Qui è vietato entrare con mezzi pesanti. Qui tanti dipendenti se ne vanno. Qui una semplice assemblea sulla viabilità crea problemi. Qui si finisce per aver paura di una Politica che, nella diversità di opinioni, dovrebbe essere capace di far uscire, tutti insieme, dai problemi comuni. (mb)
POGGIO PONTI: STOP AI PESANTI – A voler rispettare i cartelli messi sui tre ponti d’ingresso, a Poggio i mezzi pesanti (over 26 t.) entrare proprio non possono. Ma ci sono forti limiti, su due dei tre ponti, anche per molto meno. Una situazione singolare, forse unica.
Per entrare da Ponte all’Asse (il ponte nella strada regionale che unisce Firenze con Pistoia) il limite tassativo è infatti 3,5 tonnellate. Idem per entrare da Ponte al Molino (quello sulla provinciale che unisce Poggio con Prato) .
Ciò significa che da questi due trafficatissimi ponti non si può né entrare né uscire con un mezzo over 35 quintali.
Oltre alle automobili, possono dunque passare solo i mezzi molto leggeri. Camioncini o poco più.
Cosa diversa per il terzo ponte (Furba): quello, sempre sulla regionale che da Firenze porta a Pistoia … Trafficatissimo.
E’ stato scritto che da lì ogni giorno passano almeno 13 mila veicoli: una media oraria, notte compresa, di 542 mezzi. Senza le ore notturne un traffico infernale. In pratica: ininterrotto.
Sul quel ponte, al Poggetto, la Provincia ha messo un limite più alto rispetto agli altri due ponti ma che sempre esclude i mezzi pesanti: qui, infatti, a determinate condizioni, si può passare con mezzi fino a 26 t.

POGGIO PONTI: UN INTELLIGENTE SULLA FURBA – La questione era finita sui giornali un anno fa. Il ponte sulla Furba venne definito “a rischio” per via di “problemi strutturali” che obbligano a un veloce risanamento. Su questo non si può scherzare.
In attesa di questo obbligo, lo scorso settembre la Provincia emise una ordinanza per vietare, lì, il transito ai mezzi con pieno carico superiore alle 26 t.
Per la precisione: su quel ponte il traffico è liberamente consentito, a doppio senso, solo per i “mezzi leggeri” (fino a 7,5 t.).
Ma già per i “mezzi intermedi” (dunque quelli fra le 7,5 e le 26 tonnellate) il transito è consentito solo “su un’unica corsia centrale a senso unico alternato regolato da impianto semaforico”.
I “mezzi pesanti” (quelli sopra le 26 t.) non possono proprio passare.

POGGIO PONTI: UN CASO UNICO – Questa è, dunque, la situazione poggese per il traffico sui tre ponti. Limiti fortissimi. Situazione bizzarra. Caso unico. Tutti fanno finta di nulla, ma la situazione è questa.
Sono limiti, obbligatori dopo il crollo del “Morandi” a Genova, che derivano dalla necessità di garantire sicurezza a causa della vetustà di queste strutture (una sola – Ponte al Molino – è già stata restaurata e può sostenere le 3,5 t).
In poche parole: il traffico pesante dentro Poggio è vietato. Altrove la cosa avrebbe creato dibattito. Qui no.
Ma allora i tanti (spesso enormi) mezzi, a occhio over 26 tonnellate, che vediamo tranquillamente circolare per Poggio? Tutti fuori regola?
Per non parlare di chi, avendo attività produttive bisognose di usare mezzi molto più pesanti delle 3,5 o delle 26 t. ammesse: questi come fanno? Quei divieti provocano loro un danno d’impresa? Che prospettive, per loro?

POGGIO PONTI: MA CHI CONTROLLA? – Siamo davanti a cartelli messi alla carlona, sperando che nulla di grave accada? Cartelli destinati a non essere rispettati perché impossibili da rispettare?
Oppure qualcuno (esempio la PM di Poggio) quei limiti di peso, e di traffico, li prende sul serio e li controlla? In questo caso: quanti controlli, in un anno, sono stati fatti? Quante multe sono state comminate?
Com’è davvero la situazione? Che tempi ci sono per effettuare i necessari lavori di adeguamento alle norme di sicurezza? Perché tutti zitti? Il manovratore non va disturbato?
Come il Comune si è mosso, e si sta muovendo, nei confronti dei due enti gestori (Provincia di Prato per il ponte sulla Furba e Città Metropolitana per il ponte all’Asse) in modo di avere tempi precisi su tali lavori? E quanto tempo possono reggere quei ponti se non si effettuano quei lavori?

COMUNE: FUGA CONTINUA – La maggioranza minimizza, ma il fuggi fuggi di dipendenti, in atto da quando è partita la giunta Palandri e certo non riscontrabile altrove, è un campanello d’allarme.
A marzo se ne sono andati altri due, fra cui – uscita pesante – la responsabile della ragioneria.
Perché questa fuga? Perché scappare da un Comune dove ci sarebbero le caratteristiche per lavorare bene? Non servirebbe una seria riflessione davanti a ciò (e non pare proprio gossip) che comunque trapela all’esterno sulla situazione interna?
Che la macchina del Comune sia in difficoltà, lo prova una determina.
In attesa di trovare un nuovo responsabile, la Giunta è stata costretta a un incarico esterno per aiutare “l’attività quotidiana” dell’ufficio. Altri 4.900 euro, spesi per due mesi di “consulenza esterna“.

VIABILITA’: ASSEMBLEA NEGATA – “Il problema di Palermo? Il … ttttraffico“. Vecchia battuta benignana (Jonny Stecchino, 1971) che bene si presta non per il capoluogo palermitano ma per quello mediceo.
Lo confermano anche le ultime vicende poggesi (peraltro qui ne capitano, di singolari, a bizzeffe. Sembra davvero che il Poggio faccia buca).
E lo conferma l’assemblea prevista per questo mercoledì 26 marzo. La storia, almeno qui in paese, è nota. Ma forse è utile ricordarla, anche per chi legge da altrove.
I cittadini – che sulla decisione del Comune di rimettere a doppio senso via Vittorio Emanuele avevano, contrari, presentato un ricorso al TAR Toscana – come noto hanno vinto.
E avrebbero subito voluto, tramite il loro legale, illustrare a tutti la sentenza. Per questo avevano chiesto, al circolo parrocchiale MCL Ambra, la possibilità di ospitare l’incontro nel grande spazio del cinema/teatro.

VIABILITA’: ASSEMBLEA POLITICA? – Un incontro civico e certo apolitico (se con questo arcaico concetto si intende “sottratto da connotazioni partitiche”). Ma un incontro anche politico, nell’accezione più alta del termine: occuparsi dei problemi comuni, coinvolgere i cittadini in cose che li riguardano, aiutare la comunità nel capire.
Uno spazio, l’Ambra, a suo tempo costruito, da un parroco coraggioso e da tanti parrocchiani che, anche nel nome della dottrina sociale della Chiesa, volevano dare alla loro comunità uno spazio comune. Dove trovarsi non solo per mangiare.
Totalmente d’accordo il circolo MCL. Ai cittadini aveva deciso di concedere la sala. Addirittura gratis.
L’assemblea era dunque prevista per il dopo cena di martedì 18 marzo. E gli organizzatori la stavano pubblicizzando. E c’era attesa.
Ma deve essere successo qualcosa di molto grave: neppure 24 ore prima dell’assemblea (nella serata di lunedì 17 marzo) lo stesso circolo MCL comunicò, via social, di non essere più disponibile a concedere la sala. Evento “annullato”.
Il motivo? Lo spiegò un comunicato del circolo. Con queste precise e meditate parole. “Si sta verificando una polemica politica dalla quale il Circolo Ambra prende le distanze essendo un Circolo Parrocchiale APOLITICO” (maiuscolo nell’originale).

VIABILITA’: ASSEMBLEA CONCESSA – Diverse le scuole di pensiero sui motivi veri di questo, improvviso e inaspettato, stop che oggettivamente ha impedito, a un gruppo di cittadini, di svolgere una pacifica assemblea di carattere civico.
Gli organizzatori, rimasti male per questo dietrofront inaspettato, non si sono dati per vinti.
Hanno cercato un altro spazio. E l’hanno trovato. L’assemblea si svolgerà questo mercoledì 26 marzo (ore 21:15) nei locali del ristorante “Il Falcone” proprio in via Vittorio Emanuele.

VIABILITA’: USCIRNE DA SOLI, USCIRNE INSIEME – Sarà l’avvocato Jacopo Michi a illustrare la sentenza che ha dato ragione ai cittadini e torto al Comune. Sentenza che il Comune, se lo vorrà, potrà impugnare davanti al Consiglio di Stato. Vedremo se ciò accadrà. Vedremo come sarà sciolta la matassa.
Per il momento c’è molta attesa, fra tanti poggesi che osservano gli accadimenti nel loro paese, per saperne di più su quella sentenza.
Ma anche su ciò che sta accadendo in una comunità che qualcuno, con scopi di bassa politica, tenta di dividere mentre non mancherebbero occasioni e problemi per uscirne, come diceva don Milani, “tutti insieme“. Perché la Politica, quella con la consonante iniziale maiuscola, a questo dovrebbe servire.
E perché – diceva don Lorenzo Milani in Lettera a una professoressa, capolavoro educativo e politico che tutti, specie nel mondo cattolico e specie nel post Settimana Sociale di Trieste, dovrebbero conoscere – “ho insegnato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la Politica. Sortirne da soli è l’avarizia.
POGGIO E BUCA di Mauro Banchini n. 93 del 24 marzo 2025
