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Home»Comune»POGGIO A CAIANO: UNA DOZZINA DI “BREVI” PER UN FIASCO ANNUNCIATO
Comune

POGGIO A CAIANO: UNA DOZZINA DI “BREVI” PER UN FIASCO ANNUNCIATO

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini1 Giugno 2025Updated:1 Giugno 2025Nessun commento10 Mins Read
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Dopo due anni di governo si moltiplicano, al Poggio, gli esempi di inadeguatezza. Qui, nel massimo rispetto per chi ha altri punti di vista, ne riportiamo alcuni. E con dispiacere. Perché sarebbe davvero meglio, per tutti, poter commentare opere buone fatte bene: visioni, anche alternative rispetto al passato, ma comunque adeguate. Invece, osservando la realtà, siamo purtroppo costretti a registrare altro. A riprova che buoni amministratori pubblici non ci si improvvisa. Specie in presenza di questioni complesse che richiedono esperienza e competenza. (mb)

DUE ANNI DI GOVERNO PALANDRI – “Facciamo chiarezza”. Il gruppo di minoranza nel Comune di Poggio (quelli che vennero sconfitti ricevendo dagli elettori il mandato di fare opposizione) organizza una pubblica assemblea su temi locali.

L’appuntamento è in Palazzo Comunale alle 21 di martedì 3 giugno. Molti gli argomenti: le chiusure decise dalla giunta Palandri (parco del Bargo e palazzetto dello sport), l’emergenza cimitero, la viabilità e i parcheggi, l’inquinamento e il Museo Soffici. Ma, certo, si parlerà anche di altro.

IL TIR E IL MASCHERONE – Ovunque gli amministratori pubblici, tutelando la salute dei cittadini, operano per allontanare il traffico, in particolare quello pesante, dai centri storici. Al Poggio accade il contrario. Si fa di tutto per aumentare il traffico nelle vie del centro.

Ne è prova la piazza XX Settembre: il progetto di sistemarla per favorire il benessere della comunità è stato bloccato. Si è invece puntato a farla tornare una area spartitraffico. E ciò nonostante gli obblighi – ricordati dalla Soprintendenza ma ignorati dal sindaco – previsti per le zone UNESCO.

Nella notte fra il 29 e il 30 maggio un TIR ha distrutto la base del Mascherone, nel muro esterno alla Villa. Quel TIR da lì non sarebbe potuto passare. Ma il centro è sempre pieno di bestioni che sfrecciano a ogni ora.

Prima o poi il Mascherone sarà sistemato. Ma la vicenda resta. Come simbolo. E le politiche di questa giunta sul traffico stanno facendo aumentare, non certo ridurre, il traffico dal centro.

CORTE CONTI 1: UN CALCOLO DI PROPAGANDA? – Perché il sindaco (che è assessore al Bilancio) non ha partecipato al contraddittorio? Perché ha alzato subito bandiera bianca davanti a chi chiedeva spiegazioni?

Perché non ha fornito la documentazione integrativa? Perché, nel caso avesse giudicato insufficienti i giorni concessi per controdedurre, non ha chiesto un supplemento di tempo?

Perché non ha partecipato alla riunione, cui era stato invitato, del 27 marzo in modo da fornire le spiegazioni? Perché non ha chiesto un aiuto al sindaco precedente e/o alla dirigente che aveva firmato il bilancio?

Perché ha rinunciato a difendersi? Forse per scaricare le colpe sul sindaco precedente? E’ stato fermo, contribuendo a danneggiare le finanze comunali, solo per un calcolo di propaganda politica?

CORTE CONTI 2: VICENDA COMPLESSA – Queste sono le domande che emergono dalla complessa vicenda tecnico/contabile legata alla delibera adottata dalla Corte dei Conti sui rendiconti poggesi 2020 e 2021: quando governava Puggelli.

Nell’adunanza del 27 marzo la Corte ha bacchettato il Comune di Poggio evidenziando quelle che, a suo giudizio, sono “non corrette determinazioni” con conseguenti “disavanzi di amministrazione”.

In ballo 260 mila euro. E’ su questa cifra che ora il Comune è chiamato a operare. Deve riprendere in mano quei bilanci e, a cascata, anche quelli dopo.

CORTE CONTI 3: PERCHE’ ALZARE BANDIERA BIANCA? – Nulla di strano. Da sempre la Corte, in tutta Italia, esamina i bilanci dei Comuni (bilanci redatti dagli uffici e già controllati dai revisori esterni).

Da sempre trova situazioni da chiarire, chiede ai sindaci di formulare controdeduzioni e in base a queste conferma o modifica il suo giudizio: confermando o riducendo la cifra contestata.

A essere strano, qui al Poggio, è il comportamento del sindaco (che è assessore al Bilancio) nell’aver rifiutato di difendere il suo Comune, nel non aver risposto, nel non aver partecipato all’udienza in cui avrebbe potuto far mitigare la condanna, nell’aver voluto dare ragione senza battere ciglio a una Corte che, pure gli aveva chiesto spiegazioni.

Facile ipotizzare che un comportamento così anomali derivi solo dalla volontà, tutta politica, di scaricare ogni colpa sugli amministratori precedenti.

Ne abbiamo già avuto riprova in Consiglio. Ne avremo ulteriore prova fra poco. Ancora in Consiglio.

CONSIGLIO DI STATO UNO: DELIBERA SPARITA – Perché quella delibera, dall’Albo del Comune, è sparita? Perché tempo fa era visibile ma ora è scomparsa e, cercandola, si trovano solo i due pareri allegati?

La delibera è stata presa il 12 marzo. Autorizzava il sindaco a costituirsi in giudizio nel ricorso in appello, sulla viabilità, al Consiglio di Stato. Testimoniava la volontà del Comune di chiedere la sospensiva.

E’ stata poi seguita da una determina firmata dalla comandante PM con cui si dava un incarico legale (circa 8.300 euro) e si ribadiva la volontà di chiedere la sospensiva. Sospensiva poi non richiesta.

Ma giorni dopo la delibera è sparita. Non si trova più nell’Albo. Perché è stata tolta? Perché non rimetterla?

UN FLOP DA “SEGNI DEL SACRO” – Poteva essere una buona idea. L’avevano inventata gli amministratori precedenti e i “nuovi” l’hanno ricopiata. Benissimo. Ma qualcosa, purtroppo, non ha funzionato.

“I segni del sacro” – ottima iniziativa promozionale che unisce i Comuni di Carmignano, Signa e Poggio – intendeva valorizzare i luoghi di culto, gli edifici e le opere di arte sacra collocati su quei territori.

Sette le iniziative per l’edizione 2025. Due al Poggio: al museo di suor Margherita Caiani e alla “Visitazione” in Villa Medicea. Peccato che sia mancata ogni promozione. Nessuno ha saputo della prima visita (il 3 maggio) che si è risolta in un umiliante deserto di presenze.

E nessuno ha neppure saputo qualcosa sulla seconda, annunciata, visita: quella, il 31 maggio, festa della Visitazione di Maria a Elisabetta, alla “Visitazione” del Pontormo oggi custodita in Villa Medicea grazie a una costosa “ripicca” politica (a oggi almeno 71 mila euro sul bilancio del Comune) della giunta Palandri.

Per la serie: se le cose – compreso quelle buone – si fanno, perché non farle con cura?

E I DUE OPERAI TECNICI ASSUNTI? – Che ne sappiamo sui due “operai tecnici”? Su di loro il sindaco puntava tanto, sicuro che questi fossero fondamentali per risolvere in tempi super rapidi i piccoli/medi problemi via via segnalati dai cittadini.

E’ stato acuto assumerli? Quanti soldi servono, nel bilancio, per pagare gli stipendi ai due dipendenti in ruolo? C’è un rapporto costi/benefici? Quale?

Dopo l’assunzione di queste due persone, e indipendentemente dalla loro buona volontà che nessuno mette in dubbio, la situazione, per chi si lamentava e si lamenta, è migliorata o no?

IL BENEMERITO – “Un uomo che ha speso la sua vita dedicandola alla famiglia e al lavoro … Una civica benemerenza ricevuta per le attività svolte con grande spirito di servizio, abnegazione, dedizione e senso civico … per la sua laboriosità e buona condotta morale, nonché per l’applicazione dei suoi progetti a favore del prossimo”.

Così, sul sito web del Comune e con parole così auliche da far rischiare l’imbarazzo perfino in chi ne è destinatario, il sindaco Riccardo Palandri ha motivato la “civica benemerenza” conferita al maestro del lavoro poggese Stefano Grossi.

SFALCIO ERBA NEI GIARDINI: OTTIMO E ABBONDANTE – “Ha fornito in precedenza un servizio di ottimo livello con notevole soddisfazione dell’utenza”. Così la determina comunale del 16 maggio che conferma l’affidamento del servizio manutenzione verde pubblico alla stessa impresa che lo aveva svolto fino a ora: la cooperativa sociale aretina “Betadue”.

Un affidamento diretto, dunque senza sentire altre aziende, per un anno. 110 mila euro il costo.

Viste le polemiche, in particolare sullo sfalcio di giardini e spazi pubblici, c’è da capire come abbia fatto, chi ha scritto l’atto, a definire “ottimo” il servizio e “notevole” la “soddisfazione” degli utenti.

CONSIGLIO DI STATO DUE: MA LA SOSPENSIVA? – Avevano fatto credere che dopo la sconfitta al TAR, in Consiglio di Stato avrebbero certo chiesto la sospensiva.

Ma alla fine il sindaco Palandri e l’assessore Mastropieri (condannato per altra vicenda) a quella sospensiva hanno subito rinunciato rimettendosi all’udienza che si terrà, a Roma, il 27 novembre.

Se hanno rinunciato a una scelta che poco prima avevano data per certa, un motivo ci sarà.

Dunque adesso a valere è la sentenza TAR: quella che ha dato ragione ai cittadini che chiedevano di rimettere il senso unico; quella che ha dato torto al Comune che ha messo il doppio senso.

Una sentenza che il Comune, almeno fino a novembre, non intende rispettare. Ma così sfugge la certezza: davvero il Comune può fregarsene del TAR? E nel frattempo quali sono le norme in vigore su quel tratto di strada e su quelli collegati? Di chi è la responsabilità?

VIABILITA’: CENTRALINA ARPAT – A proposito di viabilità e salute pubblica. E’ stata piazzata, su via Vittorio Emanuele, in un punto peraltro abbastanza aperto, una centralina ARPAT per rilevare i livelli di inquinamento.

E’ da immaginarsi che Regione Toscana, dopo aver steso il tappeto fonoassorbente, voglia verificare di quanto il livello di inquinamento sia o meno diminuito.

Non è dato sapere quali i tipi di inquinamento vengono monitorati. Sarà comunque interessante conoscere i risultati visto che la precedente rilevazione si era svolta con un traffico a senso unico mentre questa, adesso, ne monitora uno, come noto, a senso doppio.

PIAZZA UNO: FINITA IL 16 GIUGNO? – La fine dei lavori sulla piazza era stata fissata, con determina 47 del 28 gennaio, al 30 aprile scorso.

Poi quel termine – come diversi altri in passato – non è stato rispettato. Nessun atto, però, è pubblicato ed è impossibile capire il motivo del mancato rispetto del termine.

Solo dai media si sa che il tutto, rinviato più volte, dovrebbe finire il 16 giugno con il cantiere smontato quattro giorni dopo. Sarà certo vero, anche perché i lavoratori sono tornati (in un settore hanno iniziato a porre la pavimentazione. Con materiale certo molto diverso dal catrame che qualcuno sembra preferire).

Speriamo tutto finisca presto. Nessuno ne può più di una lentezza che ci sta facendo prendere in giro da tutti.

Calendario alla mano, visto che da qui al 16 giugno, mancano solo 10 giorni lavorativi può anche essere che vedremo un altro, l’ennesimo, slittamento. Chissà. Ma a colpire è l’assenza di atti pubblici.

Come se nel Comune di Poggio a valere fossero non gli atti ufficiali (quelli noiosi, quelli che nessuno legge) ma solo le propagande politiche fatte (e poi smentite) senza che nessuno dica nulla. Così, al Poggio, è.

PIAZZA DUE: STESA DI BITUME – Qui, anche in questo punto, davanti al Mascherone, come dalla parte opposta e come sul davanti, il progetto iniziale della piazza XX Settembre era molto diverso.

Appoggiato dalla Soprintendenza e in linea con i dettami UNESCO, certo non prevedeva quella triste colata di catrame fatta gettare da Palandri/Mastropieri. Prevedeva altro, in continuità con la nuova piazza.

Ai supertifosi di questa destra (a cui non piaceva nè piace la sistemazione “umana” dentro la piazza) il catrame certo piacerà tanto. Parrà loro “un sacco bello“.

A molti altri sembrerà solo ciò che è: una stesa di bitume sotto le mura medicee, una ordinaria resa a una grande bruttezza che si poteva evitare.

POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini, n. 107 del 1 giugno 2025

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Mauro Banchini
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