E’ la parola “mistero” a legare queste note. Qui si scrive sullo smantellamento, dopo appena sei mesi, di una tendostruttura costata almeno 80 mila euro; sull’ennesimo ritardo dei lavori in piazza XX settembre, sul furto di rame nel cimitero e su una concessione gratuita per le ricariche elettriche di veicoli. Per scrivere poi, anche, sulla chiusura del Bargo e sul silenzio sceso dopo la condanna di un assessore. Misteri su cui male non farebbe un po’ di trasparenza. (mb)

IL MISTERO DELLE COLONNINE – Continua a essere un mistero il motivo per cui il Comune di Poggio non ha pensato, per quella concessione, a un bando pubblico.
Volendo infatti assegnare spazi pubblici (stalli di posteggio) a operatori del settore energetico perché uno di loro installasse colonnine di ricarica per veicoli elettrici (fatto, in sè, non solo logico ma anche lodevole), la scelta più trasparente sarebbe stato un avviso pubblico.
In modo da ottenere disponibilità da più operatori e poi scegliere, fra loro, sul mercato, l’offerta più conveniente. Per il Comune.
Sono molti i Comuni che hanno seguito questa strada. Basta un giro sul web e se ne trovano esempi. Al Poggio, invece, si è fatto in altro modo.
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CONCESSIONE GRATUITA: PERCHE’? – Subito dopo le elezioni del maggio 2023, insediata da poche settimane e del tutto priva di esperienza, la giunta Palandri ricevette un’offerta da un’azienda.
E poco dopo, il 31 luglio, senza porsi problemi, senza pensare a un bando pubblico, aderì alla proposta: tramite una delibera e un protocollo.
I lavori – per realizzare tre colonnine su nove stalli – stanno terminando e presto le tre colonnine entreranno in servizio. Sono tutte al Poggio. Nessuna al Poggetto.
A poche ore dal suo avvio come sindaco, senza alcuna esperienza di pubblica amministrazione, Palandri accettò dunque di “mettere a disposizione a titolo gratuito le porzioni di suolo necessarie all’utilizzo delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici per la durata del presente Protocollo”.
Il protocollo, se non è stato modificato, durerà ben 18 anni (rinnovabili) e per tutto questo (lungo) periodo l’azienda, traendoci un ovvio suo profitto, fornirà quel servizio agli utenti.
Ma il Comune, almeno a leggere il protocollo, non otterrà alcun compenso. Il suolo pubblico è stato concesso gratis. La domanda è: perché gratis?

RAME RUBATO: IL MISTERO DI UNA DENUNCIA – Ancora sulle grondaie in rame che nel cimitero del Poggio furono rubate nell’agosto di un anno fa. Un furto che provocò ulteriori danni a una struttura già molto compromessa.
Da poco è emerso che il Comune, proprietario del cimitero, non presentò alle autorità competenti una sua formale denuncia. Lo ha ammesso lo stesso sindaco Palandri in risposta a una interrogazione della consigliera Vettori.
Una denuncia – precisa il sindaco – è stata fatta, ma solo dal “personale custode del cimitero”. A farla, cioè, non sarebbe stato il responsabile dell’azienda che ha in gestione il cimitero, ma solo la classica ultima ruota del carro: il custode.
Non manca la curiosità di sapere perché, dopo il furto di beni del Comune, a presentare la denuncia (se denuncia è stata davvero presentata) non è stato il proprietario dei beni rubati.
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CIMITERO: IL MISTERO DI DUE NOTIZIE FALSE – Quella notizia, sul cimitero, non era vera. Era doppiamente falsa. Non era infatti vero che il Comune avesse assunto un mutuo da 1.400.000 euro per il rifacimento del cimitero. E non era vero che la gara d’appalto, per quei lavori, fosse stata bandita.
Eppure sulla cronaca locale (articolo 9 marzo 2025) la notizia era apparsa in rilievo. La giornalista non se l’era inventata: le era stata riferita.
A confessare la doppia bugia è adesso lo stesso sindaco Palandri. Rispondendo a una interrogazione di Paola Vettori, ha ora ammesso che nessun mutuo da 1,4 milioni era stato assunto e che l’appalto non era stata bandito.
Perché, allora, dirlo alla stampa – e senza smentita – sapendo che non era vero?

CIMITERO: IL MISTERO DEI PRIMI LAVORI – Ancora sul cimitero. E’ stato da poco (5 maggio) emesso un avviso pubblico che avvia la procedura tanto attesa per iniziare ad affrontare un degrado, sempre più evidente, della struttura.
Sono già trascorsi due anni dall’inizio della giunta Palandri: la questione non pare essere stata affrontata con la celerità necessaria. In ogni caso meglio tardi che mai.
L’avviso pubblico è stato fatto per individuare aziende da invitare alla gara d’appalto per iniziare i primi lavori di riqualificazione, nell’area “B”, del cimitero. Sono lavori da 349 mila euro tutti finanziati – si legge nell’atto – con “fondi propri dell’amministrazione comunale”.
Le ditte da coinvolgere dovranno essere sette (comunque non meno di cinque). Una volta trovate si svolgerà la gara vera e propria. L’augurio è che, passati due anni, adesso i tempi siano veloci.
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BARGO CHIUSO: IL MISTERO DEL DEMANIO – In due anni pieni la giunta Palandri non è intervenuta, con il Demanio dello Stato, per trovare un accordo, proseguendo il cammino fatto dalla giunta precedente, sulla proprietà del Bargo: il grande polmone verde sotto Bonistallo da mesi chiuso, dopo gli acquazzoni autunnali, per sicurezza.
Palandri ha sempre sostenuto, fino a ora, di non poter intervenire su un bene che non è del Comune. Ma a dimostrazione che qualcosa, su un parco comunque non di proprietà comunale, poteva comunque essere fatto, ecco due recenti determine del nuovo dirigente lavori pubblici.
Con una spesa di circa 5.500 euro il Comune affida a due studi tecnici specializzati il compito di predisporre relazioni sulla frana che ha interessato il Bargo e determinato la chiusura.
Intervenire sul Bargo, dunque, era possibile. Perché nei primi due anni non si siano accelerati i tempi con il Demanio per formalizzare il passaggio di proprietà resta un mistero.

PIAZZA XX SETTEMBRE: UN MISTERO CHE CONTINUA – Dovevano terminare entro lo scorso 30 aprile. A certificarlo c’erano non solo le promesse dei politici di maggioranza, Palandri in testa, ma anche un atto ufficiale del Comune.
Il mitico cantiere dell’altrettanto mitica piazza XX Settembre doveva essere smontato entro quella data e, dunque, la piazza così modificata, dalla destra, avrebbe dovuto essere stata consegnata ai cittadini. Per essere inaugurata.
Così non è stato. Non è stato detto perché. Né è stato pubblicato un nuovo atto che spieghi il motivo del ritardo e modifichi il precedente atto indicando una nuova data per la fine lavori.
Palandri, a fine aprile, ha parlato di “un’altra ventina di giorni” che sarebbero stati necessari. Già sono quasi passati tutti ma tutto continua a tacere.
E’ la piazza che, se il progetto Puggelli fosse andato avanti, sarebbe terminata da quasi 20 mesi.
Il nuovo sindaco ha sempre scaricato su altri le colpe per un ritardo così evidente: i politici di prima, il destino cinico, il destino baro, la Provincia cattiva, la ditta, la Regione comunista, la direzione lavori, il meteo che piove, la Soprintendenza che chi se ne frega, i cittadini comunisti, la sfortuna.
Nel frattempo per eleggere il nuovo papa gli anziani cardinali hanno impiegato neppure due giorni. Che la colpa vera, per la commedia infinita nella piazza del Poggio, sia tutta dell’assenza dello “Spirito Santo”?

IL (CARO) TENDONE DEI MISTERI – Sulla acutezza di essersi spesi, come Comune, in favore di quel tendone sportivo erano in diversi, già fin dall’inizio, a nutrire dubbi. Adesso una determina degli uffici sembra confermare quei dubbi.
Il Comune, infatti, passati i primi sei mesi di attività della tendostruttura, deve adesso spendere quasi 5 mila euro per … smontarla. Era, infatti, temporanea non potendo restare montata per oltre sei mesi.
Lo sapevano tutti, fin da quando venne montata e inaugurata in pompa magna a fine novembre.
In realtà il tendone è riuscito ad ospitare poche attività. E’ rimasto vuoto rispetto a chi doveva frequentarlo: gli studenti per l’educazione fisica. Per motivi ignoti i bambini non ci sono stati portati.
Da notare che i 5 mila euro oggi necessari per smontarlo si aggiungono ai circa 76 mila spesi per montarlo e gestirlo (65 mila per fornitura e messa in opera, altri 6 mila per pavimento, 4.500 per gasolio e 634 per un bagno chimico).
Insomma: per appena 6 mesi il Comune ha speso più di 80 mila euro per una struttura da smontare subito. E fra sei mesi che accadrà?
La tenda sarà ri-montata di nuovo, spendendo altre migliaia di euro, per poi essere ri-smontata nuovamente dopo altri sei mesi? Boh!
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RISCHIO IDROGEOLOGICO: TURISTI PER CASO? – Un incontro pubblico sul rischio idrogeologico. Lo organizza il Comune alle 21 di martedì 13 maggio in palazzo comunale (sala giostra).
Trasmesso in diretta streaming sul canale Youtube del Comune, all’incontro sono stati invitati l’assessore e il consigliere regionali, il responsabile locale del Genio Civile, il presidente e la dirigente della Provincia di Prato, il presidente di Publiacqua, il direttore generale del Consorzio di Bonifica, il sindaco di Carmignano.
Sarà interessante vedere come sindaco e assessore ai lavori pubblici useranno l’incontro: faranno, come al solito, i semplici spettatori accusando altri?
Oppure si prenderanno la responsabilità, come normale, almeno di una completa relazione sulle vicende alluvionali che con frequenza sempre maggiore interessano Poggio e Poggetto?
Spettatori o governanti? Turisti per caso o protagonisti consapevoli?

L’ASSESSORE CONDANNATO: TUTTI ZITTI – Un velo di silenzio. E’ sceso sulla condanna, dalla Corte dei Conti toscana, dell’ing. Leonardo Mastropieri. Un professionista da due anni nominato dal sindaco di Poggio assessore ai lavori pubblici: una fra le deleghe tradizionalmente più ambite.
Quando era dirigente nel Comune di Carmignano, Mastropieri – certifica la sentenza – non aveva aggiornato le tariffe relative agli oneri di urbanizzazione e, dunque, aveva causato un mancato incasso per quel Comune.
Un mese fa è uscita la sentenza della Corte dei Conti. Una condanna. Anche a pagare una cifra importante (148 mila euro) al suo ex Comune.
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L’ASSESSORE CONDANNATO: MA SOTTO LA CENERE? – In casi analoghi i commenti, le critiche, le polemiche non mancano. Qui al Poggio nulla.
La stampa, dopo le prime notizie, non ha approfondito. L’assessore (difeso dal sindaco e da Fratelli d’Italia. Lega in silenzio) si è detto “pulito” e ha tentato, rimbrottato dal sindaco Prestanti, di scaricare la colpa sul suo ex Comune.
Il silenzio è sceso. Come se la vicenda – comunque estranea all’operato di Mastropieri come assessore poggese – fosse già stata dimenticata.
Ma sotto la cenere cova qualcosa? Oppure al Poggio può succedere di tutto e tutto finisce dimenticato? Ma le domande non mancherebbero.

L’ASSESSORE CONDANNATO: LE DOMANDE – Perché, ad esempio, il dirigente Mastropieri tenne, a Carmignano, quel comportamento destinato a provocare un forte danno economico al Comune che gli pagava lo stipendio come dirigente?
Fu una inspiegabile dimenticanza? E se non fu dimenticanza, quale la spiegazione?
Se fosse stata una dimenticanza, o un errore, dunque una carenza di professionalità, come valutare sul piano professionale un tecnico che al Poggio, due anni fa, venne scelto dal sindaco proprio per una sua professionalità?
Se il caso fosse questo, come può il sindaco continuare a tenerlo come assessore difendendone proprio la professionalità?
E se non fu dimenticanza, se non fu errore, a cosa invece attribuire la vicenda per cui il professionista è stato condannato dalla Corte dei Conti?
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L’ASSESSORE CONDANNATO: TRASPARENZA NECESSARIA – Visto poi che certi “maldipancia” (ovviamente sotterranei) dopo la condanna di Mastropieri ci sono certo stati (e visti anche certi tentativi portati avanti, nell’ombra, perché fossero altri, magari dall’opposizione, a mettere in difficoltà la giunta chiedendo le dimissioni dell’assessore), non sarebbe meglio per l’amministrazione puntare su trasparenza e chiarezza?
Se non chiarita bene, infatti, questa brutta vicenda rischia di essere, per la giunta Palandri, una perenne e spiacevole spada di Damocle: sempre, in ogni circostanza, nel prossimo triennio, estraibile da chiunque obbligando la stessa giunta, che già non se la passa bene, a sempre ripetuti e sgradevoli ricordi.
Oltretutto questo è l’assessore a cui riferire alcune fra le vicende più contorte in cui si è trovata la giunta poggese: viabilità e piazza, chiusure di Bargo e palasport, nuova sede PM …
Qui la sentenza della Corte dei Conti che ha condannato Mastropieri.
POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini n. 103 dell’11 maggio 2025
