Magari se a essere strano fosse chi scrive: punti di vista – basati su fatti – che non pretendono di essere “verità rivelata” ma che possono servire per conoscere e controllare come il potere viene, localmente, esercitato. A essere strano, purtroppo, è ciò che qui accade: dimostrazione di cosa può capitare quando gli elettori votano di pancia o non votano. In questa puntata qualche esempio di cocci rotti e di pasticci scadenti. Su tre ponti, nove stalli, due memorie, una piazza, un tendone. E un parco. (mb)

“FRATELLI” SUL PONTE – Per un anno e mezzo la destra di FDI poggese è stata muta come un pesce. Pur avendo il quintuplo in più dei voti rispetto all’altra destra (Lega Salvini), i meloniani non hanno fatto “pio”. Idem i cosiddetti centristi.
Hanno accettato un ruolo di portatori d’acqua. Gregari. Hanno obbedito al protagonismo leghista. Dal recente congresso mediceo di FDI, le cose sono cambiate. E quel partito, complice anche la vicinanza delle elezioni regionali, ha assunto un ruolo di maggiore rilievo.
Le ultime riprove sono legate alla viabilità. In particolare quella sul ponte Molino. L’attivismo dei FDI, poggesi e pratesi, nel far credere che quel ponte sarà subito riaperto a doppio senso perché Provincia e Comune di Prato sarebbero d’accordo, ha conquistato la cronaca.
C’è però da capire se le cose stanno così. E se davvero il Comune del Poggio ha fornito alla Provincia tutta la complessa documentazione tecnica necessaria a sbloccare una vicenda che riguarda, fra l’altro, anche l’inquinamento e la salute pubblica. Vedremo.

PIAZZA: A QUANDO LA FINE? – Per arrivare alla data promessa dal sindaco, come fine lavori per la piazza XX Settembre (30 aprile 2025), mancano solo una decina di giorni lavorativi. Sarà necessaria una nuova proroga.
Era una promessa fatta tanto per fare. Buona per la propaganda.
Se i lavori non fossero stati fermati (per una ripicca politica: peraltro nel programma del candidato Palandri nulla c’era su questa piazza), sarebbero terminati entro il Natale 2023. E la piazza sarebbe entrata – da un pezzo – non nel Guiness dei ritardi ma nel novero delle cose fatte.
A complicare ci si è ora messa anche la sentenza TAR sulla viabilità. Chi avrà il coraggio, con una sentenza così netta, di proseguire come se nulla fosse?
In ogni caso è di pochi giorni fa una determina comunale che, sulla piazza, approva il terzo SAL (Stato Avanzamento Lavori) per un importo di 40 mila euro.
Soldi che la ditta adesso potrà incassare. E dunque, forse, i lavori potranno di nuovo proseguire. Lavori che al 19 marzo scorso (la data dello sblocco dei 40 mila euro) non hanno ancora raggiunto il 58% delle opere realizzate.

DUE PONTI GUASTI: MA I LAVORI? – Se due ponti così trafficati (ponte alla Furba verso Pistoia e ponte all’Asse verso Firenze) sono “guasti”, se hanno bisogno di lavori, se possono essere perfino pericolosi, se non possono sopportare carichi pesanti al punto che ci hanno posto sopra forti limiti (che tutti ignorano, ma questo è un altro discorso), se tutti da mesi conoscono l’esistenza del problema … la domanda è elementare.
Che aspettano gli enti competenti a trovare i soldi, a fare i progetti, a iniziare i lavori per ripristinare la piena sicurezza su quei ponti?
Singolare che, al Poggio, tutto su questo taccia. Eppure è questo che dovrebbe interessare al bene comune. In primo luogo a chi ha la gestione delle due strutture ammalorate: Provincia di Prato e Città Metropolitana di Firenze.
Ma dovrebbe interessare molto anche al Comune che più, per territorio, è interessato: Poggio. Cosa fanno sindaco e assessore per premere sulla soluzione del problema?
Ma dovrebbe riguardare i poggesi, i titolari di imprese locali, chiunque ogni giorno passa su questi ponti (che, toccando ferro, non succederà mai nulla ma allora perché dichiararli ammalorati?).
Nulla invece, su questo, viene discusso in pubblico. Tutto pare tacere. Tanto normale non è.

BARGO: CHIUSO PER QUANTO? – Fino a quando resterà chiuso il Bargo? E a due anni dalle elezioni cosa è stato fatto e cosa è in programma per mantenere le promesse pre-elettorali (sicurezza, viabilità, sottobosco, riqualificazione)?
La realtà è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. Una realtà che parla di degrado, abbandono. A metà marzo il parco è stato chiuso. A tempo indeterminato: “fino al completo ripristino delle condizioni di sicurezza”.
L’opposizione di oggi non manca di criticare chi, opposizione di ieri, faceva tutto facile mente oggi non sa che pesci prendere.
In primis sarebbe necessario lavorare per acquisire quel parco, oggi demaniale, a patrimonio del Comune. Palandri candidato non aveva detto, su questo, nulla mentre Puggelli candidato si era impegnato a farlo.
E si era impegnato, Puggelli, a trovare i soldi anche per restaurare gli edifici (in uno erano stati presi accordi per metterci i Carabinieri. Un altro doveva diventare “casa delle associazioni”).
Ma la bicicletta di sindaco adesso, e da due anni, ce l’ha Palandri. E’ lui che deve “pedalare”.
Qui il problema: in due anni, per ammissione dell’assessore, poco si è mosso. Solo … una videoconferenza con il Demanio. In effetti poco.

FOIBE: DUE MEMORIE DUE – Supera i 10 mila euro il costo del monumento alle foibe che la giunta Palandri ha voluto realizzare in vista del Giorno Ricordo 2025: per non perdere – ed è giusto – la “memoria” delle vittime italiane delle foibe, dell’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre nella seconda guerra mondiale e subito dopo.
Ai 9.500 euro già spesi per il basamento e per il monumento si sono da poco aggiunti altri 854 euro per metterci paletti e catene in acciaio.
Ma qui c’è un aspetto singolare. La giunta precedente aveva, infatti, già realizzato una “memoria” sulle foibe. Nel novembre 2020 era stata approvata una mozione dell’allora consigliera Lanzillotto (FDI) per “trovare uno spazio verde da dedicare ai martiri delle Foibe”.
Nel marzo 2022, con una spesa di appena 233 euro, la giunta di allora pose una targa in uno spazio verde al Poggetto. Ma tre anni dopo, ecco il punto, la giunta di destra ha voluto, al Poggio, un suo monumento.
Poggio è dunque un Comune, in questo forse unico, con ben due spazi due per fare giusta memoria delle persone trucidate – durante e dopo la seconda guerra mondiale – in queste aeree di confine.

MUSEO SOFFICI: CAPIRE MEGLIO – Per capire il motivo vero nella traumatica fine della direzione del museo “Soffici”, sarebbe utile che la giunta Palandri pubblicasse la “relazione annuale sullo stato di attuazione del programma e delle attività svolte” che l’ex direttore aveva l’obbligo di presentare, a fine del suo primo anno di direzione.
Una relazione necessaria anche per sbloccare il compenso annuo (4.800 euro) dovuto a Moriconi. Un documento certo prodotto. Dunque pubblicabile.
Viste le “divergenze” fra ex direttore e assessora alla Cultura e vista la dura denuncia dell’ex direttore (“Ho lasciato a causa dell’impossibilità di rendere il museo più inclusivo e per la mancanza di fondi necessari a organizzare nuove mostre di livello”) leggere questo atto sarebbe utile. Per meglio capire.

MUSEO SOFFICI: CHI VIENE A VOI ADESSO? – Come Palandri sceglierà il nuovo direttore? Quanto tempo gli occorrerà? Per regolamento il candidato (o la candidata) dovrà presentare un curriculum con “un’adeguata conoscenza gestionale/scientifica nell’ambito dei servizi culturali, con particolare riferimento alle attività museali”.
In parole povere: per dirigere un museo, piccolo ma comunque rilevante in ambito regionale, di gestione museale (museologia e museografia) bisognerà pure intendersene.
In più: al direttore di un museo intitolato ad Ardengo Soffici e al ‘900 italiano, dovranno essere pur chieste (e dimostrate) competenze specifiche in tali ambiti. Ci sono poi i requisiti generali.
L’avviso pubblico del dicembre 2023 prevedeva che i candidati avessero una laurea (almeno triennale) in Storia dell’Arte nonché eventuali specializzazioni oltre a esibire l’elenco degli incarichi professionali svolti e delle pubblicazioni sull’opera sofficiana e su altri artisti/movimenti del Novecento.

MUSEO SOFFICI: A RISCHIO – Non sarà facile – tenendo alta l’asticella della qualità – trovare un nuovo vertice che si contenti della cifra (bassa: 4.800 euro annui, spese comprese) messa a disposizione dal Comune.
E con una Giunta, questo l’aspetto principale, incapace di mettere risorse adeguate per far funzionare il museo stesso.
Facile, invece, trovarlo o trovarla se prevarrà la vecchia logica del cosiddetto “amichettismo”. Vedremo.
Ma il rischio è che una Giunta abituata, davanti alle normali difficoltà, a “chiudere” (vedi Palazzo sport) finisca per chiudere (o comunque per ridimensionare) anche un museo che in realtà potrebbe avere molte carte da giocare.

POSTEGGI DATI VIA GRATIS — Ai poggesi stanno per essere tolti 9 stalli di posteggi auto. Lo prevede un accordo che Palandri appena eletto sindaco, nel luglio 2023, sottoscrisse con una grande azienda energetica genovese: la Duferco Energia spa.
L’AD di Duferco e il neosindaco sottoscrissero una bozza di protocollo per mettere, al posto dei 9 stalli/posteggio, un certo numero (non indicato) di colonnine ricarica per veicoli elettrici.
I primi lavori sono appena iniziati. Interessano tre stalli in piazza XX Settembre, tre in via Lombarda e altri tre in piazza Galilei. Entro il 24 aprile tutto dovrà essere finito.
Se la bozza non è stata nel frattempo modificata, essa contiene aspetti particolari.
Ad esempio uno strano vincolo di “riservatezza” cui è tenuto il Comune: amministrazione che, per definizione, è obbligata a rendere trasparenti e pubblici tutti i suoi atti. In questo caso, invece, tutto è secretato.
Il suolo pubblico su cui Duferco, per fornire energia elettrica, collocherà le sue colonnine è messo, dal Comune, a disposizione dell’azienda “a titolo gratuito”.
Cioè il Comune dall’operazione non guadagna nulla: neppure per un suolo pubblico fatto sempre pagare, per esempio, agli ambulanti. Normale? Giusto? Si poteva fare altrimenti?
Lunga, infine, la durata dell’accordo: 18 anni.

TENDA COSTOSA – La tendostruttura accanto alla palestra di via Giotto non si sa quanto sia stata utilizzata. Ma è chiaro il suo costo. Elevato.
A oggi il Comune ha infatti speso quasi 90 mila euro (di cui 65 mila per fornitura e messa in opera). Da poco è uscito un atto con un’altra spesa (altri 5.800 euro portando dunque il totale a oltre 95 mila euro) per fornire una (sic) “pavimentazione modulare flottante con segnature sportive e nastro permanente”.
Non è chiaro perché il Comune, per far effettuare attività sportive, ha acquistato una struttura priva di quella pavimentazione. Oppure, se una pavimentazione c’era, perché acquistarne un’altra?

TENDA PROVVISORIA – Da notare che quella tenda è “provvisoria” perché – come disse l’assessore il 15 luglio 2024 – queste strutture “oltre i sei mesi non si possono tenere montate“.
4 dei 6 mesi sono quasi trascorsi. Dunque fra poco la tenda dovrà essere smontata (e il costo totale supererà i 100 mila euro).
All’assemblea con i cittadini è stato ammesso che gli alunni delle Elementari non hanno potuto frequentarla: è stato detto “per scelta della scuola”. Eppure era stata comprata anche per loro. Cosa è successo? Perché i bambini delle Elementari non ci sono potuti andare? Boh!
E che accadrà nel prossimo autunno/inverno? Potrà tranquillamente essere ri-montata? Per poi essere ri-smontata dopo altri 6 mesi? E poi ri-montata di nuovo? Boh!
POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini – 7 aprile 2025 n. 97
