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Home»Comune»MUSEO SOFFICI. UNA FUGA DOPO L’ALTRA. UN FIASCO DOPO L’ALTRO.
Comune

MUSEO SOFFICI. UNA FUGA DOPO L’ALTRA. UN FIASCO DOPO L’ALTRO.

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini7 Marzo 2025Updated:7 Marzo 2025Nessun commento7 Mins Read
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Al Poggio non ci s’annoia. Ne accadono di ogni. Dopo la sentenza TAR che ha annullato gli atti sulla viabilità e mentre continua la “grande fuga” di dipendenti (scappano da una Giunta ritenuta poco esperta e non affidabile), ecco la fuga del direttore Museo Soffici: è scappato da un incarico a cui era stato chiamato, solo un anno fa, dal sindaco. Un sindaco che questi incarichi li ha falliti tutti. Un sindaco che se non comincia davvero a fare il sindaco, rischia lo stress. (mb)

MUSEO SOFFICI: LA FUGA DEL DIRETTORE – Perché Mauro Moriconi si è dimesso, dopo appena un anno, da direttore del Museo “Soffici”? I motivi possono essere molti, ma la giustificazione ufficiale è contraddittoria. Nasconde altro. Cosa?

Moriconi ha infatti sostenuto di aver lavorato “con un team competente” ma ha subito aggiunto di aver avuto “divergenze con il gruppo di lavoro”.

Due versioni in evidente contrasto, almeno se riferite ai collaboratori non politici. Può dunque essere che Moriconi si riferisse non al “team” dei dipendenti ma … a quello dei politici?

E’ vero che nelle stanze sono volati stracci? Ciò spiegherebbe anche una accusa specifica (“difficoltà organizzative relative alle prossime mostre”) mossa (a chi?) dall’ex direttore.

Può dunque essere che Moriconi avesse in mente iniziative per le quali non si è sentito sostenuto? Chissà. Può essere che sotto sotto ci sia ancora altro? Chissà.

MUSEO SOFFICI: QUALE LA VERITA? – Nel suo comunicato, Moriconi dice che su questa scelta lui “era già da alcuni mesi” che stava “riflettendo”.

Avendo iniziato solo a gennaio 2024, ciò significa che – sul clima – lui stesso deve aver iniziato a “rifletterci”, in negativo, già fin da subito.

Va riconosciuto, a scusante dell’ex direttore, che collaborare con questo ceto politico possa essere complicato. Se lui ammette di aver avuto, subito, la tentazione di dimettersi ciò significa che malesseri e maldipancia devono essere stati profondi.

Sarebbe utile se la verità saltasse fuori. I panni sporchi, nel pubblico, non si lavano in famiglia. Quale il vero motivo (o i motivi) per cui un fedelissimo come Moriconi se n’è andato?

Perché questa destra politica (che Moriconi aveva fin da subito sostenuto) non gli ha permesso di esprimersi a pieno nell’incarico che la stessa destra politica gli aveva assegnato?

MUSEO SOFFICI E ALTRO: I QUATTRO “FIASCHI” DI PALANDRI – Il sindaco Palandri non ha fortuna con le nomine fiduciarie. Gli è saltata quella in Fondazione Crida. Idem altre due nel Museo Deportazione. Ora è saltata anche quella per il “Soffici”. Quattro nomine da lui fatte in favore di persone di sua stretta fiducia.

In questi casi, davanti ai fallimenti, un sindaco deve assumersi la responsabilità che gli compete. Davanti agli errori non si scappa.

Se quattro nomine su quattro, fatte da lui come gli è consentito, si sono subito concluse con clamorosi fiaschi, ciò vuol dire che il sindaco deve farsi qualche domanda sulla sua capacità/incapacità nel trovare le persone giuste.

MUSEO SOFFICI: E ORA? – E adesso cosa accade al “Soffici”? Dovrà essere conferito un altro incarico. E, per questo, dovrà essere emesso un avviso pubblico, cercate nuove candidature, esaminati i curricula, scelta (da parte del sindaco) e nominata la persona ritenuta giusta.

Il “Soffici” è certo un museo piccolo ma ha pur sempre una rilevanza regionale. Per mantenerla, e per non essere declassati a museino paesano, occorre puntare su livelli di qualità.

Il rischio è che, prima o poi, Regione Toscana tolga il bollino della rilevanza regionale. E chi ha prestato molti quadri finisca per ritirarli.

Ma qui c’è un ostacolo. Non facile trovare persone con le competenze necessarie (laurea, curriculum, esperienza dirigenziale per un museo, conoscenza specifica sulle tematiche del museo).

MUSEO SOFFICI: MA I SOLDI CI SONO? – E difficile trovarlo, un nuovo direttore adeguato, soprattutto vista la cifra che il Comune mette a disposizione per il compenso: appena 4.800 euro lordi l’anno comprensivi di rimborso spese e di ogni altro onere.

Era questa la cifra accettata da Moriconi e, prima di lui, da Giulia Ballerini (la indimenticata prima direttrice del museo nato su input di Luigi Corsetti).

L’amministrazione Puggelli, per il suo nuovo mandato, avrebbe incrementato sia i fondi per il “Soffici” sia la cifra per retribuire il direttore. Poi le elezioni sono andate in altro modo e non è chiaro cosa, adesso, il sindaco Palandri intenda fare su questi due fronti. Interessa ancora il Soffici?

Premesso che iniziative di livello, capaci di attirare critica e pubblico, si fanno solo con budget adeguati, il sindaco Palandri riuscirà a trovare qualche soldo in più per il Museo Soffici?

Oppure tutto, nel capitolo cultura, è già stato prosciugato dall’operazione “Visitazione“?

MUSEO SOFFICI: LA VERITA’ IN PRIMIS – Ma come Moriconi era arrivato a ricoprire questo incarico?

Bisogna risalire al dicembre 2024 quando il Comune emise l’avviso pubblico per cercare il nuovo direttore. In ballo due sole persone: la ex direttrice Giulia Ballerini, una poggese con curriculum adeguato e molto apprezzata. E Mauro Moriconi: un artista che si era dato daffare sui social in campagna elettorale, pro Palandri.

La candidatura di Ballerini fu esclusa per un vizio formale. E Palandri scelse Moriconi.

Non mancarono, allora, domande sull’effettivo possesso, da parte di Moriconi, non solo dei titoli di studio ma anche della esperienza manageriale obbligatoria per dirigere un museo. Non mancarono rilievi neppure sull’assenza, in Moriconi, di specifiche pubblicazioni sofficiane.

Né mancarono sfottò sul fatto che il sindaco, per un ruolo così importante, avesse scelto chi lo aveva aiutato in campagna elettorale. Palandri andò comunque avanti, ritenendosi nel giusto. E sfidando accuse di “amichettismo”.

Adesso, con una fine così traumatica e anticipata, resta difficile dare un giudizio serio sull’operato del direttore Moriconi. Per farsi giudicare non ha avuto molto tempo. Ha scelto, lui stesso, di andarsene.

Per questo sarebbe utile se i protagonisti, lasciando perdere ogni ipocrisie e ogni nascondimento inutile in una comunità chiacchierina come Poggio, dicessero come davvero sono andate le cose.

Cosa ha messo fin da subito in difficoltà Moriconi? Al di là delle scuse ufficiali esiste un “non detto“? Quale? Cosa ha fatto traboccare il vaso? Perché Palandri ha nominato un suo uomo di fiducia salvo poi costringerlo, dopo pochi mesi, a lasciare?

MUSEO SOFFICI: E I RISULTATI? – La prima mostra che Moriconi si trovò ad affrontare (“Fogli d’epoca”, febbraio 2024), gli venne “regalata” da Giulia Ballerini che ci aveva lavorato fin da ultimo. Però fu lui a inaugurarla e lui a gestire tutta la parte decisiva per capirne successo o meno: promozione, comunicazione, marketing culturale …

L’unica mostra realizzata in toto da Moriconi è stata quella denominata “Figura per figura”. Una mostra sul cui risultato ancora nessuno ha fornito un dato, così come alcun dato è stato fornito sulla mostra precedente.

Nessuno dunque conosce quante persone (poggesi o meno) siano entrati nelle Scuderie per vederla. Nessuno ha visto una rassegna stampa per capire quante testate (e quali) ne abbiano parlato.

Nessuno, in mancanza di dati, è in grado di sapere come i 20 mila euro spesi per “Figura” abbiano determinato un flop (come probabile) oppure un successo (come improbabile).

Può essere che Moriconi sia stato criticato anche per quello che – a occhio – non appare come un grande successo in una mostra che, così risulta da “radio fante”, sarebbe stata vista da pochissime persone?

Cosa aspetta il Comune a rendere pubblici i dati, certificati, sulle presenze a questa mostra?

POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini n. 90 del 7 febbraio 2025

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