Inverni sempre più miti obbligano a ricordare quando, anche qui nella piana, d’inverno faceva freddo. E con un Natale sempre meno “santo” e sempre più “anticipato” per esigenze di consumo, da anni spuntano ovunque piccole o grandi piste di pattinaggio. Offrono divertimento per scivolare su un ghiaccio finto, fatto con macchinari energivori, tenuto freddo anche quando la temperatura è primaverile. Tutti sembrano contenti. Ma la pista poggese in questo Natale 2025 non manca di misteri. E di atti segreti. Una piccola vicenda paesana che andrebbe chiarita. (mb)

UN GHIACCIO POCO TRASPARENTE – Piace di sicuro a tanti, ma la pista di pattinaggio Natale 2025 non è, al Poggio, esempio di trasparenza come il suo elemento naturale – il ghiaccio – dovrebbe far presumere.
L’ultimo esempio è la mancata pubblicazione, nell’Albo Pretorio, dei verbali di affidamento”.
Dopo le linee politiche fissate dalla Giunta (qui l’atto) con cui Palandri ritenne di concedere un contributo (11 mila euro) a chi avrebbe gestito quella pista, la procedura è proseguita.
E’ stato fatto un “bando” (qui l’atto) per raccogliere le “manifestazioni di interesse” e sono state valutate, da una Commissione formata da tre dipendenti comunali, le domande presentate.
Compito non difficile perché di domande ce n’era solo una. La Commissione l’ha valutata. E ha chiesto alcune integrazioni che l’imprenditore ha subito presentato.
Ecco dunque la determina (qui l’atto) con cui si approvano i verbali delle due riunioni (6 e 10 novembre) e si affida la gestione della pista, con tanto di contributo (gli 11 mila euro), a una imprenditrice.

DUE VERBALI NON PUBBLICATI – Di tale imprenditrice si fa il nome e il codice fiscale. Risiede a Livorno in “via della casa comunale” (l’indirizzo che molti Comuni usano per i senza fissa dimora).
Tutto regolare, tranne una stranezza: ciò che doveva essere trasparente (i verbali delle due riunioni) è tenuto nascosto. I verbali non sono pubblicati. Questa opacità contrasta con la normale trasparenza di una PA.
Ci si chiede il motivo. Domanda ancor più calzante perché nello stesso atto si conferma l’impegno, in favore della imprenditrice, dei famosi 11 mila euro di risorse comunali.
Denari assegnati, su scelta politica del Comune, perché – questa la motivazione – servono “per assicurare il conseguimento dell’equilibrio economico-finanziario dell’operazione economica” (vedi atto).

IL MISTERO DEGLI 11 MILA EURO – Ma la secretazione dei verbali non è l’unica stranezza. Gli atti finora usciti non spiegano come si sia arrivati a quantificare il contributo economico dato dal Comune a chi gestirà la pista.
Si è però compreso che il Comune, oltre a dare questi 11 mila euro a un soggetto privato, ha rinunciato a farsi pagare, dallo stesso soggetto, il canone per i 58 giorni di occupazione suolo pubblico.
Lo stesso Comune si farà carico di pagare le utenze idriche (e di acque, le piste su ghiaccio ne consumano molta). Non solo: il Comune paga anche raccolta e smaltimento dei rifiuti ordinari.
A carico del privato (anche con soldi comunque forniti dal Comune) resta montare e smontare la pista, pagare SIAE ed energia elettrica, gestire e smaltire i rifiuti speciali.
Da nessuna parte si sa se esiste un piano economico, con previsione di costi/ricavi. Nè si capisce perché il Comune, con i soldi dei cittadini, debba dare al privato questi 11 mila euro per un non meglio chiarito “conseguimento dell’equilibrio economico-finanziario”.

CHE CONTI SONO STATI FATTI? – Da notare che la durata della concessione è stabilita in 58 giorni (dal 29 novembre al 25 gennaio): 7 giorni saranno necessari per il montaggio e altri 7 per lo smontaggio. Dunque i giorni di apertura al pubblico della pista (dal 6 dicembre al 18 gennaio) saranno 44.
Un facile conteggio sulle ore di apertura (variano fra le sette e le undici ore al giorno) consente di conoscere il tempo esatto (401 ore e mezza) nel quale la pista sarà aperta per i fruitori.
Come ovvio chi vorrà pattinare dovrà pagare, rapportato al tempo di uso, un biglietto di ingresso e, se necessario, dovrà anche pagare il noleggio dei pattini. Tutti soldi che, come ovvio e giusto, restano all’imprenditrice.
Queste 400 ore sono certo la base per quel calcolo costi/ricavi su cui Comune e privato avranno convenuto.
E su cui il Comune, con la motivazione di “assicurare il conseguimento dell’equilibrio economico-finanziario dell’operazione”, ha scelto di dare 11 mila euro al privato.
Ma nessun dato è stato reso pubblico. E questo silenzio non consente di capire come si sia arrivati a quantificare quella cifra. Perché 11 mila e non 20 mila? Perché 11 mila e non 4 mila?
Nel nome della trasparenza, male non sarebbe da parte del Comune fare chiarezza pubblica.

UN PRECEDENTE – Ma a restare strano (diciamo poco liberale e molto … statalista) è il fatto che spetti al Comune, e con quella motivazione, dare soldi a un privato che, nel gestire una impresa, come tutti gli imprenditori si assume quello che si chiama “rischio di impresa”.
In questo caso il “rischio di impresa” chi se lo assume? Il Comune per l’imprenditore?
E come può il Comune ignorare che, con un precedente simile, da ora in poi qualunque altro imprenditore (ambulante o fisso, circense o commerciante, artigiano o partita IVA) potrebbe battere cassa al Comune per essere pure lui aiutato, dal Comune, a “conseguire l’equilibrio economico-finanziario” della sua impresa?

L’OPPOSIZIONE DI OGGI – Nel silenzio generale, per adesso è intervenuta solo l’opposizione. Apprezzata la pista ghiaccio ma definito “discutibile” il contributo di 11 mila euro e criticata la giunta Palandri perché ha trovato questi soldi per un privato “ma non per i servizi e per le famiglie poggesi”, il gruppo di centrosinistra ha fatto una proposta.
Una proposta inutile per il Natale 2025, ma intelligente e interessante per il Natale 2026.
“Quel contributo – scrive Paola Vettori – si sarebbe potuto trasformare nell’acquisto di un pacchetto di biglietti d’ingresso da mettere a disposizione dei nostri commercianti a favore di coloro che acquistano regali natalizi nei negozi poggesi”.
Questa, già adottata altrove, potrebbe essere un’idea capace di aiutare tutti: in primis quei commercianti poggesi ai quali la pista “non ha portato sostanziali benefici e per alcuni è stata, anzi, più dannosa che vantaggiosa”.
Da notare che quella pista sarà collocata, come lo scorso anno, su 580 mq della via Risorgimento (vicino a due importanti bar della zona) togliendo una ventina di ambitissimi posti auto.

L’OPPOSIZIONE DI IERI – Resta un punto. Politico. Chi ha seguito le vicende poggesi ricorderà le roboanti intemerate dell’opposizione di allora (con una fortissima Lega Salvini e un’assai meno forte – allora – destra meloniana) contro alcune scelte fatte dagli allora governi poggesi di centrosinistra in favore dei nomadi al Poggetto.
Qui un articolo del marzo 2019. La giunta Puggelli (centrosinistra) aveva allora intercettato, tramite Regione Toscana, fondi europei per il campo nomadi del Poggetto.
Qui vivevano circa 50 persone di etnia rom e sinti con residenza fissa. Si trattava, con 50 mila euro di risorse esterne, di mettere in sicurezza quel campo con la prospettiva di superarlo e di aiutare quelle persone.
Molto dura la reazione, allora, della destra poggese (Diletta Bresci) secondo cui quei soldi andavano dati non a sinti e rom ma agli “italiani”. Nulla interessava loro che fossero fondi europei a destinazione specifica sinti e rom.
Tanto fu dura la destra di allora contro queste persone, tanto oggi colpisce la scelta della stessa destra, oggi maggioranza, di assegnare 11 mila euro (di soldi non europei ma comunali) a una imprenditrice con residenza nella “casa comunale di Livorno” (dunque, se non andiamo errati, senza fissa dimora).
Cosa, nel frattempo, è cambiato?
