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Home»Comune»AMIANTO E RIFIUTI, PIAZZA E MUSEO, PROLOCO E REFERENDUM: FRA MISTERI E FLOP
Comune

AMIANTO E RIFIUTI, PIAZZA E MUSEO, PROLOCO E REFERENDUM: FRA MISTERI E FLOP

Mauro BanchiniBy Mauro Banchini12 Giugno 2025Updated:12 Giugno 2025Nessun commento12 Mins Read
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Si sta per celebrare, in un silenzio di tomba, il secondo anno dall’incendio che colpì in Lombarda. Bruciò amianto, ma la bonifica non è mai stata fatta. Contro il Comune c’è un ricorso al TAR. Ma intanto, parola di sindaco, aumenta il pericolo che le fibre libere di amianto si disperdano. La salute pubblica, denuncia lo stesso sindaco, è a rischio. Ma perché la vicenda non è mai stata spiegata ai cittadini? Qui poi si raccontano altri misteri: sul futuro (a rischio) del museo Soffici e sul (triste) flop di una mostra costata cara, sul presente (strano) di piazza e proloco. E, in salsa poggese, sui referendum. (mb)

IL MISTERO DI QUELL’AMIANTO – “La dispersione di fibre libere di amianto aumenta con l’avanzare della stagione estiva … persiste il pericolo concreto e attuale che impone di provvedere, in via d’urgenza, a porre rimedio concreto a tutela della pubblica incolumità per la salute pubblica, imponendo la rimozione del materiale costituito dai rifiuti speciali pericolosi“.

A scrivere parole così inquietanti il sindaco Palandri in una ordinanza del 3 marzo (qui il testo) sulla situazione in via Lombarda dopo l’incendio di due anni fa.

Non è chiaro il motivo, ma il pericoloso materiale che doveva essere subito tolto con una bonifica radicale, è ancora lì, in quel capannone. Qualche apertura è stata tappata, ma il tetto è ancora scoperchiato e “l’ammasso dei rifiuti incendiabili composto da residui di materiali bruciati … mescolati a rifiuti speciali pericolosi contenenti amianto e derivati dal crollo della copertura” (relazione ARPAT 8 gennaio 2025) è ancora lì.

C’è stato un ricorso al TAR: un privato ha lamentato “illegittimità” in una delle ordinanze emesse dal sindaco. Per potersi difendere in giudizio il Comune ha già speso più di 8 mila euro per il suo legale. L’udienza doveva svolgersi lo scorso 15 aprile ma è stata rinviata al prossimo 18 novembre. Vedremo.

Ma intanto la vicenda – per la quale il sindaco è stato costretto a usare parole inequivocabili circa i rischi per la pubblica salute cui sono sottoposti i poggesi – continua a non essere mai stata spiegata ai cittadini, con la necessaria trasparenza.

Il Comune, nella stessa ordinanza del 3 marzo, si era impegnato a dare la massima pubblicità alla nuova ordinanza (la terza) del sindaco. Purtroppo quella ordinanza non risulta essere stata pubblicata, come dovuto, né sul sito web del Comune né sui suoi social.

I MISTERI DELLA TARIFFA SUI RIFIUTI – Chi scrive ha ricevuto da ALIA la prima fattura dopo la tariffa “corrispettiva“. L’aspettavo per capire se tutta la propaganda sul risparmio, in cittadini virtuosi nella differenziata corretta, era reale.

Diciamo che sono fra i cittadini più virtuosi: raggiungo il 96,50% di raccolta differenziata. Mi sarei aspettato di pagare meno. In realtà, facendo i raffronti con quanto pagato lo scorso anno e considerando che ora le fatture arrivano non ogni semestre ma ogni trimestre, il risparmio non mi pare esistere. Anzi: pago di più.

La verifica precisa arriverà solo a fine anno, ma già sono deluso. ALIA non ritira più il vetro e sugli sfalci si impazzisce ma a fronte di una virtuosità comunque così elevata, ALIA mi riconosce una “premialità” di appena 4,15 euro (un caffè al mese). Tutto qui? Valeva la pena? Col tempo cambierà in meglio?

Ho poi qualche riserva, già segnalata ad ALIA, su come vengono registrati (o non registrati) i conferimenti di rifiuti. Se non vengono taggati in modo costante, come può la TARIC funzionare?

Leggo con piacere che il Comune ha chiesto ad ALIA di poter incontrare – purtroppo non in assemblea – quei cittadini “che vorranno delucidazioni“. L’appuntamento – si legge nel sito web del Comune – è nelle mattine (ore 9-13) dei prossimi tre lunedì (23 e 30 giugno, 7 luglio). Alle scuderie medicee.

Ottimo, ma con una domanda: può un Comune, comunque azionista di ALIA spa, cavarsela come se fosse un semplice spettatore, un turista per caso? Non sarebbe opportuno accompagnare, sostenendoli, i propri cittadini al confronto con ALIA mettendoci la faccia? Non sarebbe utile raccogliere, dai cittadini, segnalazioni e proposte in modo da portarle, con la forza del Comune, ai dirigenti di ALIA spa?

LA PIAZZA DEI MISTERI – “Come gruppo consiliare abbiamo presentato un accesso agli atti per fare chiarezza su quanto sta accadendo: quali materiali sono stati realmente usati? E con quale copertura progettuale? Stiamo monitorando da vicino la situazione e non escludiamo ulteriori iniziative, anche pubbliche, a tutela della trasparenza e della qualità dei lavori“.

Così il gruppo di opposizione su un particolare di una vicenda (un appalto da oltre un milione di euro in zona UNESCO) da anni aperta.

Il particolare è l’asfalto steso sulla piazza dalla ditta lucchese subappaltataria. Davanti alle obiezioni sul colore nero, il sindaco ha fornito una spiegazione. Quello – ha detto – è un asfalto chiamato “natura“. Un asfalto che con il tempo si ossida e da nero prende un colore diverso (“nel nostro caso neutro“).

A questo punto, dando per buona la spiegazione del sindaco, si tratta di capire il perché di questa novità e la sua compatibilità con il capitolato.

Dove adesso è stato messo un asfalto “natura” (che con additivi è destinato a diventare “neutro“) era previsto un asfalto “architettonico di colore beige con effetto ghiaia a vista” (sotto i piloni era previsto un asfalto “architettonico di colore ocra“) con precise indicazioni su cosa collocare sotto (massetto in calcestruzzo e rete elettrosaldata). Lo spessore doveva essere di 12 centimetri.

Vedremo la risposta alla richiesta della minoranza. Vedremo se sono state introdotte modifiche, rispetto al capitolato, oppure no. Modifiche anche nella spesa.

PIAZZA: ANCORA UNO SLITTAMENTO – Per il momento è comunque certa una cosa: la data, già slittata varie volte, promessa dal sindaco come definitiva per terminare i lavori (16 giugno 2025) slitta un’altra volta.

Da notare che in zona cesarini (6 giugno 2025) è stato affidato a una ditta locale, per un importo davvero minimo (neppure 6 mila euro), l’appalto per realizzare, in quella piazza, “l’area a verde pubblico“. Un’area che, nel progetto originario, era già prevista: lì doveva nascere, con alberature molto diverse, un “boschetto“.

Adesso (qui l’atto), come se fosse una aggiunta ex novo, ci si è accorti che “si rende necessario provvedere alla realizzazione di una nuova area a verde pubblico“. E sono stati affidati i lavori. All’ultimo tuffo.

Sorge una domanda: perché affidare questo incarico? Quei lavori non erano già previsti? E cosa cambia, se cambia, in termini di costi?

Prima o poi la “novela” della piazza intitolata al ricordo dei bersaglieri (quelli che andavano di corsa) avrà finalmente fine. Non se ne può davvero più.

E la piazza – così, per una bizza politica, modificata nella sua funzione e così riaperta al traffico, anche pesante, lungo via pratese – non piacerà a nessuno. Specie quando il traffico pesante su un imbuto così stretto tornerà a traversarla. Quanto durerà il pilone prima di essere travolto?

PIAZZA: IL MISTERO DEGLI ALBERI – E a proposito degli alberi messi a dimora, più volte in pubbliche assemblee il gruppo di opposizione ha sollevato una questione specifica.

Gli alberi piantati nella piazza, diversi mesi fa, non sono quelli previsti dal progetto originario né sono stati collocati dove previsto. Sono gli alberi – ha sempre sostenuto l’opposizione – su cui la precedente amministrazione aveva ricevuto un finanziamento regionale, con il cosiddetto “carbon neutral“, e che erano destinati altrove: in via Sottombrone.

Non messi a dimora in via Sottombrone, quegli alberi sono stati traspostati – secondo l’opposizione – in piazza XX settembre al posto di quelli inizialmente previsti.

Con un doppio aspetto negativo: via Sottombrone non ha più gli alberi lì destinati e piazza XX settembre non avrà mai quel “boschetto” inizialmente previsto.

Ma davvero è successo questo? Davvero – a imitazione degli aerei di Mussolini – gli alberi messi in piazza sono quelli tolti in Sottombrone? E di tutto questo, economie comprese, si trova traccia negli atti ufficiali?

In piazza XX settembre il progetto prevedeva di mettere a dimora 25 alberi (dieci aceri, due carpini, tre cipressi, tre pruni, due ciliegi, tre cerri, due lecci). Ma – ecco il punto – non dovevano posti a casaccio nè a casaccio dovevano essere scelti.

A monte c’erano motivazioni sia di natura estetica che ambientale (è nota l’importanza, specie quando il calore è grande e le polveri danneggiano i nostri polmoni, di avere alberi in grado di fare il loro lavoro: pulizia dell’aria e mitigazione del clima).

Per ciascuna pianta da acquistare e mettere a dimora il capitolato indicava la classe di grandezza, le caratteristiche morfometriche (altezze e circonferenze) previste sia alla messa a dimora (non dovevano essere fuscelli) che a media maturità (con altezze previste – fra qualche anno – fino a 22 metri e diametri della chioma fino a 13 metri).

MUSEO SOFFICI: DIRETTORE CERCASI – AAA direttore cercasi. Dopo la fine traumatica (e mai del tutto spiegata) della direzione Moriconi, il Comune sta cercando un nuovo direttore per il museo Soffici. Qui l’atto.

L’artista Mauro Moriconi – in campagna elettorale molto attivo in favore di Palandri – venne scelto, dallo stesso Palandri, come direttore del museo fino a quel momento guidato, con passione e competenza, dalla storica dell’arte Giulia Ballerini. Non mancarono, allora, né polemiche né ironie su questa nomina.

In poco tempo, però, il feeling tra Moriconi e Palandri (ma soprattutto fra Moriconi e l’assessora alla cultura) si è esaurito: al punto tale che Moriconi ai primi di marzo, dopo appena un anno, si è dimesso.

MUSEO SOFFICI: UNA MOSTRA FLOP – La mostra curata da lui curata (“Figura per figura”, con una spesa di 20 mila euro) si è purtroppo risolta in una … figuraccia: pochissimi – pare – gli ingressi e pochissimi (pare appena 150) gli euro ricavati dalla vendita di un catalogo costato 12 mila euro. Debole la rassegna stampa: in pratica, di questa mostra, ha parlato solo la cronaca locale.

Un autentico flop. Non facile attribuire responsabilità che certo non stanno in capo al solo Moriconi.

Colpa dello scarso interesse per il museo dimostrato dalla giunta Palandri? Colpa delle poche risorse messe in bilancio? Colpa di un evento assai poco attraente? Colpa di una scarsa comunicazione?

Sia come sia, Moriconi da tre mesi non c’è più.

MUSEO SOFFICI: DIREZIONE DIFFICILE – Non sarà facile trovare un direttore (o una direttrice) con adeguati livelli di professionalità. Ciò sia per la inadeguatezza del compenso a cui fanno riscontro notevoli livelli di pesanti responsabilità.

E sia per la scarsità di risorse destinate al “Soffici” dalla giunta nel suo bilancio (un museo comunale non può funzionare se il Comune non ci mette né soldi suoi né capacità di intercettarli altrove).

Difficile infine trovare un direttore nuovo anche per un certo clima che si respira nelle stanze del comune davanti alla aggressività di chi ha la delega alla Cultura.

MUSEO SOFFICI: REQUISITI AL RIBASSO – La procedura per trovare un nuovo direttore (o direttrice) è aperta. Gli interessati hanno tempo fino alle 23:59 di venerdì 11 luglio 2025 per presentare domanda e curriculum.

A decidere sarà il sindaco. L’incarico, fiduciario, è destinato a durare – se durerà – per tutto il mandato di Palandri (dunque fino al 2028).

I requisiti previsti sono al ribasso. E ciò si può anche capire vista la inadeguatezza del compenso (appena 4.800 euro all’anno, comprensivi di tutto. Grandi responsabilità comprese).

Era il compenso previsto fin dall’inizio, ma destinato – secondo gli amministratori precedenti – a dover essere rivalutato perché è complicato, con quella cifra, trovare un direttore di qualità.

MUSEO SOFFICI: MA IL COMUNE CI CREDE? – Mentre prima era previsto che il candidato dovesse avere una laurea specifica e adeguata (storia d’arte o equipollente) adesso le lauree, anche triennali, sono state allargate: a storia dell’arte se ne affiancano altre tre più facilmente abbordabili (beni culturali, scienza del turismo, servizi turistici).

Spariti due requisiti fondamentali: avere pubblicazioni su Soffici e conoscere l’arte del Novecento.

Sarà interessante vedere non solo chi sarà il prescelto da parte del sindaco ma soprattutto se il Comune intende valorizzare questo museo. Se davvero ci crede.

Un museo, se non rispettati i “paletti” fissati dalla Regione, a rischio di perdere la dimensione regionale.

PROLOCO E SOLDI PUBBLICI – Il 94% dei contributi pubblici ricevuti nel 2023 dalla proloco di Poggio fu erogato dal Comune. La fonte è ufficiale: la tabella che proloco deve pubblicare sul suo sito in obbligo alle norme di trasparenza.

In varie fasi la proloco, oggi presieduta dal consigliere comunale Renzo Breschi, nel 2023 ricevette dal Comune di Poggio 64.250 euro. Altri 4.224 li ricevette da Regione e da Fondazione Cassa Risparmio. Per un totale pari a circa 68.500 euro.

Presto sarà certo pubblicato anche il dato relativo al 2024. Per questo 2025 il presidente Breschi ha appena firmato, con l’amministrazione comunale dove lui è capogruppo di maggioranza nonché delegato dal sindaco per gli eventi, una convenzione sull’edizione 2025 di “Poggio in vetrina“: il contributo concesso dal Comune alla proloco per gli eventi del prossimo luglio è di 22.000 euro.

REFERENDUM LAVORO E CITTADINANZA: E AL POGGIO? – A poter votare ai 5 referendum di domenica e lunedì scorsi eravamo, al Poggio, in 7.201. A votare siamo andati in appena 2.454 (il 34,08%). Un flop, anche qui, annunciato.

Siano certo al di sopra del dato medio nazionale (30,58%) ma molto al di sotto dei dati regionale (39,10%) e provinciale (37,45%). Meno di noi (33,68%), in provincia di Prato, hanno votato a Montemurlo.

Un dato anche al Poggio interessante, come in tutta Italia, è quello sul quinto referendum (abbassare da 10 a 5 anni il limite temporale per concedere la cittadinanza agli immigrati). Se la percentuale dei “SI” poggesi negli altri quattro referendum (quelli sul lavoro) ha sfiorato il 90%, sulla cittadinanza la percentuale è scesa al 63%.

In cifre assolute se ai referendum sul lavoro la media dei “SI” è stata 2.124, dovendo invece scegliere sulla cittadinanza i favorevoli sono scesi a 1.506. In altre parole: oltre 600 i poggesi, nella cosiddetta area “progressista”, che sulla cittadinanza hanno dato ragione alla destra votando un secco “NO”. Una scelta che fa pensare.

Non è mancato chi, analizzando i risultati poggesi, si è addentrato in non facili calcoli sul livello di tenuta, o di non tenuta, della destra locale. Molti, come la vicesindaca, alla cabina elettorale hanno preferito un’altra. Magari balneare.

POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini n. 109 del 12 giugno 2025

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