Succedono cose strane in paese. Al sindaco, che continua a fare nomine ignorando una sua delibera che obbligherebbe alla trasparenza, parlare di fascismo sembra una (sic) “utopia”. Non si capisce dove andranno acque reflue né perché il Comune ha rinunciato a difendersi in Corte Conti su una vicenda ridimensionata ma utile per una polemica politica. Il mistero su uno stop imposto alla Misericordia per alcuni lavori e su un altro affidamento “elettrico”. Un’altra assunzione nello staff di un sindaco che di aiuto ne ha davvero tanto, ma tanto, bisogno. (mb)

LO STAFF DEL SINDACO – Ancora una assunzione, stavolta part time, nello staff del sindaco. Qui l’atto. Dal 2023 Palandri ha già assunto – di sua fiducia, a tempo pieno, fino al 2028 e pagato dai cittadini – un giornalista: un bravo collega pratese chiamato a diffondere il verbo di sindaco e giunta.
Adesso Palandri, per la sua segreteria, ha assunto una ragazza. Legittimo: ogni sindaco, entro certi limiti, anche in un Comune piccolo, può assumere persone a suo servizio. Può farlo senza concorso. A pagare è, in ogni caso, il bilancio del Comune.
A far riflettere non è questo, ma il ricordo delle dure critiche che accompagnarono – in campagna elettorale – il sindaco precedente accusato, con assunzioni simili, di aver “sperperato” soldi pubblici. Sarebbe adesso interessante conoscere, dalle stesse persone allora piene di livore contro Puggelli, cosa pensano delle scelte – uguali – fatte da Palandri.
Oltretutto c’è una differenza: sull’articolo 90 del TUEL, il sindaco Puggelli – pure lui in modo regolare – aveva assunto due persone al 50% (pari, dunque, a una sola unità di personale) mentre il sindaco Palandri ne ha assunte finora due di cui una sola al 50% e l’altra al 100%. Cambiare davvero? Su questo: mica tanto …

UNA NOMINA NON TRASPARENTE – A un anno dalle dimissioni del rappresentante precedente (un politico pratese costretto alle dimissioni dopo una condanna, in primo grado, dal Tribunale di Prato), ora il sindaco ha riempito un vuoto che aveva imbarazzato il Comune.
Con suo decreto (qui l’atto) Palandri ha nominato l’assessora Patrizia Cataldi nel cda di CRIDA, fondazione che si occupa di riabilitazione.
Per un anno il Comune non è stato rappresentato in quel cda. Ora il buco è stato tappato. Palandri ha scelto non fra esperti ma in via politica. E anche stavolta si è “scordato” una delibera da lui stesso fatta approvare in Consiglio.
E’ una delibera che obbliga l’amministrazione, dovendo nominare suoi rappresentanti, a una procedura pubblica (dare pubblicità al posto scoperto, fare una sorta di bando pubblico, dare a qualunque cittadino la possibilità di presentare il suo curriculum, istituire un “Albo”, dare al sindaco la possibilità di scegliere fra diversi curricula e non solo su uno).
Palandri ha di nuovo preferito ignorare quella delibera. In altri Comuni, con la destra all’opposizione, ciò avrebbe creato polemica. Al Poggio no. Ma davvero, almeno sotto il profilo della trasparenza, tutto è così normale?

LO STOP MISERICORDIOSO – Ordinanza particolare (qui l’atto) quella emessa dall’Ufficio Tecnico. Riguarda alcuni lavori interni nella sede della Misericordia poggese: lavori già iniziati e già quasi del tutto completati. Sono però stati bloccati. E la PM ha ricevuto l’incarico di verificare la reale osservanza di tale blocco.
Proprietario, progettista e impresa hanno ricevuto l’ordine di “cessare immediatamente” i lavori e di “ripristinare” la situazione precedente. Su quei lavori, così si legge nell’ordinanza, mancava infatti la deroga richiesta all’ASL. Cosa diavolo sarà mai successo nel rapporto, molto stretto, fra destra al governo e Misericordia poggese?

ACQUE SPORCHE: CHI LE DEPURA? – Dove andranno quei reflui, da depurare, che per due anni non potranno essere immessi nella fognatura pubblica per essere depurati a Seano? Nella sua determina (qui l’atto) il dirigente comunale non dà una risposta. Scrive solo che quelle acque sporche non potranno essere immesse nella fognatura.
La vicenda riguarda l’impianto di distribuzione carburanti Q8 del Poggetto. Nel giugno 2024 “Kuwait Petroleum Italia spa” presentò al Comune un progetto di bonifica su cui il Comune, a novembre, convocò una Conferenza Servizi.
A dicembre saltò fuori che “per un mero errore” alla Conferenza non era stato invitato proprio chi ha competenza nelle acque: Publiacqua spa. Nel marzo 2025 sono stati riaperti i termini per acquisire il parere mancante. Ma Publiacqua ha fornito, e riconfermato, un parere negativo.

ACQUE SPORCHE: E ORA? – L’impianto di depurazione di Seano – precisa Publiacqua – “non è in grado di accettare ulteriori volumi in ingresso”. Ciò sarà possibile solo fra “circa due anni”, quando l’impianto sarà “raddoppiato”.
Il Comune ha dato comunque il via libera alla “conclusione positiva” della Conferenza. Ha prescritto che l’intervento di bonifica al Poggetto “NON dovrà prevedere nessuna immissione all’interno della fognatura fino alla conclusione dei lavori presso l’impianto di Seano, alla luce del parere espresso da Publiacqua spa”.
La determina non indica chi dovrà controllare tale prescrizione né dove finiranno gli eventuali reflui dall’impianto Q8 del Poggetto.
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UNA FIAT LUX DA 21 MILA EURO – 500 euro ogni mese per 42 mesi (dal luglio 2025 al dicembre 2028 per circa 21 mila euro), a una ditta di Empoli per un servizio di “verifica ordinaria degli impianti elettrici” in tutti gli edifici comunali (Comune, Scuderie, museo Soffici, scuole, palestre, sede polizia municipale).
Lo prevede, in affidamento diretto, una determina (qui l’atto) del dirigente ai lavori pubblici. La ditta è la stessa a cui lo stesso si è rivolto per acquistare 7 condizionatori d’aria essendo quella, ha scritto, “la ditta maggiormente fornita della zona in grado di rispondere tempestivamente alle esigenze dell’ente”.
Non è chiaro cosa si intenda per “verifica ordinaria degli impianti elettrici”. In ogni caso ogni mese, per questo, il Comune spende 500 euro.

PAROLA DI SINDACO – “Parlare ancora oggi di fascismo mi sembra un’utopia … Sono contrario a tutti gli idealismi”. Così, nella solennità dell’aula consiliare, il sindaco Palandri intervenendo su una proposta dell’opposizione per inserire nello statuto comunale un richiamo all’antifascismo, alla Resistenza e alla Costituzione.
Non è la prima volta che capita di ascoltare, in aula, stramberie comunicative del genere.
In ogni caso, nel merito di una questione peraltro molto significativa, la maggioranza di destra ha bocciato l’odg presentato dalla consigliera Vettori. A favore solo il gruppo di opposizione. Astenuto il consigliere Campanelli.

CORTE CONTI: VICENDA SGONFIATA? – E alla fine la questione, che tanta polemica aveva sollevato, si è risolta in modo assai meno pesante rispetto a quanto inizialmente si poteva pensare. Ridimensionata, se non sgonfiata.
Il Consiglio Comunale (qui l’atto) ha adottato le “misure correttive” chieste dalla Corte dei Conti dopo la contestazione, sui bilanci 2020 e 2021, fatta dalla stessa corte (qui l’atto), nei confronti del Comune di Poggio.
Sono stati rideterminati gli avanzi di amministrazione nei cinque bilanci (dal 2020 al 2024) e il disavanzo alla fine accertato è indicato in circa 72 mila euro: un disavanzo che dovrà essere ripianato con gli strumenti ordinari.
Una cifra importante, certo: ma non tale da creare grossi problemi. Una cifra che conferma come i bilanci del Comune di Poggio, sani, abbiano la sufficiente capienza per ammortizzare la cifra chiesta dalla Corte.
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CORTE CONTI: VICENDA COMPLESSA – Trattasi di vicenda non politica ma ragionieristica, contabile, molto tecnica e molto complicata (sfido chiunque, che non sia un esperto contabile, a capirci qualcosa nelle 23 pagine della Corte).
La contestazione della Corte era sugli anni 2020 e 2021 (anni – non va scordato – in cui molte regole erano saltate o condizionate a causa del COVID). In ballo 260 mila euro che un magistrato della Corte – purtroppo senza che il sindaco abbia difeso il suo Comune – aveva contestato e su cui aveva chiesto “misure correttive”.
Il rifiuto del “nuovo” sindaco a presentarsi, ha convinto gli altri sei magistrato della Corte che il Comune aveva torto.

CORTE CONTI: VICENDA ORDINARIA – Nulla di strano in quel controllo – ha sostenuto l’ex sindaco Puggelli nell’ultimo suo intervento come consigliere comunale – perché da sempre, e per tutti i Comuni di qualunque colore, la Corte esercita il suo ruolo ordinario rispetto a bilanci che, non va scordato, erano stati comunque approvati dal Revisore.
Ogni Comune normale – ha aggiunto Puggelli – in presenza di rilievi contabili esercita il suo diritto/dovere di difesa: e si presenta alla Corte esibendo memorie difensive, facendo valere le sue ragioni e in molti casi riuscendo a far calare l’importo della sanzione.
Qui, addirittura, lo stesso Puggelli – così ha dichiarato lui stesso – sarebbe stato disponibile, se coinvolto, ad aiutare la giunta Palandri nel confronto con la Corte in modo da spiegare i motivi di quelle scelte oggi contestate.
Scelte che furono fatte in base a interpretazioni, diverse da quelle della Corte, che la stessa Corte aveva chiesto di capire meglio.
Ma nessuno lo ha coinvolto. Come nessuno ha coinvolto la ex dirigente al Bilancio. Pure lei, sul bilancio da lei firmato, sarebbe certo stata disponibile a fornire tutte le spiegazioni.
Ma Palandri non ha fatto ciò che ogni sindaco avrebbe fatto: farsi aiutare da chi c’era prima e spiegare alla Corte i motivi per cui le lamentate “irregolarità” o non esistevano o avevano comunque spiegazioni tecniche.

CORTE CONTI: VICENDA STUPEFACENTE – Palandri, senza fiatare, ha accettato la tesi dell’accusa: riuscendo a stupire perfino la stessa Corte. Più volte infatti, nella delibera, la Corte evidenzia, stupita, che dal Comune “non sono stati forniti elementi aggiuntivi né controdeduzioni utili a una rivalutazione dei dati e dei risultati emersi dall’analisi del Magistrato istruttore“.
“Non ha trasmesso – scrive una Corte stupefatta riferendosi al Comune – memorie di contraddittorio o documentazione integrativa … non ha fornito nessun ulteriore elemento nella fase del contraddittorio … l’istruttoria non ha permesso di comprendere, a pieno, la modalità di calcolo seguita … l’ente non ha chiesto di partecipare all’adunanza del 27 marzo 2025” (quella in cui si sarebbe deciso il provvedimento).
Palandri si è comportato come un imputato sprovveduto che, in un’aula di tribunale, rinunci a farsi difendere dalle accuse contro di lui e accetti in toto la decisione del giudice (peraltro condizionato anche dallo sgarbo di una assai irrituale assenza dell’imputato e del suo difensore al momento del giudizio).
Difficile trovare un altro Comune, di qualunque colore, che si comporta così: per il puro gusto, masochistico, di accusare l’avversario politico. Al Poggio è invece capitato.

CORTE CONTI: VICENDA STRUMENTALIZZATA – La spiegazione di questa mancata difesa è solo politica. La destra poggese (molto dura la vicesindaca Bresci) ha infatti colto l’occasione, fregandosene del bene comune, per un nuovo scaricabarile polemico. Il gioco più praticato da Palandri e soci (“La colpa è del Puggelli”)
Non è certo detto che la Corte – che ha condannato l’assessore Leonardo Mastropieri per fatti riguardanti una sua precedente attività professionale – avrebbe dato ragione alla difesa comunale (se difesa ci fosse stata) e avrebbe tolto, o diminuito, la cifra contestata. Avrebbe anche potuto confermare la sua impostazione.
Ma – ecco il punto – avrebbe anche potuto farsi convincere dalle ragioni tecniche portate a difesa: specie se a portarle, e a difendere le ragioni del Comune, fossero stati, insieme, due sindaci di colore politico opposto.
Accade in tanti Comuni, nella normale dialettica con la Corte Conti. Ma al Poggio non è accaduto. Purtroppo. Si è preferito usare la vicenda per scaricare, anche sui social, ingiuste tonnellate di livore su chi c’era prima.
Ancora una volta sulla ragione della istituzione (che appartiene a tutti, non solo a chi ha vinto le ultime elezioni) ha prevalso la ragione della politica. Ma una politica, purtroppo, con la “p” minuscola. Molto minuscola.
POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini 12 luglio 2025 n. 113
