Consiglio di fine anno sul bilancio preventivo 2025/27. Di cose, anche atipiche, ne sono successe. Compresa una impropria polemica politica contro la minoranza da un presidente non super partes. E compreso il silenzio del sindaco sulle scelte di bilancio. Qui una prima analisi (su cimitero, Poggio Park, ciclabile, infrastrutture). Altro seguirà. Ma si parte con la singolare “apertura” di piazza XX settembre avvenuta – chissà perché – con cantiere non finito. (mb)

PIAZZA XX SETTEMBRE: REGOLARE? – Non è chiaro perché sia stata “aperta” una porzione (chiaramente non terminata) del cantiere (ancora aperto) sulla piazza XX settembre.
Né è chiaro se – in presenza di lavori non finiti – ciò sia consentito né è chiaro chi si assume la responsabilità: il sindaco? l’assessore? il direttore lavori? il titolare della ditta? nessuno?
Divenuta irregolare posteggio, ricettacolo di rifiuti, sgambatoio per cani quella parte di piazza – asfaltata a pezzi in attesa che i lavori, anche lì, si concludano – si mostra a poggesi e turisti in tutta la sua spiacevole anomalia.
Il sindaco aveva promesso che i lavori sarebbero finiti (davvero e non per finta) entro il Natale 2024. Non è stato così. Perché dunque, pochi giorni prima di Natale, far finta di “aprire” una parte di piazza su cui presto dovrà essere riposizionato il cantiere per consentire di terminare i lavori? Boh!

CICLABILE POGGETO UNO: BRUTTA FIGURA – Se prima di promettere l’impossibile (togliere subito la pista ciclabile del Poggetto) l’allora candidato Palandri si fosse informato, avrebbe evitato una brutta figura.
Nel Consiglio di fine anno (30 dicembre: con una diretta streaming migliorata ma non ancora sufficiente) Palandri ha dovuto ammettere che, per ora, è impossibile mantenere la promessa. Se lo facessero – ha ammesso – dovrebbero restituire tanti soldi (600 mila euro è stato detto).
Portiamo le nostre ragioni in Regione – ha aggiunto – ma se non sarà possibile toglierla, vorrà dire che (sic) “aspetteremo 4 o 5 anni”. Ammissione bomba a cui nessuno ha osato replicare.
Va detto che la impossibilità di “cancellare” quella pista era chiara fin da subito. Proprio per quel motivo: se il Comune cancellasse la pista allora dovrebbe restituire il finanziamento ricevuto.

CICLABILE POGGETTO DUE: MA SE ERA “PERICOLOSA” COME HANNO FATTO A FARLA? – Dalla maggioranza sono partite dure polemiche contro la giunta precedente accusata di aver voluto una pista pericolosa.
Sarà così, ma allora non si comprende come sia stato possibile realizzarla, come tecnici abbiamo firmato le carte, come chi ha concesso i soldi abbia potuto farlo, come decine di persone avvedute (amministratori, dirigenti, professionisti interni ed esterni) agirono con una leggerezza, o una incoscienza, che, se vera, griderebbe vendetta.
Invece di perdersi in un inutile rancore polemico, un sindaco con reale cultura di governo avrebbe fatto altro. Magari, nel caso, prendere atto della eventuale esistenza, su quella pista, di qualche problema minore e provvedere, per le normali vie, a risolverlo. Invece ha prevalso il rancore. Peccato.

CIMITERO UNO: PROMESSA SLITTATA – “A gennaio faremo la gara e si spera che nei tre mesi successivi i lavori possano iniziare”.
Così Palandri sul primo lotto dei lavori al cimitero che la sua amministrazione – per un totale di 1,3 milioni di euro tutti a carico del bilancio comunale – pensa di completare in tre anni (2025/2027).
Ce ne sarebbe bisogno urgente di quei lavori. L’assessore Mastropieri promise di iniziarli l’estate scorsa (2024). E per vincere le elezioni, nel 2023, quei lavori erano stati promessi come prioritari.

CIMITERO DUE: ANCORA TRE ANNI – Intanto, a chi gli chiedeva notizie sul progetto il sindaco – imbarazzato – ha risposto che “il progetto c’è già perché è quello fatto dalla (tanto vituperata, ndr) amministrazione precedente”. Allora fu criticato, oggi viene utilizzato.
In questo 2025 la giunta Palandri, con sua delibera, ipotizza di intervenire (360 mila euro) sull’area centrale del cimitero. Nel 2026 (con altri 300 mila euro) si ipotizza di ampliare i colombari mentre il 2027 sarà dedicato (620 mila euro) a riqualificare l’ingresso (lati destro e sinistro).
Dunque per veder risolta la brutta situazione sotto gli occhi di tutti, in particolare quella nelle due cadenti e pericolose ali laterali, sarà necessario aspettare tre anni.

CIMITERO TRE: LE “COSE DELL’ACQUA” – “Questi signori che si divertono a rubare le cose dell’acqua … Quelle vanno sostituite e i fondi dovranno essere trovati”. Così il sindaco.
Si riferiva al furto di grondaie e pluviali (di rame) avvenuto lo scorso agosto nel cimitero poggese.
Nonostante che il degrado sia sotto gli occhi di tutti in un cimitero diventato pericoloso (non mancano crolli di intonaci), in tutti questi mesi nessuno ha ancora pensato alla cosa più logica: rimettere quelle che il sindaco definisce “le cose dell’acqua“. Intanto di giorno in giorno la situazione peggiora. E l’acqua senza quelle “cose” crea danni.

PONTE ALLA NAVE UNO: DORMONO, DORMONO SULLA COLLINA – E’ ripartito il confronto sul futuro (viabilità, trasporti, servizi, urbanistica, attività produttive, cultura, turismo …) dell’area metropolitana che unisce Firenze con Pistoia.
A brillare è però il silenzio del Comune centrale (Poggio a Caiano). “Dormono, dormono sulla collina (del Poggio)”, avrebbe detto De Andrè. Un esempio, sulla viabilità, viene dall’ultimo Consiglio.
E’ stato confermato il disinteresse per il Ponte alla Nave (la struttura che collegando la regionale 66 con la provinciale verso Comeana potrebbe far diminuire di parecchio il traffico dentro Poggio).
Nel maggio 2023 l’ex sindaco aveva firmato un importante (850 mila euro) “accordo di progettazione” puntando molte carte su quel ponte con un percorso certo difficile ma fondamentale per Poggio.
Per quel progetto il programma triennale di opere pubbliche non mette neppure un euro. Lo ignora. In via Lombarda, dove dovrebbe arrivare il ponte, la destra ha altre mire (leggasi “Poggio Park”).

PONTE ALLA NAVE DUE: OVVERSO LAVARSENE LE MANI – Il consigliere Campanelli, che sia pure in modo sofferto sostiene la giunta, ha detto di “non credere” a quel ponte perché lì “basterebbe allargare le strade già esistenti”.
E il sindaco Palandri, che pure nel suo programma elettorale quel ponte lo aveva inserito e ne aveva magnificato il ruolo, adesso ha finito per lavarsene le mani: novello Ponzio Pilato.
Si è limitato a esprimere una generica (sic) “contentezza” se mai quel ponte venisse costruito, ma ha fatto capire che a lui non interessa. Non muoverà un dito.
Ma se quel ponte non interessa al Comune che maggiori vantaggi ne trarrebbe, il rischio è che i denari per realizzarlo, se e quando saranno trovati, andranno verso altre direzioni: quelle sostenute da sindaci più capaci di visione e meno interessati alle piccole ripicche di corto respiro.

POGGIO PARK UNO: DUE MILIONI E MEZZO DI SOLDI PUBBLICI – C’è curiosità, a proposito del “Poggio Park”, di capire chi siano “le persone contattate” citate, senza fare nomi, dal sindaco Palandri nell’ultimo Consiglio.
Quel progetto – ha aggiunto anche per riprendere una precedente gaffe del suo assessore Mastropieri – “non è mai stato accantonato”. Ed “è stato fatto un buon lavoro” fra soggetti “pubblici e privati”.
“Le persone contattate sono molto …” – aveva iniziato a dire Palandri. Ma non ha proseguito.
Nel programma triennale di opere pubbliche, quello che ignora il Ponte alla Nave, per il “nuovo polo sportivo in località Candeli” (in paese detto “Poggio park”) sono stati, al contrario, inseriti 2,5 milioni (solo comunali). Che non è poco.

POGGIO PARK DUE: MA I PRIVATI? – Sul “Poggio Park”, Palandri si dice sicuro di fare – nel 2027 – appalto, contratto e tutti i lavori. Ma l’opera è rischiosa: quel terreno, sotto l’Ombrone, ha forti vincoli idrogeologici. Lo aveva fatto presente anche l’assessore Mastropieri. Come sarebbe possibile inserirci quella maxi struttura sportiva?
Sopra, inoltre, passano grandi elettrodotti: ipotizzare di “interrare” quei potenti cavi (questo promise Palandri ai suoi elettori) significa pensare di spendere ulteriori fraccate di soldi.
Chi li metterebbe? Il Comune? E a quale prezzo? Oppure li metterebbero Enel o Terna? Davvero il sindaco ci crede?
Da notare che la copertura di quei 2,5 milioni inizialmente ipotizzati è, per adesso, messa a solo carico del Comune (“importo interamente finanziato dal Comune”).
Nessun cenno ai soldi che dovrebbero metterci i “privati” né, tantomeno, ai nomi di questi soggetti già – assicura il sindaco – “contattati”.
Come trasparenza non c’è male. Ma a colpire è la volontà di cementificare su un terreno così rischioso.

UN BILANCIO ALLA ZITTA – Un tempo il bilancio era, per i Comuni, l’occasione per ascoltare i cittadini e per informare la comunità sulle scelte fatte.
E il valore di un amministratore pubblico si vedeva anche dalla sua capacità di “educare” su tematiche complesse rendendo comprensibili quei numeri.
Un tempo era impensabile che un bilancio comunale si esaurisse – come oggi accade al Poggio e un po’ ovunque – nel chiuso del palazzo. Ma un tempo c’erano i partiti, i circoli, le parrocchie, il volontariato.
Oggi, e da tempo, non è più così. A prevalere, almeno qui al Poggio, sono le stanze chiuse. E il bilancio – con tutti gli importanti atti collegati: esempio le grandi scelte sui beni comuni – rischia di restare oggetto misterioso.

SUPER PARTES? – Difficile trovare un altro Comune dove il presidente del Consiglio (figura super partes e che non può fare polemiche politiche con i colleghi) prenda la parola per attaccare, sul piano politico, un gruppo di minoranza.
Difficile anche che quella parola il presidente se la tenga per 20 minuti nonostante che il regolamento gli conceda appena 1 minuto. Qui, invece, tutto pare consentito. E’ accaduto nell’ultima seduta.
Difficile anche che altrove accada ciò che al Poggio è accaduto subito dopo. Volendo interagire con l’attacco politico del presidente, sia la vicesindaca che la consigliera di opposizione hanno chiesto la parola, ma (stavolta bene interpretando il regolamento) il presidente ha negato loro la parola.
Sulle comunicazioni, infatti, non si apre il dibattito. Era quella comunicazione iniziale, sgrammaticata, che il presidente non avrebbe né dovuto né potuto fare, almeno in quel modo. Il regolamento non si può applicare a fisarmonica.
Surreale anche quanto accaduto dopo, quando i consiglieri sono stati fatti parlare sulla vicenda ma ciò è avvenuto usando in modo del tutto improprio un punto totalmente estraneo.
Sgrammaticature istituzionali che forse al popolo sfuggono, ma che certo feriscono la dignità del Consiglio.

BILANCIO: SINDACO CON TUTOR – Difficile, inoltre, pensare a un altro Comune nel quale il sindaco, dovendo illustrare al Consiglio sia il bilancio preventivo sia tutti i punti collegati, rinuncia a quel ruolo e si fa sostituire dalla dirigente, come se lui fosse in difficoltà a svolgere il suo ruolo. Come se avesse bisogno di un “tutore”.
Oltretutto è un sindaco che si è tenuta la delega al bilancio e che dunque dovrebbe essere in grado di dominare la materia e di illustrare da solo quali sono le scelte del bilancio, qual’è la visione civico-politica..
Invece è accaduto che tutti i punti sul bilancio (7 punti di importanza fondamentale) siano stati illustrati tecnicamente dalla ottima dirigente senza che il sindaco avesse provveduto, come normale, a premettere un quadro iniziale, politico nel senso alto del termine, sulle scelte fatte.

BILANCIO: SE VINCE IL RANCORE – Se è consueto che il dirigente affianchi il sindaco per rispondere a eventuali quesiti tecnici, meno consueto è che un sindaco – qualunque siano i suoi valori – rinunci al suo ruolo e non fornisca il quadro sulla visione civica e politica alla base delle scelte di bilancio.
Al di là delle singole persone – in quanto tali tutte ammirabili per l’impegno messo – qui si sconta una inesperienza sia amministrativa che politica. Fare il sindaco non è facile. Neppure se c’è esperienza. Ma quando questa manca possono essere guai, specie se quel requisito manca anche agli assessori. E specie se qualcun* si diletta in rancore.

BILANCIO: DUE ANNI DI “SCUSE” – Difficile anche che un sindaco – ormai al secondo anno di suo bilancio pieno – sostenga che il bilancio 2025 “è il primo bilancio nostro”.
Singolare tesi. Se è vero che nei 7 mesi iniziali il bilancio era quello impostato prima, è anche vero che già dal bilancio successivo (2024) la titolarità piena era in capo ai nuovi. Perché far partire la piena responsabilità di un sindaco eletto nel maggio 2023 solo dal gennaio 2025?
Emblematiche le frasi del sindaco Palandri e del capogruppo Breschi (“ora dobbiamo correre, ora non abbiamo più scuse, ora sta a noi dimostrare”) quasi come se durante il 2024, loro fossero turisti per caso e non amministratori in piena titolarità di fare le loro libere scelte e di governare “senza scuse” il Comune.

POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini, 5 GENNAIO 2025, n. 80
