operazione. Nessuna azione di marketing culturale è stata iniziata.
E il rischio è che tutto si risolva in un bluff. Speriamo di no. Facciamo il tifo perché i visitatori siano tanti.

NATALE 2024/25: E IL RESOCONTO? – Nessun resoconto neppure sui soldi spesi per il Natale (compreso un circo che c’era stato molto prima del Natale e una sfilata che c’è stata molto dopo).
Tutte attività magnificate sulle cronache locali. Ma nessuno ha ancora avuto riscontri sul loro esito. Hanno portato gente da fuori? Hanno aiutato i commercianti? Hanno lanciato Poggio oltre il cliché da fiera paesana?
Il Comune ha delegato la proloco (presieduta dal consigliere comunale, capogruppo di maggioranza e delegato dal sindaco sugli eventi paesani). Ma il Comune ci ha messo una cifra (almeno 17 mila euro, di cui 10 mila direttamente assegnati alla proloco presieduta dal consigliere comunale).
Il resoconto pubblico non dovrebbe essere un obbligo?

NATALE 2024/25: E LA PISTA DI PATTINAGGIO? – In particolare nessuno sa nulla, neppure quest’anno, almeno finora, sulla pista di pattinaggio. E’ stata affidata a un privato che, logicamente, per usarla ha fatto pagare.
Restano da chiarire, anche quest’anno, alcuni “dettagli“: quanti soldi ci ha messo il Comune, i rapporti Comune/Pro Loco/gestore, i costi/ricavi dell’impianto, chi ha pagato le forniture di acqua ed energia per farlo funzionare.
E poi quanto il privato ha pagato al Comune (se ha pagato) per il lungo periodo di occupazione del suolo pubblico? Quando saranno diffusi i dati completi?

PIAZZA: E QUEL PORTALE? – Con la variante di Palandri (che riapre al traffico, in modo continuo, via Pratese: strada che con il progetto Puggelli sarebbe stata aperta solo per eventi straordinari), sta emergendo un altro problema.
Tutto, con la variante, è in regola con il Codice Strada? Sono diversi a chiederlo, con riferimento a uno dei portali in corten: quell’insieme di strutture che, nel progetto originario, erano inserite con la funzione di “cannocchiale” verso le Scuderie mentre, con la variante, adesso hanno del tutto perso il significato originario.
Uno di questi portali – quello che con il progetto originario sarebbe rimasto dentro la piazza ma che ora finirà a pochi cm dal traffico automobilistico. Come le foto dimostrano – è, appunto al centro della non lieve domanda.
Tra questo portale e una via Pratese sempre aperta al traffico, la coabitazione sarà possibile? Rispettosa delle norme? Chi è chiamato ad assicurare sulla regolarità? La PM? Lo ha già fatto? Lo farà?

PIAZZA: DOMANDE INEVASE – Fra le domande di Noi in piazza rimaste senza risposta, o con una risposta evasiva, balzano le ultime due: relative ai rapporti con la ditta.
Trattasi di azienda seria. E di lavoro pubblico importante, avviato con tutte le carte in regola. Ma l’azienda ha dovuto bloccarsi, e poi riprendere a sbalzi, per colpa di una diversa scelta politica.
In queste condizioni è facile ipotizzare la difficoltà in cui può essersi venuta a trovare. Vicende simili possono portare perfino a strascichi giudiziari. Al Poggio non sembra essere accaduto nulla di simile.

PIAZZA: FRASE CRIPTICA – Ha fatto sobbalzare una determina (29 pagine). Approva la variante Palandri. Al punto 12 di pagina 29, quasi alla fine, reca una frase che qualcuno giudica criptica.
Le somme a disposizione del Comune in seguito alla variante – è scritto – “non daranno luogo a una immediata riduzione dell’impegno assunto a favore dell’impresa … preferendo procedere al recupero delle medesime in fase di chiusura dei lavori, quando sarà stato verificato che dette economie non siano meglio utilizzabili per l’esecuzione di altri e diversi lavori, anche complementari, non preventivati o previsti dal progetto approvato”.
Messo nero su bianco in un atto ufficiale, cosa significa? Per adesso nessuna risposta precisa.

PIAZZA: REGOLARE RIAPRIRNE UNA PARTE? – Inevasa anche un’altra domanda: quella che chiede perché una “porzione di piazza” è stata da due mesi riaperta nonostante il cantiere sia ancora attivo.
Grazie a una determina (la numero 47 del 28 gennaio 2025) sappiamo che lo scorso 2 dicembre, presso la sede del Comune, si tenne “una riunione di coordinamento” fra sindaco Palandri, assessore Mastropieri e tre tecnici (il responsabile tecnico del Comune, un rappresentante della ditta e il direttore lavori).
Queste cinque persone – pagina 11 – concordarono che l’impresa appaltatrice dovesse “provvedere in tempi strettissimi alla riapertura al pubblico della porzione di piazza già completata, in modo da rendere nuovamente disponibile una porzione dello spazio urbano alla popolazione per la vigilia di Natale, previo collocazione di barriere di delimitazione degli spazi ancora assoggettati a cantiere”.
Politici e tecnici si accordarono per quella singolare apertura pre natalizia decisa a cantiere attivo.

PIAZZA: CHI E’ RESPONSABILE? – Resta oscuro, non chiarito, il motivo di questa apertura. Perché, infatti, far finta di “rendere nuovamente disponibile” una porzione di piazza ancora da terminare? E perché farlo alla “vigilia di Natale”?
Perché questa parte di piazza è diventata un parcheggio abusivo davanti alla PM? Ma, soprattutto, una “riapertura al pubblico” è regolare? Si può aprire al pubblico una parte di cantiere quando il cantiere è ancora attivo e i lavori, anche nella parte “riaperta al pubblico”, non sono finiti?
Possibile che nessuno risponda? Chi si assume, nel caso ce ne fosse bisogno, la responsabilità? Il sindaco? L’assessore? Uno dei tre tecnici? Tutti e tre? Tutti e cinque?

PIAZZA: LO SCARICABARILE – Ad aver colpito, nella replica del sindaco, anche una frase rivolta a Noi in piazza. Quel Comitato è stato accusato di aver fatto l’esposto non alla giunta ma (sic) all’ufficio tecnico. In molti hanno visto, in questa battuta, un sostanziale scaricamento del “barile” sui tecnici da parte del primo cittadino.
Quasi come se dietro alle determine tecniche dei dipendenti non ci fosse una chiara volontà politica degli amministratori. Quasi come se il sindaco volesse allontanare da sé ogni tipo di eventuali responsabilità nella vicenda.
Se così fosse, ciò potrebbe forse spiegare quella che, al Poggio, è stata chiamata “la grande fuga”: il fatto che siano molti, in neppure due anni, i dirigenti usciti dal Comune del Poggio per andarsene altrove.

PIAZZA: UN CASO NAZIONALE – La variante Palandri è diventata caso nazionale.Tre senatori toscani pd (primo firmatario Dario Parrini) hanno interrogato il ministro Alessandro Giuli.
Chiedono di sapere “quali iniziative intenda adottare per ristabilire la correttezza e la legittimità delle procedure messe in atto dal Comune di Poggio a Caiano nel portare avanti i lavori previsti dalla variante approvata dall’attuale amministrazione, a fronte del parere negativo della Soprintendenza competente”.
Una interpellanza difficile da minimizzare (la deputata – Forza Italia – ci ha provato, ma in modo non convincente sul piano giuridico).

PIAZZA: LA PAROLA AL MINISTRO – Questo atto, che ha colto di sorpresa la maggioranza, arriva dopo una recente polemica nazionale, dentro il centrodestra, fra i ministri Salvini e Giuli.
Il primo voleva far presentare un emendamento contro le Soprintendenze sostenendo che i Comuni avrebbero, potuto fregarsene dei pareri negativi delle Soprintendenze. Ma Giuli ha fatto ritirare l’emendamento leghista.
La vicenda poggese (poi non piccola perché riferita ai luoghi di Lorenzo il Magnifico) può rimandare anche a quello scontro. Sarà interessante vedere cosa Giuli risponderà.
Vinceranno le ragioni della politica (e, dunque, anche il ministro minimizzerà la vicenda poggese) oppure assisteremo a un sussulto di dignità istituzionale? Vedremo. A occhio è più facile la prima.
POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini, n. 89 del 27 febbraio 2025
