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Home»Comune»POGGIO D’AGOSTO: PILONE CHE INGOMBRA E SINDACO A META’.
Comune

POGGIO D’AGOSTO: PILONE CHE INGOMBRA E SINDACO A META’.

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini7 Agosto 2025Updated:7 Agosto 2025Nessun commento12 Mins Read
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Sul prossimo numero la vicenda dei dati sulla qualità dell’aria al Poggio: dati generali, non poggesi, usati dal sindaco per dire di essere stato bravo e dall’opposizione per ricordare che le banane non sono uguali ai carciofi. Qui si raccontano alcune novità della politica poggese: cambi in Consiglio e candidature per le regionali, propaganda con i soldi del Comune, piloni in mezzo alla strada, villette sott’Ombrone, piazza stravolta. E un sindaco a metà.

COMUNICAZIONE DI PARTE PAGATA CON I SOLDI DI TUTTI – Altri 610 euro (dopo altre migliaia di euro già stanziate in passato e in attesa di altre migliaia da stanziare nel futuro, per non parlare delle decine di migliaia per pagare a tempo pieno il giornalista fiduciario per sindaco e giunta) in favore di una primaria emittente televisiva locale.

Li ha stanziati (qui l’atto) il Comune per produrre un servizio di “comunicazione istituzionale” sulle attività del Comune stesso nel periodo estivo.

Nulla di strano né di illegittimo. Tutti i sindaci, da tempo usano questo sistema. Per pagare con i soldi di bilancio una “comunicazione istituzionale” spesso piegata a esigenze di propaganda.

Attenti, però: è promozione non giornalismo. Sono servizi pagati dal committente, in questo caso dal Comune.

E’ un sistema assai utile, alle tv private locali, per sostenere i propri bilanci. E amato dai politici locali perché così si fanno belli in tv sperando di “vendere” il loro prodotto (non pentole o materassi ma consenso politico).

Quanti poi, in realtà, siano i cittadini disposti a guardare questa roba, è tutto da capire. Anche perché l’informazione vera – quella basata sulla deontologia, più o meno rispettata, dei giornalisti – non la si ottiene pagandola.

Le regole di questa forma pubblicitaria (così si tratta) obbligano comunque a un accorgimento affinché i cittadini possano accorgersi che si tratta di “redazionali” e non di giornalismo vero.

Come accade nelle pagine pubblicitarie della carta stampata (dove, per questa roba, è obbligatoria la dizione “inserto redazionale”), anche per tv e radio questo prodotto dovrebbe essere distinto dai pezzi giornalistici. Ma talvolta non accade.

Sta ai cittadini, quelli che non vogliono essere sudditi, capire la differenza fra informazione giornalistica e comunicazione promozionale.

QUELLA INTERVISTA CONCORDATA – Non è un caso che lo stesso giorno della delibera sulla stessa emittente, in una rubrica dedicata appunto alla comunicazione istituzionale, sia andata in onda una intervista, con domande “amichevoli”, al sindaco Palandri “per fare il punto della situazione sui cantieri a Poggio a Caiano”.

Illegittimo? Certo no, ci mancherebbe. Sta però ai cittadini capire se questo è giornalismo o altro.

Del tutto evidente, poi, un altro aspetto: se sindaci e assessori possono pagarsi, con i soldi di tutti, una loro informazione di comodo, altrettanto non è – specie nei piccoli Comuni – per consiglieri. Specie se di opposizione.

La loro comunicazione, i loro punti di vista, devono autoprodurseli. E spesso le notizie delle opposizioni (di ogni colore), finiscono nel cestino.

CEMENTO SOTTO OMBRONE – Su quelle villette in costruzione lungo via Sottombrone (e il nome della via spiega bene che quella è zona a forte rischio idrogeologico: sotto l’argine dell’Ombrone) è calata la scure dei Carabinieri forestali. Ma tutto, vedremo, pare procedere comunque verso il disco verde.

Il 10 luglio i Carabinieri avevano chiesto al Comune spiegazioni sulla mancanza, nel cantiere, di un adempimento obbligatorio (una valutazione ambientale prevista da una legge toscana).

E il Comune ha dovuto prendere atto che quella “valutazione preliminare” il Comune stesso non l’aveva prodotta. Da qui l’immediato obbligo, per proprietari e ditta, di sospendere quei lavori subordinandoli a quel documento.

Da notare (qui l’atto) che quel permesso di costruire in quella particolare zona era stato chiesto nel dicembre 2018 (alla amministrazione precedente). Solo con l’amministrazione nuova, nel settembre 2023, quei lavori son potuti iniziare. Lavori, appunto, sospesi dopo l’intervento dei Carabinieri.

Ma con successiva determina (qui l’atto) il Comune ha trasmesso ai Carabinieri il foglio mancante. E’ bastato questo per revocare l’ordinanza emanata appena 13 giorni prima.

Quelle villette proprio sotto l’argine dell’Ombrone potranno dunque essere costruite? Pare di si.

===

EX ISIDORO: CANTIERE FERMO – Lì vicino, nella cosiddetta “area ex Isidoro”, è in costruzione un parcheggio. Un’opera strategica per lo sviluppo turistico, ma non solo, del Poggio. Un’opera che la precedente giunta aveva lasciato in eredità alla nuova. Un’opera che (molti i ritardi) ha penato non poco a vedere l’inizio.

Quando tutto sembrava avviato (anche perché si sta avvicinando la data entro cui, pena perdita del finanziamento, l’opera deve essere completata) è arrivato un inghippo.

Lo ha confessato lo stesso sindaco Palandri, lo scorso 26 luglio, tramite il suo ufficio stampa: il cantiere si è fermato perché è giunta, da Publiacqua, una richiesta relativa allo scolo delle acque meteoriche.

Acque che, per Publiacqua, non possono andare ad aggravare la fognatura comunale. Lavori adesso sospesi. Vedremo gli sviluppi.

QUEL PILONE COSI’ VICINO – Se c’è una evidenza di quanto la variante Palandri sulla nuova piazza XX Settembre abbia portato a uno stravolgimento della funzione principale, lo si può osservare guardando quel pilone in corten (ma anche i pali della illuminazione).

Con la riapertura costante al traffico quotidiano di quel tratto di via Pratese (riapertura voluta dal sindaco Palandri contro il progetto iniziale) e soprattutto ipotizzando il continuo traffico automobilistico che da lì passerà una volta riaperto a doppio senso il ponte al Molino, il pilone sinistro (guardando le Scuderie) che regge l’ultimo fra i portali in corten è venuto a trovarsi in una situazione assai critica.

Una situazione molto diversa da quella per cui quei portali erano stati pensati con la piazza larga, cioè senza la riapertura al traffico ordinario di via Pratese.

Chi transita da lì, adesso si trova quel pilone proprio accanto alla striscia stradale.

Se la PM non ha rilevato nulla (ma così é?) significa che tutto è formalmente in regola. Ma ciò non toglie un problema di sostanza. Cosa analoga per i vari pali che, a pochi cm dalla striscia, sostengono l’impianto di illuminazione.

===

PIAZZA: LA FUNZIONE CAMBIATA – In realtà tutto, nel progetto originario, era diverso.

I portali in corten (che possono piacere o meno) erano una installazione – approvata dalla Soprintendenza – funzionale a un obiettivo culturale preciso: formale un “cannocchiale”, in zona tutelata dall’UNESCO, verso quella parte di patrimonio mondiale – le ex Scuderie Medicee – che qui al Poggio abbiamo trovato in eredità e che sta a noi rispettare.

Da quella strada – che avrebbe fatto parte integrale della piazza secondo la visione originaria mentre adesso rappresenta l’ala destra di una rotonda automobilistica – era infatti escluso il traffico automobilistico ordinario.

Si sarebbe potuta riaprire, con mille cautele, a un traffico automobilistico, comunque dolce, soltanto in caso di eventi eccezionali (esempio l’Assedio alla Villa).

Adesso tutto è cambiato. Nessuno, nella giunta attuale, pare essersi posta la questione che nella giunta precedente aveva obbligato l’ex sindaco Puggelli (un dirigente medico specializzato anche in Igiene Ambientale) a fare una scelta tanto coraggiosa quanto contestata: il contrasto alle diverse forme di inquinamento.

Da lì già adesso transitiamo tutti, con le nostre auto, per poi girare verso il posteggio lungo le mura della Villa. Una volta riaperto il ponte al Molino in direzione Prato, tutti passeremo da lì anche per andare verso Prato.

Da lì, a ogni ora di ogni giorno, passa già da ora ogni tipo di traffico automobilistico, compreso quello pesante. Fino al momento – tocchiamo ferro, anzi corten – di un eventuale scontro con il pilone.

PIAZZA: UNA FRASE AMBIGUA – Gli aficionados della variante Palandri nella piazza XX settembre, sono ancora lì a chiedersi cosa significa una frase, in realtà ambigua, a suo tempo inserita in un atto pubblico.

“Le maggiori somme confluite fra quelle a disposizione dell’amministrazione – si legge al punto 12 della determina 130 del 27 settembre 2024 – non daranno luogo a una immediata riduzione dell’impegno a favore della ditta Panza, preferendo procedere al recupero delle medesime in fase di chiusura dei lavori, quando sarà stato verificato che dette economie non siano meglio utilizzabili per l’esecuzione di altri e diversi lavori, anche complementari, non preventivati o previsti dal progetto approvato”.

PIAZZA: IL CASO DEL CANTIERE RALLENTATO – Chissà se arriveremo a capire il significato di quella frase. Cosa si intendeva dire?

La cosa certa, e ovvia, è che fra Comune e azienda non sono mancati i contatti sulle modifiche introdotte dopo la svolta determinata dal maggio 2023.

I lavori su quella piazza in base al progetto iniziale dovevano terminare, come noto, entro la fine del 2023 lasciando ai cittadini un’opera pubblica – bella o brutta che fosse – da apprezzare o da contestare. Poi c’è stata la variante Palandri che, fregandosene del parere contrario della Soprintendenza, ha stravolto la funzione della piazza.

Da un punto di vista dei rapporti fra Comune e ditta appaltatrice questo significa che la seconda ha dovuto subire, e non per colpa sua, un prolungato rallentamento. L’azienda aveva preso, con il Comune, accordi tali da consentirle di chiudere il cantiere in una data precisa: appunto quasi due anni fa.

Il cambio politico di impostazione, la variante Palandri, le tante questioni successive hanno determinato un oggettivo disagio. Con intuibili costi a carico della ditta costretta a tenere fermo o rallentato un proprio cantiere.

In questi casi sono normali i contenziosi. Qui, invece, nulla di tutto è pubblicamente emerso. Almeno all’apparenza tutto, fra Comune e azienda, è filato liscio. Nessun problema nonostante che il cantiere sia ancora lì dopo circa 600 giorni dalla data in cui doveva essere chiuso.

PIAZZA: ALTRI 50 MILA EURO PER GIOCHI E VERDE – Sono 50 mila gli euro che il Comune, con due singole determine, ha stanziato a corredo della piazza.

Quasi 6 mila (qui l’atto) gli euro spesi per affidare a una ditta locale la realizzazione, in quella piazza, di una area a verde pubblico. E oltre 44 mila (qui l’atto) gli euro spesi per acquistare da una ditta udinese l’imponente area giochi.

Gli osservatori più semplici si domandano perché sono state necessarie queste due determine, con questa spesa supplementare, per dotare la piazza di ciò che a occhio (i giochi per i bambini e lo spazio verde) era già previsto nel progetto originario.

In ogni caso alla definitiva chiusura del cantiere adesso manca davvero poco: l’ultima proroga, peraltro subito lasciata scadere, era fissata allo scorso 15 luglio. La piazza – ha promesso il sindaco – “sarà aperta entro i primi giorni di agosto”.

NEL MEZZO DEL CAMMIN -Presto arriverà novembre e saremo, al Poggio, a metà mandato. Saranno cioè trascorsi i primi due anni e mezzo di sindacatura Palandri.

Arrivata dopo le elezioni regionali ottobrine, e dunque avendo il polso di quanto i singoli partiti nelle due coalizioni pesino davvero, questa simbolica scadenza potrebbe servire per fare il punto su luci e ombre di una amministrazione che si sta caratterizzando sempre più come “politica” (ovviamente sul fronte destro) e sempre meno come “civica”.

Gli ultimi mesi ci hanno consegnato due novità. Entrambe importanti.

In primis le dimissioni da consigliere dell’ex capogruppo Francesco Puggelli la cui professionalità sul piano lavorativo è stata riconosciuta con un incarico prestigioso a Lucca. Al posto di Puggelli è entrato il primo dei non eletti: Francesco Ricciarelli, uomo di notevole esperienza amministrativa e politica.

Sul fronte destro stanno lavorando per la possibile scesa in campo, alle regionali, dell’assessora Patrizia Cataldi.

Meravigliando chi se l’aspettava più vicina a Forza Italia o a Noi Moderati, Cataldi avrebbe scelto un cavallo dato per vincente: Fratelli d’Italia. Vedremo se quella candidatura, annunciata più volte e mai smentita, andrà in porto.

E vedremo se sarà candidata anche, per la Lega Salvini, la vicesindaca Diletta Bresci.

POGGIO 2028: CHI CORRERA’ COME SINDACO? – Su entrambi i lati sarebbe anche interessante capire cosa inizia a muoversi, ammesso che qualcosa inizi a muoversi, in vista del sempre più vicino maggio 2028, come candidati sindaci.

Su chi punteranno le due coalizioni? Torneranno a confrontarsi i due “cavalli” del maggio 2023 oppure assisteremo a proposte nuove? Salterà fuori un movimento realmente civico, dunque del tutto sganciato da forze politiche?

Come coinvolgere quel numero davvero elevato di elettori che, nella primavera 2023, scelsero di stare alla finestra e non votarono né Puggelli né Palandri?

Quelle migliaia di persone sono contente o no del loro essere state astensioniste? Quella metà quasi esatta di elettori che votarono un Palandri autoproclamatosi “cambiatore per davvero” hanno avvertito un cambiamento? Ne sono rimasti contenti oppure scontenti oppure indifferenti?

E l’altra metà, quella che votò Puggelli, è soddisfatta o no di come il centrosinistra sconfitto ha esercitato il ruolo di opposizione? Influiranno sul Poggio le vicende giudiziarie del Comune capoluogo?

SINDACO A META’? – Restando sul sindaco attuale sono sempre più numerose le voci secondo cui, arrivato lui a metà mandato, ci sarebbero perplessità, nella destra pratese e poggese, per un suo secondo mandato.

Le voci si rincorrono. E parlano di una sempre più forte delusione, nella stessa destra, verso un sindaco (qui non è certo in discussione la persona) giudicato fragile sul piano della efficacia governativa.

Per fare il sindaco (sempre più un “mestiere” oggi peraltro assai bene retribuito. Nei Comuni come Poggio la “paga” del sindaco è 4 mila euro lordi ogni mesi più rimborsi spese) non basta la buona volontà ma sono necessarie esperienza, conoscenze, professionalità, capacità politica.

Già si parla del possibile sostituto: una donna, non poggese, con pregresse esperienze politiche. Per adesso solo voci.

E le voci, come ovvio, si fa presto a smentirle. Anche perché se emergessero in pubblico già fin da ora sarebbero una inaccettabile sconfessione aperta sull’operato del sindaco attuale.

In ogni caso novembre arriva veloce e non occorre essere geni per capire che ad arrivare presto sarà anche un altro maggio: quello del 2028.

POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini, 7 agosto 2025 n. 115

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